I Meme del nuovo Papa: note dai profili social di Leone XIV

In queste ore giornalisti e commentatori stanno scandagliando i profili social di Robert Francis Prevost alla ricerca di non si sa bene cosa. In ogni caso, lo si nota particolarmente attivo su Twitter negli anni ’10 del XXI secolo, il che potrebbe forse denotare una qualche tendenza (meta)politica (ma anche no).

È dall’attuale X che infatti è sorto il primo casus belli da parte dei conservatori americani contro il nuovo Pontefice, che sarebbe reo di aver cominciato a criticare le politiche migratorie di Donald Trump dal lontano 2015 (o 2017). A parte però le polemiche rappresentate dai retweet di articoli di giornali, è sicuramente sfuggito a molti un tweet del 18 settembre 2014 nel quale Prevost rilanciava i Misteri del Gesù Migrante, letteralmente il “rosario delle risorse” (per utilizzare il linguaggio della destra di cui sopra):

Se si deve per forza parlare di immigrati, va necessariamente osservato che Prevost in tempi recentissimi era intervenuto nella disputa fra JD Vance e Papa Francesco sull’ordo amoris, schierandosi, in maniera piuttosto prevedibile, con quest’ultimo, seppur limitandosi a linkare le obiezioni di “America” (la rivista dei gesuiti d’oltreoceano) e del “National Catholic Reporter”.

Ordo Amoris: l’ultima lezione di teologia di Vance a Bergoglio

Da un agostiniano ci si sarebbe aspettati un contributo originale, considerando che il vicepresidente americano aveva proprio citato il Santo, ma da tale prospettiva il nuovo Papa è piuttosto parco (la sua bibliografia è inesistente). Inoltre è perturbante che un Pontefice divenuto tale proprio perché caratterizzato da una precisa radice etnica (ne ho appena parlato) non riesca ad andare oltre la banalità dell’Imagine there’s no countries come se fosse un motto evangelico (“Gesù ama tutti” ecc ecc).

Il sangue non è acqua: Papa Prevost e la perfetta coincidenza di ethos ed ethnos nel cattolicesimo americano

Ad ogni modo, i profili social di Prevost esprimono comunque un certo “moderatismo”, dato che su di essi convivono preghiere a Santa Rita de Casia e auguri a Gustavo Gutiérrez (padre della Teologia della liberazione), nonché, come contraltare alle bergogliate sul “Gesù migrante” o sull’emergenza climatica, sussistono gli elogi al governo del Paraguay (sempre tramite retweet) per aver rifiutato l’ideología de género, o il rilancio delle dichiarazioni del cardinale Müller sempre a proposito di tale argomento.

Riguardo, infine, alla politica americana, l’unico intervento degno di nota nelle elezione degli ultimi venti e passa anni (2012-2024) è il rilancio di un articolo della “Catholic News Agency” sul rischio che l’allora (2016) candidata democratica Hillary Clinton si era presa nello snobbare completamente i cosiddetti pro-life:

E veniamo allora ai lati più folkloristici, probabilmente anche i più interessanti: dalla prospettiva del Bel Paese, il nuovo Papa negli scorsi lustri si è limitato a rilanciare una delle famigerate “pillole di saggezza” del cardinale Ravasi (non so quale divinità ringraziare per averle fatte passare di moda),

nonché ad alludere alla ridicola performance di Roberto Benigni durante la presentazione di un volume di Bergoglio (alla presenza del “suo amico” Parolin),

e, dulcis in fundo, a ritwittare un bel messaggio di tale Suor Cristina (complimenti Sorella, ha ispirato Leone XIV!):

Per concludere, Prevost non si è fatto mancare i meme, o qualcosa del genere. Li riporto qui di seguito senza aggiungere alcun commento.

(fonte)
(fonte)

(fonte)
Pubblicità

AVVERTENZA (compare in ogni pagina, non allarmatevi): dietro lo pseudonimo Mister Totalitarismo non si nasconde nessun personaggio particolare, dunque accontentatevi di giudicarmi solo per ciò che scrivo. Per visualizzare i commenti, cliccare "Lascia un commento" in fondo all'articolo. Il sito contiene link di affiliazione dai quali traggo una quota dei ricavi. Se volete fare una donazione: paypal.me/apocalisse. Per contatti bravomisterthot@gmail.com.

One thought on “I Meme del nuovo Papa: note dai profili social di Leone XIV

  1. Non mi convince per nulla. Lo si vede a occhio che è un clone di Bergoglio-Merdoglio. Il fatto che sia considerato (o si consideri) centrista o moderato, questo paradossalmente lo rende ancora più infido.
    In fin dei conti si può affermare la sovversione valoriale ed etica dell’ultimo mezzo secolo sia stata una rivoluzione centrista. I più cupi irenismi scaturiti dai laidi predicatori dell’uguaglianza e dell’inversione sono stati fatti propri dalle persone più insospettabili per vari motivi, vuoi perché si vedeva coloro come figli da riportare all’ovile, vuoi perché si cercava il quieto vivere e la pace sociale a costo di umilianti compromessi. Eppure per i sensi di colpa indotti e autoindotti nel pensare che certi valori “conservativi”e “tradizionali” propri possano portare a essere come “quelli là” Baffino e Mascellone, una vergogna latente e lacerante, un riflesso torvo lanciato dalla Storia.
    Si può notare che la Democrazia Cristiana ha governato mezzo secolo, e sotto di essa siano stati introdotti il divorzio, l’aborto, l’abolizione dei manicomi, la pornografia di massa, si è assistito all’emancipazione – ovvero alla troiaggine – della donna, all’esplosione del frociume e al tragico crollo delle nascite.
    La Chiesa si è accodata a ciò, vuoi per non “sparire” ovvero per rischiare di non partecipare allo spettacolo mondano della modernità, anche se ormai il suo senso spirituale è ormai svuotato come svuotati sono i suoi sagrati. Alla fine si è celebrato e pianto Wojtyla e Bergoglio non come papi ma come popstar, esattamente come si è celebrato Michael Jackson, Lady Gaga e Maradona.
    La Chiesa ha dato l’imprimitura alla nostra Soluzione Finale, ovvero il nostro genocidio etnico.
    Mi permetto di affermare che ormai per la Chiesa il sacro non è più Cristo ma l’umano in carne e ossa soprattutto se migrante e negro. È che il Satana sia un umano con la pelle bianca.
    Evidentemente a dispetto di quanto si pensi, la sovversione, la dissoluzione e l’auto genocidio non ha il volto del rasta strafatto o della lesbicona dai capelli blu, ma porta giacca e cravatta, cita parole tenere cariche di “umanità”, è mite ed e una persona perbene, convinta di agire per la parte del Bene.
    Il Bene. Mai termine fu più nefasto.
    A distruggerci sono state le MADRI, DONNE, CRISTIANE, quindi prendere anche nota…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.