Il primo matrimonio combinato della storia

Visto che oggi si fa un gran parlare di “matrimonio combinato” come qualcosa di sbagliatissimo e molto bruttissimo, ho deciso di fare un viaggio del tempo (come è noto, da quando ho scoperto il modo in cui gli Elohim utilizzano tale tecnologia ormai mi reco spesso nel Neolitico o nella Misterbianco del 1977, che è poi la stessa cosa), cercando di risalire alle origini di tale pratica.

Osservo da lontano con il mio binocolo di fabbricazione bielorussa (paradossalmente, c’è sempre qualche difficoltà nel trasportare tecnologia avanzata sulle macchine del tempo) una scena a quanto pare molto comune nel Paleolitico: un gruppo di Neanderthal sta discutendo dell’ultima scappatella di una delle loro donne con un Sapiens.

I Neanderthal hanno dei tratti molto simili a quelli di alcune popolazione odierne come gli umbri o i maranza (anche se a differenza di questi ultimi sono molto più puliti ed educati), e in questo momento si stanno confrontando in maniera piuttosto accesa sull’ennesimo “colpo di fulmine” di una femmina del gruppo per un bell’esemplare di Sapiens dagli occhi azzurri e dalla pelle bianca conosciuto come Kiran.

Ura, questo è il nome della femmina Neanderthal, fondamentalmente una sub4, si è fatta ingravidare e ora la tribù è alle prese con l’ennesima “ragazza madre” che partorirà il solito ibrido ingestibile. Ecco perché il capo Thar decide di convocare tutti gli uomini attorno al fuoco e assieme a loro cominciare a pensare a qualche provvedimento da prendere prima che sia troppo tardi. Traduco in maniera approssimativa il dialogo a cui ho assistito:

«Allora ragazzi che si fa con queste puttane?»
«Io sono cugino di Ura ed essa apparteneva a me! Ma è possibile che siamo così ghei da non riuscire a tenere a bada le nostre donne?»
«Secondo me sono tutte queste chiacchiere sul coefficiente di consanguineità che ci stanno rovinando: mio nonno Vorr ha sposato mia cugina di 10 anni più giovane, e quanti lo hanno criticato? Fino a poco tempo fa era un’usanza normalissima, ora invece quanti meme cattivi sono apparsi nelle caverne, tipo “Attente ragazze perché quando compiete 15 anni Vorr se ne sceglie una più giovane”? La colpa è un po’ di tutti».
«Non sono d’accordo, secondo me i primi responsabili sono quei fottuti Sapiens: io ho anche parlato con Ura e sai cosa mi ha detto? Che non ci estingueremo perché le donne sono tutte puttane, ma a causa dei “cambiamenti climatici”, perché il sole picchierà troppo in seguito all’inversione del campo magnetico terrestre. E secondo voi chi le ha messo in testa queste sapiensate?».
«Scusate fratelli, sapete per me quanto sia difficile parlare da quando mia moglie, quella grandissima bagascia di Bura, si è fatta impallinare da un Sapiens. Ecco, anche con me faceva tutti questi discorsi, tipo “Noi Neanderthal spariremo perché abbiamo cacciato troppo e ora la Grande Mare Terra è stanca”. E un giorno è arrivata persino a sostenere che dobbiamo incrociarci con i Sapiens perché il futuro è “ibrido e fluido”. Cornuto e mazziato, insomma!»
«Qui bisogna fare qualcosa. Il grande Thar in persona, che poi sarei io, d’ora in avanti stabilirà un rigido sistema di accoppiamenti che prevede la pena di morte (è finita la pacchia, zoccole) per quelle che si faranno infarcire da un Sapiens»
«Urra per Thar l’Ultra-Basato! Tribù Redpill al comando!»

Il giorno successivo decido di osservare i Neanderthal più da vicino: il gruppo è in fermento, i cacciatori stanno preparando le lance, le donne si occupano dei raccolti, ma l’atmosfera è tesa. La notizia delle nuove regole di Thar si è diffusa in modo pressoché immediato, e sembra che per Ura sia venuto il momento della lapidazione.

Il grande capo si prepara a incontrare la fedifraga. La donna è seduta vicino al fuoco, con lo sguardo abbassato ripensa all’errore compiuto, ma la sua mente le dice che al cuor non si comanda e che le passioni travolgenti vanno assecondate. Ecco il dialogo che si è svolto, tradotto dall’intelligenza artificiale:

«Ura, è tempo che tu comprenda le conseguenze delle tue azioni. Cosa volevi dimostrare con il tuo comportamento?»
«Non è stato solo un impulso, Thar. Non sono stata incosciente, ho fatto una scelta. Kiran… è diverso. Ho visto la sua forza, la sua bellezza. Non è solo l’aspetto fisico, è qualcosa che mi ha attratto interiormente»
«Ma tu non capisci. Kiran è un Sapiens! Non è uno di noi! Come pensi che il nostro popolo reagisca a questo? Come pensi che influenzi il futuro dei nostri figli?»
«I nostri figli… forse sono il futuro, Thar. Forse non è male che nascano diversi. Non sarà mai facile, ma forse è l’unico modo per sopravvivere, per evolverci»
«Non è evoluzione, Ura. È distruzione. La nostra tribù è fatta di forza, di identità. E tu stai minando tutto questo»
«Forse siamo solo troppo legati al passato. E forse, l’ibrido, quel bambino che porterò, potrebbe essere l’inizio di qualcosa che non possiamo ancora comprendere»

Thar è profondamente irritato e non sa che pesci pigliare con questa Ura, che del resto è anche sua cugina. Il suo animo è combattuto. “E che diamine”, pensa, “noi non siamo bestie, seppelliamo i nostri morti, usiamo ornamenti rituali, abbiamo persino una grotta sacra che è una protochiesa, per non dire dell’assistenza che garantiamo a malati e anziani. Da qui, del resto, deriva il nostro culto degli antenati: come si potrebbero adorare degli antenati ibridi? Immagina vedere il proprio nonno senza monociglio e privo di qualsiasi prognatismo, quale rispetto potrebbero avere per lui i suoi discendenti? Oh raga il nonno ha il bel faccino, attenti che magari vi vuole dare anche un bel bacino… Ma poi, pensiamo anche alle nostre magnifiche pitture rupestri, così cariche di implicazioni simboliche”…

E proprio mentre si volta ad ammirare l’arte Neanderthal, il buon Thar nota un nuovo graffito su una delle pareti della caverna: Kruk lo stolto ha appena inciso una réclame nella quale pubblicizza la sua nuova linea di scarpe in pelliccia di coniglio dove compare un uomo Sapiens che abbraccia e bacia una donna Neanderthal. Thar a quel punto perde completamente la testa e sbraita: «Cosa sarebbe questa sapiensata??? In che modo la propaganda a favore dell’ibridazione dovrebbe aiutare a vendere delle scarpe???».

La rabbia della tribù erompe: Ura è travolta da tutto quello che Thar e i suoi accoliti riescono a trovare. Purtroppo sembra che io sia arrivato proprio nel momento in cui l’ipergamia muliebre ha già raggiunto il “punto di non ritorno” e qualsiasi provvedimento, anche il più severo e disperato, non riuscirà in alcun modo a porre un freno alla naturale mancanza di lealtà femminile nei confronti del gruppo di appartenenza. Se non altro, ora gli storici, gli antropologici e i sociologi potranno utilizzare la mia testimonianza, registrata in modo diretto, per ripensare le loro ipotesi.

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