Il Corriere è un giornale serio (fake news)

Chiedo scusa ai lettori, ma ho avvisato che si tratta di una bufala: no, il Corriere non è un giornale serio. Per rendersene conto, basterebbe aprirne una copia in un giorno qualsiasi, anche se forse con l’edizione di oggi (26 gennaio 2017) si sono superati. Infatti sono riusciti a pubblicare un articolo contro le cosiddette fake news accanto a un pezzo che spaccia per vera una bufala su Trump!

Vediamo infatti a pagina 13 la reprimenda di Beppe Severgnini (il più umile dei giornalisti italiani) contro i siti dichiaratamente satirici ma che in realtà non sembrano tali perché ospitano pubblicità di American Express e Vodafone, le quali (parole sue) «con la loro presenza, finiscono per accreditar[li]» (“Aiuti da Donald” e mille altre bufale: come arginare le fake news?).

Come soluzione, l’acuto Severgnini propone di educare il pubblico. Non sappiamo se attraverso “campi di educazione” creati allo scopo, ma ad ogni modo crediamo che la prima “allieva” dovrebbe essere la sua collega Viviana Mazza, che a pagina 12 imbastisce un sermone pseudo-femminista sulla storia (falsa) che durante la cerimonia d’insediamento Trump avrebbe “sgridato” la moglie Melania (“Il linguaggio del corpo? È da ostaggio”. L’appello sui social: #LiberateMelania).

In realtà si tratta di un video che il “Corriere” aveva già pubblicato due giorni fa (accompagnato pure da una “fotogallery”), una sequenza montata in modo che sembri che Melania Trump sia rimasta offesa da un commento sgarbato del marito, e non che invece abbia iniziato a sorridere mentre lui si è girato e abbia poi smesso per motivi sui quali è abbastanza superfluo indagare (del resto era l’istante in cui Franklin Graham, il figlio del celeberrimo Billy, stava recitando una preghiera per la nuova presidenza: come si vede dal video originale, anche gli altri astanti si fanno improvvisamente più seri).

Leggiamo giusto le prime righe del contributo della Mazza (risparmiandoci il resto):

«Melania è raggiante alle spalle del marito. Poi lui si volta, le dice qualcosa. E lei all’improvviso abbassa lo sguardo e smette di sorridere. Questo breve episodio, registrato dalle telecamere durante la cerimonia di insediamento di Trump, è ormai celebre: l’espressione sul viso della first lady è bastata a far lanciare l’appello “Free Melania”, già visibile il giorno dopo sui cartelli alla marcia delle donne, e poi diffuso come hashtag sui social media».

Da questo si evince, tra le altre cose, come Severgnini non abbia capito cosa sono le fake news: i siti satirici come “Lercio” c’entrano poco, anche perché solo un tonto (appunto) potrebbe pensare che una notizia è credibile perché ha accanto un banner della Vodafone; il problema è semmai rappresentato da quelle testate che spacciano le bufale più insulse con l’alibi della loro (sempre più flebile) reputazione. Con questo ovviamente non voglio riferirmi al Corriere, che resta un giornale serio (v. supra).

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