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Il sesso anale sta distruggendo le società occidentali

Come riporta un’inchiesta del quotidiano britannico “Guardian” (Rise in popularity of anal sex has led to health problems for women, 11 agosto 2022), il Servizio Sanitario Nazionale inglese denuncia i danni alla salute causati nelle donne dalla martellante propaganda riguardo al sesso anale tra le coppie eterosessuali.

Secondo le ricercatrici Tabitha Gana e Lesley M Hunt (che hanno appena pubblicato il loro studio sul “British Medical Journal”), le conseguenze per chi si “concede” tale pratica frequentemente includono incontinenza e infezioni a trasmissione sessuale, nonché dolore e sanguinamento in seguito a traumi fisici causati dalla pratica. Tutta una serie di problemi di cui un’intera generazione di donne è all’oscuro, anche per la riluttanza dei medici a discuterne, considerando che fino a poco tempo fa “il rapporto anale era considerato un comportamento sessuale a rischio per la sua associazione con alcol, uso di droghe e frequentazione di partner sessuali multipli”.

Tutto è cambiato, notano sempre le dottoresse, quando il sesso anale “si è spostato dal mondo della pornografia ai media mainstream e serie televisive come Sex and the City (Wikipedia: “Ambientata a New York, la serie racconta la vita sentimentale e sessuale di quattro amiche, tre delle quali intorno ai 35 anni ed una, Samantha, intorno ai 40”) e Fleabag (Wikipedia: “Fleabag è una giovane donna londinese che ha una vita problematica, dovuta […] alla sua instabile quanto frenetica vita sessuale e sentimentale”) sono state trasmesse a manetta.

Lo studio riporta che le donne che praticano sesso anale sono maggiormente a rischio rispetto agli uomini: “Sono stati segnalati tassi in aumento di incontinenza fecale e lesioni dello sfintere anale nelle donne”, afferma. E ancora: “Le donne sono più a rischio di incontinenza rispetto agli uomini a causa della loro diversa anatomia e degli effetti degli ormoni, della gravidanza e del parto sul pavimento pelvico”.

“Le donne hanno sfinteri anali meno robusti e una pressione inferiore del canale anale rispetto agli uomini, e il danno causato dalla penetrazione anale è quindi più accentuato… Il dolore e il sanguinamento che le donne riportano dopo aver fatto sesso anale sono indicativi di un trauma e i rischi possono aumentare se il sesso anale viene fatto in modo forzato”.

La ricerca del National Survey of Sexual Attitudes condotta in Gran Bretagna riportata dallo studio ha rilevato che la percentuale di persone di età compresa tra 16 e 24 anni che intraprendono rapporti anali eterosessuali è aumentata dal 12,5% al ​​28,5% negli ultimi decenni. Allo stesso modo, negli Stati Uniti dal 30% al 45% di entrambi i sessi l’hanno sperimentato.

Le due dottoresse (Hunt, chirurgo a Sheffield, e Gana, nello Yorkshire) affermano che molti medici in particolare medici di base e ospedalieri, sono riluttanti a parlare con le donne dei rischi connessi, perché non vogliono apparire “bigotti” o moralisti: “Tuttavia, con una percentuale così alta di giovani donne che ora fanno sesso anale, la mancata discussione quando si presentano con sintomi anorettali espone le donne a diagnosi mancate, trattamenti inutili e ulteriori danni derivanti dalla mancanza di consigli medici“.

Anche se l’unico commento sarebbe nessun commento, siamo costretti a osservare due cose: le specialiste hanno dichiarato apertamente al foglio britannico che “Many doctors… are reluctant to talk to women about the risks involved, partly because they do not want to seem judgmental or homophobic“. Non si sa bene da dove salti fuori l’omofobia, considerando che la loro ricerca si basa solo sulle condotte sessuali a rischio delle coppie eterosessuali, tuttavia il riferimento svela il Segreto di Pulcinella, ovvero che il sesso anale causa enormi problemi perlopiù ai maschi omosessuali, sia perché nonostante lo sfintere più resistente lo praticando in una percentuale infinitamente più alta rispetto alle donne, sia perché nel loro ano non infilano solo organi genitali maschili ma anche tutta una serie di strumenti (“giocattoli”) nonché i pugni (secondo la pratica sessuale conosciuta come fisting).

Da questo deduciamo anche quanta pressione sociale debba sentire un medico che si rifiuta di fare una diagnosi per paura di essere considerato judgmental. La polemica delle dottoresse qui è abbastanza ridicola, perché non accennano nemmeno al livello di politicamente corretto raggiunto dalle società occidentali.

Sulle quali, per altro, non abbiamo nulla da dire, se non invitare a indagare sull’identità di chi ha voluto promuovere il “sesso anale di massa” tra le donne etero.

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