Il Mossad ti uccide in modo più sobrio

US vs. the Mossad
Assassination tactics and the death of Soleimani
(Jerusalem Post, 3 gennaio 2020)

Esplosioni, fuochi d’artificio, dodici morti: tutto nei pressi di un grande aeroporto internazionale. C’è una differenza abissale tra il modo in cui la principale potenza mondiale, gli Stati Uniti, e una potente agenzia di intelligence di una potenza regionale, il Mossad, fanno il loro gioco. Ne è un esempio l’assassinio del comandante iraniano Qasem Soleimani e del comandante della milizia irachena Abu Mahdi al-Muhandis.

Non è che la CIA non abbia mai compiuto omicidi segreti – lo fanno, lo fanno. E non è che Israele non faccia mai saltare in aria i suoi nemici (magari in Siria) – lo fanno, lo fanno. Israele preferisce però agire nell’ombra, spesso servendosi del Mossad per eliminare senza lasciare traccia gli strateghi del terrorismo o gli esperti di armi.

In effetti, il minimo comun denominatore dei presunti omicidi di terroristi -dalla Malesia alla Tunisia- da parte del Mossad negli ultimi anni, è l’alto livello di professionalità e l’assoluta mancanza di impronte, in modo da far dubitare di chiunque tranne che del nostro servizio.

Il Mossad cerca anche di eliminare solo una persona alla volta e di solito lo fa in un’area meno esposta, tenendo il più basso profilo possibile nel compiere un omicidio.

A volte le informazioni su un presunto assassinio del Mossad richiedono tempo per insinuarsi nei media, perché oltre al corpo di un terrorista morto, non ci sono molti altri indizi su cosa sia accaduto e quando.

Questo non era evidentemente l’obiettivo dell’amministrazione Trump giovedì sera, quando ha ucciso Soleimani in un luogo il più esposto possibile, con grandi perdite per le sue truppe e spettacolari “fuochi d’artificio”.

Mentre i funzionari israeliani non commentano nemmeno le operazioni del Mossad, Trump ha twittato una bandiera americana e il Pentagono ha divulgato la notizia per assicurarsi di prendersi il merito dell’attacco.

L’amministrazione Trump ha voluto ricordare all’Iran nel modo più sfacciato possibile che gli Stati Uniti sono ancora la superpotenza principale del mondo e che l’Iran, anche con tutti i suoi emissari e le sue strategie, al suo confronto è un peso piuma.

La decisione di Trump di far fuori platealmente Soleimani all’aeroporto iracheno potrebbe avere un impatto decisivo sulla presenza degli Stati Uniti in quel Paese. Mentre Trump probabilmente preferirebbe garantire l’autonomia delle forze statunitensi nelle basi irachene, in tale occasione il suo messaggio è stato che, basi o non basi, gli Stati Uniti colpiranno duramente l’Iran se oserà attaccare ancora i soldati americani.

Ciò non significa che Israele possa contare anche sugli Stati Uniti per difendere gli interessi israeliani: n particolare, non è detto che gli Stati Uniti useranno la forza contro il programma nucleare della Repubblica islamica, e l’Iran potrebbe intensificare lo scontro con l’America su altri livelli.

Trump potrebbe persino tornare su suoi passi a un certo punto, anche se il suo messaggio all’Iran è forte e chiaro: non mettetemi alla prova. A ridosso delle elezioni vorrebbe probabilmente evitare di essere trascinato in una guerra in Medio Oriente, ma se l’Iran cercasse di metterlo in difficoltà colpendo le truppe statunitensi, ecco che egli sarebbe disposto a fargli pagare un prezzo più alto di quanto ci si possa aspettare.

Il Mossad potrebbe aver avuto un ruolo nell’aiutare gli Stati Uniti a rintracciare Soleimani, anche se questo non è stato rivelato, ma la decisione di colpirlo in modo così “vistoso” porta la firma di Trump.

Osama Bin Laden e Saddam Hussein avevano giudicato erroneamente gli Stati Uniti come deboli e riluttanti ad affrontare una nuova guerra, contando sulla “sindrome post-Vietnam”: per questo hanno spinto troppo oltre, facendo una brutta fine.

Non c’è dubbio che Trump preferisca sempre evitare l’uso della forza: ma come dimostra questo assassinio mirato, l’Iran farebbe bene a ricordare che gli Stati Uniti sono ancora la superpotenza mondiale del mondo e tirare troppo la corda non è una mossa intelligente.

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