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Il dottor Sileri parla come il dottor Stranamore: “Pensate alla bomba nucleare”

Non seguo la televisione (non ce l’ho nemmeno) ma Il Giornale d’Italia segnala un allucinante scontro tra il sottosegretario alla salute Pierpaolo Sileri (noto per la sua violenza verbale) e l’endocrinologo Giovanni Frajese dell’Università Foro Italico di Roma in una trasmissione su La7.

Il professor Frajese ha deciso di non far vaccinare la figlia quindicenne nonostante ci sia “un prezzo da pagare in termini di libertà molto alto” perché considera, in base ai dati, i vaccini anti-covid ancora sperimentali e non sicuri per i più giovani. Come riporta Il Giornale d’Italia:

«La discussione è iniziata in quanto si stava valutando il rapporto rischi-benefici del vaccino nei bambini tra i 5 e gli 11 anni. Giovanni Frajese ha risposto alla domanda della conduttrice Myrta Merlino, che gli ha chiesto se vaccinerà la figlia, dicendo: “No, mia figlia non l’ho vaccinata, né ho intenzione di vaccinarla”. A questa risposta, la Merlino ha provato a chiedere in maniera quasi pressante le opinione in merito ai vaccini del dottor Frajese. Sebbene la conduttrice fosse insistente, è stata fermata dall’endocrinologo, che è intervenuto dicendo: “Le mie opinioni personali sul vaccino non contano. Come non contano quelle di Sileri, o quelle di chiunque altro. Contano i dati scientifici. Secondo voi tra i 5 e gli 11 anni il vaccino è sperimentale o no?”. A tale domanda, il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri (tra l’altro compagno di studi del dottor Frajese) ha risposto che il vaccino non è sperimentale ed è tutta una bugia. A tale affermazione, Frajese ha aggiunto che “l’inizio della sperimentazione del vaccino è iniziata il 24 marzo 2021 e la conclusione del trial è il 23 luglio 2024, mi stai dicendo che questa non è una sperimentazione? Il trial finisce nel 2024 e questa non è una sperimentazione? Ragazzi, abbiate pazienza se c’è un trial clinico che finisce nel 2024 è una sperimentazione, al di là delle definizioni che gli volete dare. È sbagliato dare informazioni false, perché poi la gente perde fiducia nella comunicazione”».

Che i vaccini siano sperimentali è ammesso dalla stessa Pfizer: negli studi sottoposti alle autorità sanitarie americane, il colosso farmaceutico ha sostenuto che il trial group per la fascia di età tra i 5 e gli 11 anni non è stato abbastanza ampio per studiare adeguatamente il rischio di danni cardiaci, e ha annunciato la necessità di condurre un altro studio approfondito di cinque anni dopo l’approvazione del vaccino da parte delle autorità statunitensi.

Persino un membro del panel della Food and Drug Administration (che ha avuto diritto di voto per l’approvazione del siero anti-covid nella fascia d’età tra i 5 e gli 11 anni) ha dichiarato candidamente che “non sapremo mai quanto sia sicuro il vaccino finché non inizieremo a somministrarlo”.

In ogni caso, senza entrare nel merito della discussione, mi hanno particolarmente colpito le affermazioni finali del Sileri, che nell’usare metafore belliche a raffica ha offerto la misura della hybris a cui sono giunti i rappresentanti del “governo della peste“:

“Non possiamo dire che questi vaccini siano sperimentali, così come non possiamo dire che questi vaccini siano stati inventati ieri: sono almeno due lustri che si lavora sui vaccini a mRna. Che poi la scienza abbia fatto dei passi da gigante, è ovvio, era un atto un atto dovuto: anzi, la stessa cosa avviene anche durante le guerre. Quando vi sono delle guerre mondiali, soprattutto gli armamenti, vengono… Pensate alla Seconda Guerra Mondiale, pensate alla bomba nucleare. Ecco, faccio un esempio fra tutti: quanto impulso ha dato alla ricerca sulle armi nucleari la Seconda Guerra Mondiale? È quello che accade durante le guerre”.

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