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Il coronavirus in Germania: speranza, ottimismo, aria buona!

Pubblichiamo qualche riga di un editoriale di un importante penna della Frankfurter Allgemeine Zeitung (Manfred Köhler) per dare un’idea di come la stampa tedesca sta vivendo la crisi del coronavirus.

Speranza, ottimismo, aria buona!
(FAZ, 27 marzo 2020)

Il tasso di crescita delle persone con infezione da coronavirus in Germania si è quasi dimezzato e ora si sta diffondendo un cauto ottimismo! Forse possiamo già vedere la luce in fondo del tunnel, seppur vaga e lontana, ma tanto basta: gli scienziati dell’Università di Magonza assieme ai loro colleghi di Ratisbona hanno utilizzato un nuovo metodo per calcolare che il tasso di crescita dell’infezione in Germania non è più del 27% al giorno (come la scorsa settimana), ma è sceso al 14%. Gli scienziati delle Cliniche universitarie di Gießen e Marburgo, a loro volta, hanno realizzato una semplice macchina di ventilazione con materiali disponibili in qualsiasi negozio di ferramenta (per fortuna sono ancora aperti!).

Ciò che il ministro dell’Economia dell’Assia Tarek Al-Wazir (Verdi) afferma in un’intervista sulla situazione si adatta al nostro umore ottimista, che speriamo non duri poco: “Il rapido declino dell’economia può essere seguito da una crescita altrettanto rapida”. Dopo tutto, l’Assia ha superato rapidamente le conseguenze della crisi finanziaria del 2009.

La crisi non deve durare troppo a lungo, altrimenti le persone rischiano di andare fuori di testa e ciò potrebbe avere conseguenze terribili. A Raunheim, dove la cittadinanza dovrebbe passare le giornate più liete da anni perché per un bel po’ non sarà più afflitta dal rumore degli aerei, al supermercato un cassiere si è accapigliato con due clienti perché credeva che gli si stessero avvicinando un po’ troppo. Alla fine c’è stato bisogno di un medico, che in questo momento avrebbe altre cose da fare.

In aggiunta, a causa della forte frenata dell’economia, l’aria sta migliorando, ma non tanto quanto si pensi, perché le relazioni tra uso di combustibili e inquinamento non sono ancora del tutto chiare.

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