China built a lab to study SARS and Ebola in Wuhan – and US biosafety experts warned in 2017 that a virus could ‘escape’ the facility that’s become key in fighting the outbreak
(Daily Mail, 23 gennaio 2020)
Gli scienziati avevano lanciato immediatamente l’allarme sulla sicurezza di un laboratorio creato nel 2017 a Wuhan per studiare alcuni dei patogeni più pericolosi al mondo. Adesso un coronavirus simile alla SARS sta infettando la Cina ed è pronto a espandersi nel mondo.
La Cina nel 2017 a Wuhan ha inaugurato il primo biolaboratorio di una serie di 5-7 progettati per la massima sicurezza allo scopo di studiare i patogeni più ad alto rischio, tra cui l’ebola e i virus SARS.
Tim Trevan, un consulente della biosicurezza del Maryland, ha dichiarato a Nature la sua preoccupazione che la mentalità cinese possa rendere l’istituto poco sicuro, perché “è importante in queste strutture che ognuno si senta libero di parlare e di divulgare informazioni”.
In effetti, secondo l’articolo di “Nature” del 2017 il virus SARS era “fuggito” più volte da un laboratorio di Pechino [la rivista però ci tiene a precisare che “l’ipotesi che il laboratorio di Wuhan, discusso in questo articolo, abbia avuto qualche ruolo nell’epidemia di coronavirus non è verificata e gli scienziati ritengono che la fonte più probabile del coronavirus sia un mercato di animali”].
Il laboratorio nazionale di biosicurezza di Wuhan si trova a circa trenta chilometri di distanza dal mercato del pesce di Huanan e alcuni si sono domandati se il fatto che l’epicentro dell’epidemia sia quello rappresenti solo una coincidenza, ma la comunità scientifica attualmente crede che il virus sia mutato e “balzato” alle persone attraverso il contatto animale-umano al mercato.
Anzi, secondo il microbiologo della Rutgers University Richard Ebright “non c’è motivo di nutrire sospetti” che la struttura abbia avuto a che fare con l’epidemia, a parte aver sequenziato il genoma che consente ai medici di diagnosticarlo.
Il laboratorio nazionale di biosicurezza di Wuhan, ospitato presso l’Istituto di Virologia di Wuhan, è stato creato nella speranza di aiutare la Cina a contribuire alla ricerca sui virus più pericolosi del mondo. Costruito nel 2015, il laboratorio era ancora sottoposto a test di sicurezza, ma quasi pronto per essere aperto nel 2017.
È stato il primo laboratorio in assoluto nel paese progettato per soddisfare gli standard di livello 4 di sicurezza (BSL-4), il livello di rischio più elevato, il che significa che sarebbe qualificato per gestire i patogeni più pericolosi.
I laboratori BSL-4 devono essere equipaggiati con tute a tenuta stagna e speciali spazi di lavoro in grado di confinare virus e batteri trasmissibili attraverso l’aria in scatole sigillate, alle quale gli scienziati accedono con guanti di sicurezza appositi.
Ci sono circa 54 laboratori BSL-4 in tutto il mondo.
Inizialmente il laboratorio prevedeva di avviare un progetto che richiedeva solo precauzioni di BSL-3: un virus trasmesso da zecche che causa la febbre emorragica Crimea-Congo. È una malattia altamente fatale, che uccide dal 10 al 40 percento di quelli che infetta.
Anche la SARS è un virus BSL-3. Secondo l’intervista di Nature al direttore del laboratorio, Yuan Zhimin, il laboratorio di biosicurezza di Wuhan aveva pianificato di studiare il virus della SARS.
Nel gennaio 2018, il laboratorio era operativo “per esperimenti globali sugli agenti patogeni BSL-4”, ha scritto Guizhen Wu sulla rivista “Biosafety and Health”.
Dopo che un virus SARS è “fuggito” da un altro laboratorio nel 2004, i funzionari cinesi si sono impegnati a migliorare gli standard di sicurezza, ma anche a espandere la capacità del paese di continuare a studiare i virus.
“Dopo un incidente di laboratorio della SARS nel 2004, l’ex Ministero della sanità cinese ha avviato la costruzione di laboratori di conservazione di agenti patogeni di alto livello come SARS, coronavirus e virus dell’influenza pandemica”, ha scritto Guizhen Wu. Non è chiaro cosa siano o dove si trovino quei laboratori.
Il laboratorio di Wuhan è anche attrezzato per la ricerca sugli animali. Nel 2017, gli scienziati che hanno parlato con Nature riconoscono l’opportunità che le sperimentazioni sugli animali offrono per lo sviluppo di vaccini e trattamenti.
I regolamenti per la ricerca sugli animali – specialmente quelle condotte sui primati – sono molto più rigidi in Cina che negli Stati Uniti e in altri paesi occidentali, il che significa che le sperimentazioni sono meno costose e sono sottoposti a molti meno limiti. E questo era motivo di preoccupazione per il consulente alla biosicurezza Trevan di cui sopra.
Studiare il comportamento di un virus come il 209-nCoV e sviluppare trattamenti o vaccini per esso richiede l’infezione di scimmie di ricerca, un passo importante prima del test sull’uomo. Le scimmie sono però imprevedibili, avvertì Ebright: “Possono correre, graffiare, mordere”, ha detto, e i virus che trasportano andrebbero dove vanno le loro zampe, le loro unghie e i loro denti.