Persino dal punto di vista gastronomico, la figura di Adolf Hitler continua a suscitare controversie: nell’ottobre 2008, per esempio, il programma di cucina belga Plat Préféré venne censurato perché il conduttore, lo chef Jeroen Meus, era intenzionato a dedicare una puntata ai piatti preferiti del sanguinario dittatore (dopo aver affrontato i gusti di Salvador Dalí e Freddie Mercury), ma dopo le proteste della comunità ebraica il “protagonista” venne rimpiazzato con Maria Callas.
Un altro motivo di dibattito riguarda i famosi Eiernockerl, gli “gnocchi di uova” che rappresentano un piatto tipico della cucina austriaca. Alla fine degli anni ’90 del secolo scorso lo scrittore Wolfgang Fröhlich (1951-2021), in seguito incarcerato per negazionismo, affermò che questo fosse il cibo preferito del Führer e da quel momento alcuni ristoranti in Austria iniziarono a presentare il 20 aprile (non un giorno a caso) il piatto come “specialità del giorno”, nonostante non ci siano fonti storiche in grado di documentare tale affermazione.
Ad ogni modo, questa è più o meno l’apparenza che la pietanza, a livello base, deve avere: degli gnocchi “conditi” con due o tre uova a mo’ di frittatina e arricchiti poi con sale, pepe, erbe aromatiche e prezzemolo.
Sempre lo chef Jeroen Meus in quella famosa puntata mai andata in onda avrebbe voluto recarsi al famigerato Nido dell’Aquila nelle Alpi bavaresi per cucinare la trota al burro, una scelta che aveva commentato con queste parole: “È un piatto semplice, e nonostante Hitler fosse all’epoca l’uomo più potente del mondo avrebbe potuto mangiare caviale tutti i giorni, rimase fedele a una semplice trota“.
Ecco un esempio di come potrebbe apparire un tentativo di “trota al burro” (sempre innaffiata con generose dosi di Hofbräu, nonostante si dicesse che lo spietato uomo politico fosse mezzo astemio):
A tavola Hitler era un giudice molto severo (ma giusto, come direbbe qualcuno): al di là delle numerose assaggiatrici assunte per impedire che gli Alleati lo avvelenassero, la cuoca Constanze Manziarly (1920–1945, uccisa probabilmente dai sovietici), nelle lettere indirizzate alla sorella lamentava l’impossibilità di accontentare un commensale del genere, nonostante il feroce genocida la tenesse in grande considerazione (tanto da portarsela con sé nel bunker di Berlino). La sera del 30 aprile 1945 preparò un’ultima cena per Hitler, uova fritte con purè di patate, non sapendo che egli si fosse già “suicidato”.
Sembra delizioso. Buon anniversario di nascita, Zio A!