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Rivista indiana di geopolitica: “Il coronavirus è un’arma biologica cinese”

Coronavirus Bioweapon – How China Stole Coronavirus From Canada And Weaponized It
(GreatGameIndia, 26 gennaio 2020)

Lo scorso anno è stata scoperta una misteriosa spedizione dal Canada volta a “contrabbandare” campioni del nuovo coronavirus da parte di spie cinesi impiegate in guisa di ricercatori presso un laboratorio canadese. Indagini successive hanno collegato gli agenti al programma di guerra biologica, dal controllo del quale si sospetta che il virus sia “sfuggito” causando l’attuale pandemia.

Il 13 giugno 2012 un saudita di 60 anni è stato ricoverato in un ospedale privato a Jeddah dopo una settimana di febbre, tosse e crisi respiratorie. Non aveva alcun precedente di malattie cardiopolmonari o renali, non era sottoposto a terapia a lungo termine e non fumava. Il virologo egiziano Ali Mohamed Zaki ha dunque isolato dai polmoni del saudita un coronavirus ancora sconosciuto. Dopo che la diagnostica ordinaria non è riuscita a identificare l’agente causale, Zaki ha contattato Ron Fouchier, uno dei principali virologi dell’Erasmus Medical Center (EMC) a Rotterdam per una analisi più approfondita.

Radiografie del torace del paziente saudita il giorno del ricovero (pA) e 2 giorni dopo (B) e la tomografia computerizzata 4 giorni dopo il ricovero (C).

Fouchier ha sequenziato il virus da un campione inviato da Zaki, usando un metodo ad ampio spettro di reazione della polimerasi in tempo reale (RT-PCR), utilizzato per testare le caratteristiche distintive di un certo numero di coronavirus noti nelle infezioni umane. Questo campione di coronavirus, poi acquisito da Fouchier (che lo aveva ricevuto a sua volta da Zaki) dal direttore scientifico Dr. Frank Plummer (testimone chiave dell’indagine sul coronavirus, recentemente trovato morto in Africa) del National Microbiology Laboratory (NML) del Canada a Winnipeg, sarebbe stato trafugato dal laboratorio canadese da agenti cinesi.

Il coronavirus è arrivato dall’Erasmus Medical Center al laboratorio canadese di Wiinnipeg il 4 maggio 2013, dove è stato utilizzato per valutare i test diagnostici utilizzati in Canada. Gli scienziati di Winnipeg hanno studiato quali specie animali possono essere infettate dal nuovo virus. La ricerca è stata condotta in collaborazione con il laboratorio nazionale della Canadian Food Inspection Agency e il National Center for Foreign Animal Diseases, che si trova nello stesso complesso del National Microbiology Laboratory.

Il laboratorio canadese di microboiologia offre da anni servizi di test completi per i coronavirus: ha isolato e fornito la prima sequenza genomica della SARS e ha identificato un altro coronavirus NL63 nel 2004. Questo laboratorio canadese con sede a Winnipeg è stato preso di mira da agenti cinesi in una sorta di “spionaggio biologico”.

Nel marzo 2019 una spedizione di virus dal laboratorio canadese è finita “misteriosamente” in Cina, fatto che ha suscitato grande scalpore tra gli esperti di guerra biologica, soprattutto perché gli stessi scienziati hanno affermato che quei virus altamente letali erano una potenziale arma biologica.

Le indagini sono risalite ad alcuni agenti di Pechino che lavoravano presso il laboratorio di Winnipeg. Quattro mesi dopo, nel luglio 2019, un gruppo di virologi cinesi è stato cacciato dal Canadian National Microbiology Laboratory, l’unica struttura di livello 4 di sicurezza del Canada e una delle poche in Nord America equipaggiata per gestire i virus più mortali del mondo, tra cui l’ebola, la SARS e vari tipi di coronavirus.

Si ritiene che la scienziata dell’NML, radiata dal laboratorio canadese insieme al marito (un altro biologo) e ai membri del suo gruppo di ricerca, fosse in realtà un addetto alla guerra biologica di nome Xiangguo Qiu, a capo della sezione “Sviluppo vaccini e terapie antivirali” dello Special Pathogens Program del laboratorio.

Xiangguo Qiu, nata a Tianjin, ha conseguito nel 1985 la laurea in medicina presso la Hebei Medical University e nel 1996 si è trasferita in Canada per studi universitari. In seguito ha lavorato presso l’Istituto di Biologia Cellulare e il Dipartimento di pediatria e salute infantile dell’Università di Manitoba (Winnipeg), che non aveva nulla a che fare con gli agenti patogeni in discussione.

A un certo punto però la sua carriera è cambiata: dal 2006 si è messa a studiare i micidiali virus dell’NML canadese: i virus trafugati dall’NML sono infatti stati analizzati da lei stessa nel 2014 assieme a quelli della febbre emorragica boliviana, della febbre della Rift Valley, della febbre emorragica Congo-Crimea, dello Junin e l’Henipavirus.

La dottoressa Xiangguo Qiu è sposata con un altro scienziato cinese, Keding Cheng, un batteriologo prestato alla virologia anch’egli affiliato all’NML. La coppia è considerata responsabile dell’infiltrazione del laboratorio canadese con agenti cinesi in guisa di studenti provenienti da una serie di accademia scientifiche direttamente legate al programma di guerra biologica cinese, come l’Institute of Military Veterinary, Academy of Military Medical Sciences di Changchun, il Center for Disease Control and Prevention di Chengdu, il Wuhan Institute of Virology dell’Hubei e l’Institute of Microbiology e la Chinese Academy of Sciences di Pechino.

I quattro centri di ricerca sulla guerra biologica cinese appena menzionati hanno collaborato con il dottor Xiangguo Qiu per studi sull’ebola; l’Istituto di veterinaria militare ha inoltre partecipato a uno studio sul virus della febbre della Rift Valley, mentre l’Istituto di microbiologia a uno sul virus Marburg. Risulta che il farmaco usato in quest’ultimo studio, il Favipiravir, sia stato testato con successo dall’Accademia Cinese delle Scienze Mediche Militari con la designazione JK-05 (originariamente un brevetto giapponese registrato in Cina già nel 2006) contro l’ebola e altri virus.

Gli studi avanzati della dottoressa Qiu sul coronavirus, l’ebola, il nipah, il marburgo o la febbre della Rift Valley sembrano parte essenziale del programma cinese sullo sviluppo di armi biologiche. L’inchiesta canadese è in corso e permangono dubbi sul fatto che precedenti trafugamenti di virus o altri preparati essenziali siano avvenute dal 2006 al 2018.

Gary Kobinger, ex capo dei patogeni speciali (a destra), e Xiangguo Qiu, ricercatrice (secondo da destra) assieme a Kent Brantly e Linda Mobula della Johns Hopkins School of Medicine, la stessa che ha curato con lo ZMapp Brantly in Liberia quando è stato infettato dall’Ebola durante l’epidemia del 2014-16.

Xiangguo Qiu ha effettuato almeno cinque viaggi nel corso dell’anno 2017-18 al summenzionato Laboratorio Nazionale di Biosicurezza di Wuhan dell’Accademia Cinese delle Scienze, che è stato certificato BSL4 a gennaio 2017. Inoltre, nell’agosto 2017, la Commissione Sanitaria Nazionale cinese ha approvato ricerche sui virus ebola, nipah e della febbre emorragica Crimea-Congo presso il laboratorio di Wuhan. Per coincidenza, il laboratorio nazionale di biosicurezza di Wuhan si trova a soli 30 km di distanza dal mercato del pesce di Huanan, epicentro dell’epidemia di coronavirus.

Distanza tra il laboratorio di massima sicurezza di Wuhan e il mercato da cui sarebbe partita l’infezione da coronavirus

Il Laboratorio Nazionale di Biosicurezza di Wuhan è ospitato presso l’Istituto di virologia di Wuhan, in realtà una struttura militare collegata al programma di guerra biologica cinese. È stato il primo laboratorio in assoluto nel Paese progettato per soddisfare gli standard di livello 4 di sicurezza biologica (BSL-4), il livello di rischio biologico più elevato.

Nel gennaio 2018, il laboratorio era operativo “per esperimenti di ampio raggio sui patogeni BSL-4”, ha scritto Guizhen Wu sulla rivista Biosafety and Health. “Dopo un incidente con il virus della SARS nel 2004, che ha comportato la sua fuoriuscita, il Ministero della sanità cinese ha avviato la costruzione di laboratori di conservazione di agenti patogeni di più alto livello”.

L’istituto di Wuhan ha studiato i coronavirus in passato, incluso il ceppo che causa la sindrome respiratoria acuta grave, o SARS, il virus dell’influenza H5N1, l’encefalite giapponese e la dengue. I ricercatori dell’istituto hanno anche studiato il germe che causa l’antrace, un agente biologico sviluppato in Russia.

“I coronavirus (in particolare la SARS) sono stati studiati nell’istituto e probabilmente vi sono ancora conservati”, ha dichiarato Dany Shoham, ex ufficiale dell’intelligence militare israeliana che ha studiato la guerra biologica cinese. Egli ha detto. “La SARS è inclusa nel programma cinese di guerra biologica ed è trattata in diverse strutture pertinenti”.

James Giordano, professore di neurologia alla Georgetown University e ricercatore in Guerra Biologica presso lo Special Operations Command degli Stati Uniti, ha dichiarato che il crescente investimento della Cina in bioscienze, in aggiunta a una etica più “flessibile” in materia di editing genetico e altre tecnologie all’avanguardia, nonché l’integrazione tra governo e mondo accademico aumentano la possibilità che gli agenti patogeni vengano trasformati in armi.

Ciò potrebbe significare l’insorgere di un agente offensivo o un germe modificato per il quale solo la Cina ha una cura o un vaccino. “Questa non è di per sé una guerra, ma attraverso tali iniziative la Cina può presentarsi come salvatore globale, creando quindi vari tipi di dipendenze macro e microeconomiche e a livello di bio-energia”.

In un studio del 2015 per il Centro per gli studi strategici Begin-Sadat di Bar-Ilan, Dany Shoham ha individuato oltre 40 strutture cinesi coinvolte nella produzione di bio-armi. L’Accademia Cinese delle Scienze Mediche Militari ha effettivamente sviluppato un farmaco per l’ebola (chiamato JK-05), ma nulla si sa riguardo al possesso del virus da parte della struttura di difesa, il che lascia presupporre che esso faccia parte del bio-arsenale cinese.

L’ebola è classificato dagli americani come agente di bioterrorismo di “categoria A”, il che significa che potrebbe essere facilmente trasmesso da persona a persona, comporterebbe alti tassi di mortalità e “potrebbe causare panico collettivo”. Il Centers for Disease Control and Prevention identifica invece il Nipah come sostanza di categoria C, agente patogeno mortale emergente che potrebbe essere diffuso su larga scala.

Si ritiene che il programma di guerra biologica cinese sia in una fase avanzata, una fase che include capacità di sviluppo e produzione di armi. Si ritiene che il suo inventario attuale includa l’intera gamma di agenti chimici e biologici tradizionali con una serie di sistemi di diffusione tra cui missili di artiglieria, bombe aeree, spruzzatori e missili balistici a corto raggio.

La strategia nazionale cinese di fusione degli ambiti militari e civili ha messo la biologia al primo posto e l’esercito potrebbe essere in prima linea nell’espansione e nello sfruttamento di questa tecnologia. Le forze militari stanno infatti studiando applicazioni belliche per la biologia, esaminando promettenti combinazioni con altre discipline, tra cui le neuroscienze, il supercalcolo e l’intelligenza artificiale. Dal 2016, la Commissione militare centrale ha finanziato progetti di neuroscienze, sistemi biomimetici avanzati, materiali biologici e biomimetici, miglioramento delle prestazioni umane e “nuovi concezioni” biotecnologiche.

Uno studio del 2016 (Research on the Assessment of Human Performance Enhancement Technology) identifica il sistema CRISPR/Cas9 come una delle tre tecnologie che potrebbero aumentare le capacità belliche delle truppe. La ricerca ha esaminato l’efficacia del farmaco Modafinil nel potenziamento cognitivo e della stimolazione magnetica transcranica, un tipo di stimolazione cerebrale, sostenendo che il “grande potenziale” del CRISPR-Cas come “tecnologia di deterrenza militare di cui la Cina dovrebbe cogliere le opportunità”.

Un consiglio che le autorità cinesi non si sono fatte scappare, lanciando la National Genebank, il più grande archivio di tracciamento genetico al mondo, allo scopo di “sviluppare e utilizzare le preziose risorse genetiche della Cina, salvaguardare la sicurezza nazionale in bioinformatica e migliorare la capacità della Cina di coglierne le opportunità strategiche” nel campo della guerra biotecnologica.

L’interesse dei militari cinesi per la biologia come ambito emergente della guerra è guidato da strateghi che parlano di potenziali “armi genetiche” e della possibilità di una vittoria senza spargimento di sangue.

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