Il messianismo cabalistico e la caduta della Siria: la presa di Damasco prodromica alla ricostruzione del Terzo Tempio

Un amico mi segnala il video di un certo rabbino Richter (sul web non compaiono dettagli biografici, ma è evidente che sia un Chabad-Lubavitcher), il quale interpreta la caduta del regime di Assad, considerata in realtà una distruzione dell’intera Siria, come evento messianico nella prospettiva del cammino di redenzione che gli ebrei avrebbero intrapreso dopo la creazione di Israele.

Il rabbino parte istituendo una connessione tra la fine della nazione siriana e la sconfitta dei greci siriaci da parte di Israele circa 2100 anni nel mese di Kislev (novembre-dicembre) stesso periodo di Hanukkah. Citando poi un inno del rabbino cabalista Shlomo Halevi Alkabetz (1500-1580), “Preghiamo Dio affinché il Tempio del re sorga sopra le rovine”, Richter collega l’espressione Mikdash (“Tempio”) a Damashek (“Damasco”), presentando la caduta della capitale siriana come evento necessario per la ricostruzione del Tempio.

Tale scenario era già stato invocato nel 1973 da Menachem Mendel Schneerson, il capo religioso degli Chabad-Lubavitch, che invitava il governo israeliano a occupare Damasco “anche solo per un giorno”, e al quale è ispirata l’interpretazione gematrica del nome di Damasco. Richter cita direttamente Schneerson nel sostenere che:

«Secondo la cabala “Tempio” e “Damasco” hanno esattamente le stesse lettere [….]. L’impuro guscio di Damasco ostacola e impedisce il ritorno del Tempio. […] Perciò il Rebbe disse che se conquistassimo Damasco anche solo per un giorno, questo potrebbe liberare il Tempio dall’impuro guscio di Damasco e consentire l’avvento del Terzo Tempio».

La stessa connessione gemiatrica viene peraltro stabilita dal cabalista luriano Hayim Vital (1542–1620), di origine italiana (per questo denominato “Il Calabrese”), proprio di stanza a Damasco, e che Richter ovviamente chiama in causa.

Richiamando un midrash, Bereshit Rabbah, il rabbino sostiene che la conquista di Damasco non rappresenta semplicemente una “guerra regionale” ma un evento messianico, ai tempi della battaglia della valle di Siddim (quando Abramo combatté i quattro re “siriani”) come nell’evo attuale, dove i “quattro re” sarebbero un simbolo dei quattro esili principali del popolo ebraico (babilonese, persiano, greco e romano):

«Le quattro nazioni che hanno soggiogato il popolo ebraico per oltre 2000 anni, dove sono ora? Dov’è Roma? Dov’è la Grecia? E la lista continua… Tutti i nostri aguzzini, dove sono ora?».

Il fatto che “Abramo” non abbia conquistato Damasco millenni fa come ai giorni nostri dipende dai peccati di Israele, in particolare quelli compiuti nella parte settentrionale dominata dalla tribù di Dan. A corroborare tale visione, Richter cita il volume Le incredibili meraviglie della Torah (1879) di un rabbino cabalista discepolo di Naftali Zvi e Israel Salanter, Zvi Hirsch (1834-1914), che istituisce lo stesso parallelo tra il Nord di Israele ad egli contemporaneo (intendendo forse la Siria stessa?) e quello controllato dalla tribù di Dan, i cui peccati appunto frenarono Abramo dal conquistare Damasco.

Unendo le proprie “profezie” a quelle di cabalisti dei secoli addietro, Richter afferma che Israele “trarrà vantaggio della situazione” e “si avvicinerà sempre pù a Damasco” quando sarà giunto il tempo della Redenzione, come è scritto in Ezechiele (naturalmente sempre secondo le interpretazioni lubavitcher della Torah: “Damasco diventerà parte della terra di Israele alla fine dei giorni” [Ez 47, 17]).

Ciò che è di clamoroso è questo miscuglio continuo di messianismo fanatico e “notizie del giorno”: per esempio il rabbino chiama in causa direttamente il famigerato al-Jolani, il nuovo “emiro liberatore” della Siria, con un vaneggiamento teologico-politico:

«Perché si chiama “Jolani”? Il suo nome suona molto simile a Golani, e si chiama così perché i suoi antenati volevano che ricordasse sempre da dove venisse e dove sarebbe dovuto tornare.
Questi jihadisti hanno gli occhi puntati sulla terra di Israele. Assad non era amico di Israele, ovviamente, ma non voleva ingaggiare una battaglia diretta contro Israele. Questi jihadisti invece sì, e noi potremmo essere sul punto di far diventare Damasco parte della terra di Israele».

Cita poi un passaggio a suo dire “stupefacente” dello Zohar, dove si afferma che negli ultimi giorni, prima dell’imminente arrivo del Messia (Mashiach ben David), emergerà un capo proprio dalla tribù di Dan che porterà la guerra e la vendetta di Israele nel mondo e avrà un nome simile a quello della Siria (Surayah?). Purtroppo è difficile risalire alle fonti, posto che, come detto, sono tutte interpretazioni di questa scuola ortodossa (infatti in altre traduzioni il nome del capo di Dan è indicato come tzalya).

Abramo si è dunque fermato alle soglie di Damasco per i peccati della tribù di Dan, ma sarà proprio un uomo di questa tribù a propiziare la conquista, e i segni saranno guerre e vendette:

«Aprite i giornali, guardate su internet, cercate quando negli ultimi 2000 anni si è assistito a un numero così alto di vendette contro i malvagi come negli ultimi due mesi o negli ultimi 14 o 15 mesi, questo è un evento senza precedenti nella storia ebraica».

Parla apertamente di Libano e di Gaza (“che i loro nomi siano cancellati”), e ora della “vendetta” contro Damasco e la Siria. Il delirio cabalistico (comunque accreditato anche ai piani alti del governo israeliano) prosegue nell’interpretazione dei 54 anni di “dittatura alauita” con il corrispettivo numerico del nome Dan, che vale anche per giustizia, ed è ovviamente 54 (mi domandavo infatti perché sulla stampa internazionale si insistesse così tanto su una cifra per niente “tonda”…), nonché con la coincidenza della caduta della Siria sempre nel mese di Kislev (novembre-dicembre), dominato dal “segno zodiacale della Persia”.

Il riferimento, enigmatico, mi ha in realtà aiutato a scoprire che ogni misticismo ebraico ha un suo speciale oroscopo, nel quale, per esempio, gli arabi sono legati allo Scorpione, i Romani alla Bilancia e, per l’appunto, i Persiani al Sagittario. Quindi se il loro segno è dominante, gli iraniani in questo periodo dovrebbero avere il totale controllo, ma come sostiene ancora il rabbino, se nel mese di Nissan (marzo-aprile) a dominare è l’Ariete (che lui definisce “agnello”, lamb), che lui riconduce agli Egiziani (ma in realtà secondo altre cabale Israele sarebbe l’Ariete e l’Egitto il Toro), allora è Israele a trionfare sempre e comunque contro il nemico “dominante” (penso abbiate capito l’antifona).

Ecco perché, per questi fanatici del Terzo Tempio, è il momento di approfittare della grande caduta della nazione-segno dominante e spingersi fino a Damasco per rimuovere il “guscio”, accelerare il tempo messianico e, in termini prettamente cabalistici, “rimuovere la presenza divina dall’esilio”.

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4 thoughts on “Il messianismo cabalistico e la caduta della Siria: la presa di Damasco prodromica alla ricostruzione del Terzo Tempio

  1. Bel articolo.
    Offtopic: farai un articolo su luigi mangione e tutta questa vicenda negli USA? Mi interessa particolarmente anche che sia diventato in brevissimo tempo un idolo tra le donne, il che si ricollega a temi da te già trattati su come le donne siano attratte da criminali o comunque chi commetta reati, a prescindere dalle motivazioni “buone” o meno.

  2. Un bel taglio di capelli da Zohar, il barbiere Adam Jewish Sandler. E poi un bell’aperitivo sul terrazzo in galleria meneghina con retro-vista sulla libreria vasta e altissima di lustrissimi e non troppo voluminosi adelphi della dissoluzione perlopiù bianco crema. Parquet mogano, calici retrò. Un morbido e dolce silenzio. E poi lei: “E così sei stato un… templare?”. “Sì, bella mia. Ma ero solo il Terzo”.

  3. I cinesi più dei russi stanno facendo sbagli strategici enormi.
    Aspetta che si svegliano gli uiguri e ne vedremo delle belle.

  4. Gran pezzo Bestione ,
    Si ritrova la stoffa dei vecchi tempi, sepolta sotto spessi strati di meme a causa della rappresaglia teocon , ma a ben vedere mai del tutto sopita. Immaginiamo come certi argomenti possano ancora scatenare l’orticaria da quelle parti. Che dire , si può solo aggiungere che ‘da Dan verrà l’Anticristo’ tanto per metterci il carico .. “Sentiamo un po’ di musica?”

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