La Southwest Airlines ha cancellato oltre mille voli questo fine settimana. Migliaia di passeggeri sono rimasti bloccati negli aeroporti di tutta l’America, dopo che un quarto dei voli non è decollato. La Southwest ha incolpati misteriosi problemi di controllo del traffico aereo per le cancellazioni, ma esse sembrano in realtà legate al nuovo obbligo del vaccino anti-covid imposto dalla compagnia, che i suoi piloti hanno cercato di bloccare per via legale.
I voli cancellati sono stati causati da una “malattia” dei piloti che si sono rifiutati di vaccinarsi? Il sindacato ha negato, ma quando l’Amtrak ha iniziato a cancellare i treni domenica pomeriggio a causa di “problemi imprevisti riguardanti gli equipaggi”, ha iniziato a circolare l’idea che si stesse preparando uno sciopero generale, una risposta ai licenziamenti di massa di altri americani della classe operaia e della classe media —infermieri e agenti di polizia—che hanno rifiutato il siero.
Trains 465 and 416 departing on 10/10 are canceled due to unforeseen crew issues. Alternate transportation will be provided.
— Amtrak Northeast (@AmtrakNECAlerts) October 10, 2021
Ci si sarebbe aspettati che la sinistra sostenesse quella che appare a tutti gli effetti come un’azione collettiva da parte della classe operaia americana. C’è stato un tempo, qualcuno ricorderà, in cui la sinistra rappresentava i lavoratori. Invece, voci di spicco progressiste hanno definito i dipendenti della Southwest come “terroristi” e hanno chiesto il loro licenziamento di massa, assieme a quelli di infermieri e poliziotti.
Questa inversione politica non è avvenuta dall’oggi al domani. Più di recente, è un’estensione del divario di classe, acuito dalla pandemia, tra chi può lavorare in sicurezza nelle proprie case e quelli che invece hanno dovuto affrontare il virus per sostenere le loro famiglie: commessi, fattorini, autisti, piloti, proprietari di piccole imprese e, naturalmente, operatori sanitari. Un divario tanto di classe quanto economico: quelli che “hanno studiato” contro la classe operaia. E in questo caso, se i democratici hanno sostenuto i lockdown, i repubblicani si sono schierati dalla parte di chi doveva uscire di casa per lavorare o di chi non aveva più nemmeno il lavoro.
Dunque ora ci ritroviamo i conservatori che plaudono alle proteste dei piloti e i liberal che dai loro uffici “domestici” tifano per le aziende pronte a licenziare chi rifiuta il vaccino. Non importa che questi lavoratori abbiano già gli anticorpi o utilizzino ogni cautele per evitare il contagio (dopo aver resistito al virus nei luoghi più pericolosi e infestati mentre i liberal si facevano le quarantene in panciolle). Non importa che anche Black Lives Matter consideri l’obbligo vaccinale discriminatorio e razzista nei confronti della popolazione di colore.
Tutto questo però non è iniziato con la pandemia, ma molto prima. E non è nemmeno un fenomeno puramente americano. L’economista francese Thomas Piketty ha documentato un massiccio cambiamento nelle democrazie occidentali in tutto il mondo a partire dagli anni ’60, quando i partiti politici di sinistra hanno perso la loro base operaia per diventare rappresentanti delle élite o degli “istruiti”.
Non si tratta però nemmeno soltanto di istruzione. Bisogna infatti osservare che la nuova base progressista è sempre più benestante. Il divario di classe ha portato le minoranze a votare per i repubblicani, un cambiamento ispirato quasi interamente dai membri della classe operaia di quelle comunità.
Per molto tempo, l’attrito degli elettori della classe operaia col Partito Repubblicano è stato letto come un successo propagandistico. Nel suo bestseller del 2005 What’s the Matter with Kansas?, Thomas Frank ha sostenuto che la classe operaia bianca stava votando per i repubblicani perché i conservatori li avevano convinti ad abbandonare i propri interessi. La verità è più complessa: con i democratici alla guida della globalizzazione, entrambi i partiti hanno abbandonato la classe operaia dal punto di vista economico, ma se non altro i repubblicani non hanno deriso i valori in cui i lavoratori credono.
Quando le élite liberal hanno puntato sulla Nike o sull’American Express come nuovi paladini del progressismo, i media conservatori e i politici repubblicani hanno potuto farla franca semplicemente non guardando dall’alto al basso i valori degli americani della classe operaia, che tendono ad essere più conservatori su una serie di questioni.
Ciò a cui assistiamo ora è la possibilità che la classe operaia americana sviluppi una coscienza di classe populista anche dal punto di vista economico. Costretti a difendere la loro autonomia di fronte all’obbligo di vaccinazione, gli americani della classe operaia in tutti i settori puntano a lottare come forza collettiva. E anche se non accettano di combattere le battaglie della sinistra elitaria odierna, tale fenomeno costringe comunque i democratici a una scelta: stare dalla parte delle aziende che licenziano i non vaccinati o sostenere il potere collettivo e l’autonomia della classe operaia, indipendente da come essa scelga di definire tale autonomia.
Fonte: Newsweek (11 ottobre 2021)
Bravissimi piloti. Devono fare un inferno pure loro. Tutti devono scatenare l’inferno perchè questa è dittatura e deve finire.