«Volete sapere come vedo io il nostro futuro politico? Provo a spiegarlo, anche se qualcuno la riterrà una previsione troppo nera. L’unica strada utile che ci resta è quella di un governo tecnico, un insieme di galantuomini non legati ai partiti in grado di affrontare i rebus irrisolti che angustiano l’Italia del 2017. Senza soccombere alle pretese della Casta politica che farà di tutto per non essere messa da parte. Il Parlamento deve restare sovrano, ma per ottenere un minimo di rispetto deve a sua volta rispettare l’impegno dei personaggi senza tessera che il Presidente della Repubblica avrà scelto per affidargli un compito tra i più difficili e ingrati.
Desidero essere esplicito, a costo di venire considerato un ultrà del pessimismo. Al di là di una compagine di super tecnici e del suo eventuale fallimento, esiste soltanto un governo dei militari. Presieduto da un generale dell’Arma dei carabinieri o della Guardia di finanza. Con i paracadutisti a proteggere i ministeri, minacciati dagli uomini bomba del Califfato nero.
Vogliamo correre questo rischio? Spero di no».(Giampaolo Pansa, L’Italia non c’è più, Rizzoli, Milano, 2017, p. 12)