Axios riporta le dichiarazioni allarmate di un alto rappresentante della Difesa americana riguardo le capacità militari dei “ribelli” Houthi: per l’addetto all’acquisto delle armi del Pentagono, il sottosegretario alla Difesa Bill LaPlante, i combattenti yemeniti starebbero impiegando armi sempre più sofisticate, tra cui missili che “possono fare cose incredibili”.
LaPlante ha esplicitamente affermato che gli Houthi “stanno diventando una minaccia temibile”, esprimendo le sue osservazioni in pubblica sede (un summit sulla difesa a Washington): «Sono un ingegnere e un fisico, e ho avuto a che fare con i missili per tutta la mia carriera. Ciò che ho visto di ciò che gli Houthi hanno fatto negli ultimi sei mesi è qualcosa che… mi ha scioccato».
Al di là della portata della minaccia, comunque concreta anche per l’altrettanto sconcertante decadenza dell’apparto militare statunitense (che non ha ancora metabolizzato il nuovo scenario bellico in Medio Oriente a base di droni e missili economici), sembra che queste parole dovrebbero servire da monito indiretto a chi crede che si possa attaccare e occupare l’Iran come si è fatto con l’Iraq (dove la guerra è andata avanti per un decennio con costi spaventosi).
Bisogna infatti immaginare un territorio immenso disseminato di migliaia di gruppi di “insorti” che probabilmente faranno rimpiangere agli americani le imprese degli Houthi, i quali peraltro, rispetto per esempio ad Hamas o Hezbollah, stanno subendo meno perdite proprio per la loro “deterritorializzazione”, che volenti o nolenti li ha portati a elaborare un nuovo tipo di guerriglia ipertecnologica rivelatasi poi un perfetto deterrente alle ubbie dell’Impero di turno.