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Il governo francese ha appena sciolto i Lupi Grigi

Il governo francese con una mossa senza precedenti ha oggi dichiarato illegale il movimento turco dei Lupi Grigi, sigla con cui vengono generalmente indicati gli appartenenti a vari gruppi ultra-nazionalisti, tra i quali il più rappresentativo sarebbe il Club degli idealisti per l’educazione e la cultura (questa la denominazione ufficiale), filiazione del Milliyetçi Hareket Partisi (Partito del Movimento Nazionalista).

“Il decreto per lo scioglimento dell’organizzazione è stato approvato dal Consiglio dei ministri”, ha annunciato il ministro degli Interni Gérard Darmanin, motivando la decisione con i ripetuti atti di vandalismo e violenza di cui si sarebbero rese protagoniste alcune organizzazioni identitarie turche su territorio francese. Il gesto più eclatante compiuto ultimamente da questi cosiddetti “Lupi Grigi” è stata una spedizione punitiva contro la comunità armena, culminata nell’imbrattamento della sede del Consolato della Repubblica Armena a Lione e nella profanazione del memoriale dedicato al genocidio a Décines-Charpieu (centro della diaspora francese) con scritte inneggianti a Erdoğan (RTE, le iniziali del presidente turco) e alla costola francese della formazione (Loup Gris).

I tumulti anti-armeni in tutta la Francia (che ha una delle comunità numericamente e culturalmente più importanti al mondo) erano aumentati di intensità in corrispondenza con il riacuirsi del conflitto nel Nagorno-Karabakh, creando non pochi problemi di ordine pubblico nell’area di Digione, già turbata questa estate dalle scorrerie degli immigrati ceceni contro le bande algerine.

La crisi diplomatica tra Parigi e Ankara ha poi fatto il resto e si è dunque giunti a questa iniziativa che ha del tempismo notevole: nonostante i Lupi Grigi francesi siano assolutamente minoritari e insignificanti (non sono nemmeno registrati come associazione ufficiale), la loro messa al bando ha in questo momento un alto valore simbolico. Fino a questo momento non era infatti mai scoppiata una “questione turca” in Francia: la comunità aveva sempre mantenuto un bassissimo profilo e non si era verificato praticamente alcun incidente. L’unico “lupo” incappato nelle maglie della giustizia finora era stato un ventitreenne franco-turco che aveva fatto lo spaccone in un video sui social, chiedendo al governo turco di dargli “una pistola e 2000 euro” per far pulizia degli armeni. Per il resto, anche se alcuni attribuiscono alla branca francese dell’organizzazione gli omicidi mirati di tre attiviste curde a Parigi nel 2013 (ma  le autorità transalpine hanno sempre sospettato un’operazione diretta dei servizi di Ankara), finora i Loup Gris non avevano fatto parlare di sé.

Da un punto di vista politico, la mossa serve specialmente a danneggiare l’immagine del governo turco in Europa, insinuando nell’opinione pubblica l’esistenza di un collegamento tra la scia di sangue tra Nizza e Vienna e una “rete” diretta in qualche modo da Erdoğan, nonostante non esista alcuna prova di un qualsiasi collegamento tra “cellule dormienti” e “burattinai oltreconfine”. Un’iniziativa dunque molto astuta ma al contempo, come abbiamo notato, fin troppo simbolica per credere che Macron voglia davvero “andare fino in fondo” con la sua personale crociata.

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