Il suicidio di Andrzej Lepper (e altre note sulla situazione politica polacca)

Il lettore che mi aveva segnalato un articolo pessimista sulla situazione della Polonia dopo il rimpasto di governo (pezzo che mi aveva lasciato alquanto scettico), nella discussione in privato aveva accennato anche ad alcuni “suicidi eccellenti” avvenuti nel Paese negli ultimi anni:

In effetti, la categoria del “politico polacco suicida” è così inusuale da meritarsi nientedimeno che una pagina di Wikipedia! Tuttavia, il caso di Andrzej Lepper (1954–2011), leader della destra populista polacca (ex vicepremier e ministro dell’Agricoltura nel governo Kaczyński), trovato impiccato nel suo ufficio a Varsavia, mi pare il più sui generis. Tanto che, nella fallimentare ricostruzione del mio “archivio internettiano” personale (di cui ho parlato qui), è comunque saltato fuori qualche appunto sulla sua figura, lasciatomi da un altro grande lettore (anche oggi particolarmente attivo nei commenti, quasi dieci anni di fedeltà non sono pochi!). Li ripubblico così come sono, lasciando a ognuno la possibilità di trarre le conclusioni che desidera:

«Lepper era il leader del partito dei coltivatori, Samo-Obrona (auto-difesa), una sua creatura; in politica aveva un po’ il ruolo della CDU (cioè sempre disponibile a fare da stampella al vincitore).
Lepper era, in fondo, una brava persona con evidenti limiti. Era un fervente cattolico e da anni si occupava da solo in modo straziante del figlio molto malato. Nessuna cultura e idee molto confuse. Era stato anche accusato di aver stuprato una segretaria del suo partito; il processo era stato fermato per l’immunità parlamentare, ma era ripartito dopo la caduta del governo Kaczyński.
Il contesto nel quale è stato suicidato è questo.
Kaczyński aveva creato una commissione anti-corruzione. La corruzione in Polonia è a livelli spaventosi, e Kaczyński aveva deciso di ridurla almeno a livelli fisiologici, solo in ambito pubblico.
Lepper era coinvolto in un episodio di corruzione considerato in Polonia molto grave: aveva acconsentito a cambiare la destinazione d’uso di terreni attualmente adibiti a parco nazionale, ovviamente dietro compenso.
In Polonia questa cosa è grave non solo per la spiccata attitudine dei polacchi alla vita in armonia con l’ambiente (che noi potremmo definire, sbagliando, ecologismo), ma anche perché i polacchi sono sopravvissuti al comunismo grazie al baratto e ai boschi pubblici (legna per scaldarsi e funghi).
Insomma, Kaczyński stava per intraprendere una azione contro il suo Ministro dell’agricoltura (e questo dà l’idea di chi sia Kaczyński) quando c’è stata una fuga di notizie.
Secondo la ricostruzione, il ministro degli interni Kaczmarek si è recato (dopo una lunga anticamera) dal finanziere, petroliere e noto corruttore di politici Ryszard Krauze. Uscito Kaczmarek, è entrato un uomo dell’ufficio di Lepper.
La ricostruzione è stata possibile grazie alle telecamere dell’albergo (il Marriott di Varsavia) dove risiede Krauze. Poi il governo Kaczyński è caduto, e Tusk ha bloccato tutte le inchieste per corruzione in corso.
Pochi giorni prima di essere suicidato, Lepper aveva rilasciato un intervista ad un giornalista di un quotidiano cattolico (“Gazeta Polska”, edito da padre Rydzik, creatore di Radio Marjia) nella quale diceva di sentirsi in colpa per quell’affare; voleva andare da Kaczyński e raccontare tutto.
Però è stato trovato penzolante.
Chi lo conosce dice che mai si sarebbe suicidato, tanto meno lasciando suo figlio senza assistenza».

Lo stesso commentatore, tempo dopo, aveva aggiunto sempre tra i commenti un altro appunto sulla situazione politica di allora (2011-2012), in particolare sul tentato suicidio del procuratore militare Mikołaj Przybył che indagava su Smolensk. Voglio riportare anche queste osservazioni, soprattutto in considerazione de fatto che in Italia le informazioni su Varsavia arrivano perlopiù in modo “monolitico” (o a tutta destra -sui blog- o a tutta sinistra -sulla grande stampa-).

«Sull’incidente (se si vuole chiamare così) di Smolensk stanno indagando sia la procura militare che quella civile. I giornali (ormai tutti in mano agli ambienti tuskiani) hanno pubblicato alcune notizie fuggite dalla procura militare.
Il procuratore capo della procura militare si è rivolto all’operatore telefonico, che però (poiché non c’era nessuna indagine sui giornalisti) si è rifiutato di fornire i tabulati. È riuscito comunque ad avere alcune informazioni (non si sa bene quali) dai fascicoli del processo presso la procura civile.
A questo punto i giornalisti hanno cominciato una campagna di stampa contro la procura militare perché impedirebbe la libertà di stampa e la libertà civile dei giornalisti controllando le loro telefonate. Lo slogan era che la procura militare è un organo inutile che va sciolto.
Przybył (già responsabile delle indagini sulla corruzione nell’esercito polacco) ha indetto una conferenza stampa nel corso della quale ha denunciato l’aggressione giornalistica alla procura militare e ne ha difeso l’esistenza e l’operato. Poi ha tentato il suicidio mettendosi la pistola (non quella d’ordinanza, ma una sua personale) in bocca e sparando. Però… si è sparato nella guancia. Per essere un militare professionista poteva fare di meglio…
Il giorno seguente Przybył ha incontrato nuovamente i giornalisti e ha detto che con il suo gesto voleva “difendere il procuratore capo”. Da chi? Boh…
Comunque lo stesso giorno si è saputo che il governo aveva pronto un progetto di scioglimento della procura militare, proprio come chiedevano i giornalisti. Guarda un po’.
Comunque, dov’è Tusk? A sciare sulle dolomiti. Mi spiego: ogni volta che il governo sta per varare un provvedimento “delicato” lui è in vacanza…
Tre ipotesi sul tentativo di suicidio:
– una manovra dei procuratori dell’esercito per attirare su di sè l’attenzione e bloccare il progetto del governo.
– Una lotta tra fazioni all’interno del PO [la “Piattaforma Civica”, ndr]. Tusk ha eliminato dal nuovo governo tutte le personalità forti, o medio-forti; tra queste Grzegorz Schetyna, che aveva scelto il procuratore capo militare e a cascata tutta la procura.
– Lotta tra i due palazzi. Infatti, pur essendo stato cacciato da Tusk, Schetyna continua ad essere un uomo di fiducia di Komorowski. Quindi colpendo la procura militare si indebolisce il potere del presidente della repubblica.
Tieni presente che l’esercito polacco si sta sfaldando. Dopo Smolensk se ne sono andati migliaia di ufficiali, i sostituti sono uomini ambigui o inetti».

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5 thoughts on “Il suicidio di Andrzej Lepper (e altre note sulla situazione politica polacca)

  1. Carissimo, intanto complimenti al tuo lettore.
    Il punto della questione è lo spettacolo d’illusionismo nel quale siamo coinvolti.
    Cade il muro di Berlino e finisce il comunismo.
    E le centinaia di migliaia di persone che quel regime l’hanno costruito, che dal quel regime sono stati nutriti dove sono finiti? Dissolti nel nulla? Tutti quegli assassini senza scrupoli di cui si servivano i regimi sovietici dove sono finiti?
    Questi “suicidi” ci danno qualche spunto di riflessione.

    1. “Complimenti al tuo lettore”: credo tu lo conosca bene, anzi forse è la persona che conosci meglio (anche se la psicologia ci insegna quanto sia difficile conoscere se stessi).

  2. Quando Kaczynski voleva approvare la legge sulla “lustracija” Oriente e Occidente sono insorti come un sol uomo per bloccare il provvedimento…

    OT: ieri ho visto “Atomica bionda”. Una cagata di film e una Teron un pò invecchiata (sempre notevole, ovviamente). Il contesto storico era così descritto: il regime sovietico è caduto a causa delle imponenti e spontanee manifestazioni di piazza della popolazione che chiedeva un “cambiamento”.
    Come dire: si sono dimenticati di organizzare una “Rivoluzione colorata” e rimediano in ritardo?

    1. Non l’ho visto perché fa parte del nuovo corso ultra-femminista del cinema americano, il quale comprende tutti gli indecorosi remake al femminile (da “Ghostbusters” in avanti), e obiettivamente non mi interessa nemmeno come fenomeno antropologico. In ogni caso gli americani si sono fatti delle grandi risate (qui sotto una critica “maschilista” e una più diretta a “forma e contenuti”, entrambi inconsistenti).

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