Se tra quarant’anni nel guardarmi indietro dovessi descrivere la migliore giornata della mia vita, probabilmente opterei senza esitazioni di raccontare uno dei primi giorni di giugno 2025, quando un distributore automatico della Stazione di Mestre al binario 6 (il numero ovviamente non corrisponde a quello reale, ma è stato scelto per motivi cabalistici, così come lo stesso nome della stazione, “Mestre”, è di pura fantasia ed eventualmente potrebbe essere ispirato alla regione che nel Talmud è indicata come Mitzrayim o Mitzra) ha deciso di emendarsi da mesi, o forse anni, di latrocinio di resti nei confronti degli ignari turisti e cominciare a sputare monetine di uno o due euro.
Il fato ha voluto che davanti al macchinario si trovasse il sottoscritto, un povero italiano che si muore di fame e la cui unica speranza per il futuro è rappresentata dai glitch nella Matrix come quello che vo narrarvi: un episodio che sarà tramandato nei secoli per aver rappresentato perfettamente il riscatto della plebe (gli sfigati bianchi che viaggiano ancora in treno) verso le élites (i negretti in giacca gialla addetti allo svuotamento periodico dei distributori, che di solito portano a termine infilando il tesoretto leprechauniano in un lurido sacchetto di plastica).
In pratica, le monetine hanno cominciato a fioccare in virtù di una malfunzione degli ingranaggi, provocata appunto dall’accumulo esasperante di troppi resti indebitamente trattenuti dalla macchina, la quale stava ormai esplodendo come l’orgoglio di un omosessuale catanzarese quando riceve la cittadinanza onoraria milanese. Dunque, nel giro di pochi secondi il distributore avrà buttato fuori una ventina di euro in tagli da 20 e 50 cent, 1 e 2 euro.
Nell’arraffarli e occultarli immediatamente in ogni pertugio possibile (del vestiario, s’intende, e a tal proposito ricordo che un pantalone senza tasche è come una femmina senza tette: non si sa dove mettere le mani), oltre ad aver finalmente esperito l’entusiasmo dello schnorrer di fronte a una fontana piena di monetine, mi sono talmente inebriato da non accorgermi che nel frattempo si stavano appropinquando sul luogo del delitto i predatori più temibili di tutta la fauna nazionale (e internazionale): i napoletani.
Più precisamente si trattava di una coppia sulla cinquantina rappresentanti entrambi del carattere del partenopeo serioso, quello che sembra adontarsi per qualsiasi frase venga pronunciata in sua presenza. Tanto è vero che, nel spiegar loro la faccenda, nessuno dei due si è sforzato di abbozzare un sorriso di circostanza nemmeno al cospetto dei miei esilaranti paragoni fra slot machines e distributori automatici. Tuttavia, hanno cominciato ad aiutarmi tenendomi fermo il cassetto automatico che, non avendo i sensori, è suscettibile di tranciare una mano non solo (forse giustamente) al grassatore, ma anche al più sobrio degli utenti.
Una volta finita la razzia, ho dovuto fare il gesto di spartire il bottino con i più rinomati rappresentanti della pratica sul suolo patrio (senza soluzione di continuità dal brigantaggio al camorrismo), ma essi incredibilmente (so che siamo ai limiti della fantascienza) si sono rifiutati e mi hanno lasciato tutto. È proprio il caso di dire che Ce stanno cchiù cose ‘ncielo e ‘nterra, Gennazio, ‘e quante ne può penzà ‘a to’ filosofia
Ovviamente, tutto ciò è stata solo una complicata manovra per giungere all’unico esito possibile di questa commovente storia: contattare la ditta addetta ai distributori, segnalargli il guasto e, nonostante la consapevolezza che fosse denaro sottratto ad onesti boomeroni e normaloidi, beneficiare la Satantronic della somma, magari attendendo un addetto da Caltanissetta davanti al distributore, accampandomi assieme ai tanti frequentatori notturni della Tachanat Mitzrayim (“Stazione di Mestre” come indicata nello Zohar).
Di certo non sono andato spendermi tutto in sigari, birra e gratta e vinci per festeggiare l’avventura più coinvolgente ed appagante di tutta la mia miseria esistenza, ma al contrario ho preferito comportarmi come un bravo cittadino che onora i principi di legalità, giustizia e responsabilità individuale, cardini di una Repubblica democratica e liberale fondata sullo Stato di diritto, dove il libero mercato convive con l’etica pubblica e il rispetto delle regole comuni. E ora ginepro, assenzio, limoncello, sereni a votare al referendum!
Meglio di Las Vegas
https://www.totalitarismo.blog/wp-content/uploads/2025/06/wewuzkangwhiteancientegypt.jpg