Şahi-209, il nuovo cannone “autoctono” della Turchia

(fonte)

L’industria bellica turca segna di giorno in giorno nuovi traguardi: dopo aver prodotto attrezzature chiave per le proprie forze armate, gli ingegneri sono prossimi a sperimentare una tecnologia rivoluzionaria, il cannone a rotaia elettromagnetico.

Secondo le fonti turche, il cannone “autoctono” Şahi-209, che spara attraverso energia elettromagnetica, sarà integrato in una nave al fine di effettuare le prove in mare della versione Block-II. La Turchia sarà il terzo Paese a utilizzare questo tipo di arma in mare.

Le ricerche da parte dell’industria bellica turca in questo campo sono iniziate con la produzione di alimentatori a impulsi nel 1972 e sono proseguiti con lo sviluppo dei primi sistemi di controllo a commutazione elettronica nel 1985; il primo modello è stato sviluppato dal 2008 fino a oggi. La società di difesa turca Yeteknoloji, che ha voluto a sperimentare soluzioni “nazionali” e design originali per la tecnologia elettromagnetica, ha iniziato a lavorare allo Şahi-209 nel luglio 2018.

La società, che fornisce armi alle agenzie militari e di intelligence in Medio Oriente e Asia, ha rivelato il suo ultimo gioiello a una delegazione di esperti il 9 ottobre 2019. Il presidente della Yeteknoloji Fazil Hilal ha dichiarato che “lo Şahi-209 offre le migliori prestazioni utilizzando l’elettricità anziché i propellenti esplosivi e spara a velocità ipersonica“, ovvero sei volte la velocità del suono.

“L’EMRG può essere reso operativo per piattaforme terrestri entro un anno su richiesta”, ha aggiunto. Hilal ha affermato che il paradigma delle industrie della difesa sta cambiando e, se la Turchia saprà adattarsi a questi cambiamenti potrà diventare uno dei principali produttori di armi del mondo.

Lo Şahi-209 prende il nome dal cannone di ottone (şahi top), l’arma usata per demolire le mura di Istanbul da Maometto II, e dalla data di fondazione delle forze di terra proto-turche (209 d.C.) da parte di Mete (Mao-tun/Modu Chanyu), leggendario capostipite delle tribù nomadi dell’Asia centrale e fondatore dell’impero Xiongnu.

L’uso dell’elettricità anziché del propellente esplosivo per il lancio facilita la logistica e offre maggior sicurezza. L’arma vanta un’energia di 10 megajoule e può sparare a velocità ipersoniche proiettili da 35 mm a una distanza di 50 chilometri, con un costo molto basso (20.000 dollari a colpo) rispetto ai sistemi tradizionali, avvalendosi anche di un potenziale maggiormente distruttivo.

Il sistema attualmente funziona da elemento di supporto di quelli già esistenti e potrà essere utilizzato in ambito terrestre e marittimo o su piattaforme tattiche mobili.

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