1933 – I tedeschi sono i più grandi importatori di soia al mondo e acquistano la maggior parte dei loro semi dalla Manciuria. A partire da quest’anno la Germania si rende conto tuttavia che tale dipendenza potrebbe diventare pericolosa in tempo di guerra. Anche l’affidamento completo al tragitto ferroviario transiberiano, supponendo una duratura amicizia con la Russia, appare comunque un’opzione precaria.
Per questo, non appena Hitler giunge al potere, i tedeschi tentarono di incrementare la produzione di soia in Romania e altri Paesi balcanici. Il grande consorzio dell’industria chimica I.G. Farben, con il pieno sostegno del governo del Reich, si impegna a promuovere la coltivazione di soia in Romania: migliaia di tonnellate di semi vengono introdotte nel Paese. Nel 1934 a Bucarest viene costituita la Soja S.A.R., con capitale tedesco, per la produzione e il commercio della soia attraverso un sistematico lavoro di dirozzamento dei contadini romeni. Le sue attività raggiungono tutti i villaggi dove è possibile iniziare la produzione di soia.
1934 – La I.G. Farben promuove la coltivazione della soia su larga scala (circa 1.400 ettari) tra gli agricoltori romeni della Transilvania e della Bessarabia
1936 – Nasce la Neue Edelsoja-Gesellschaft e fa domanda per il brevetto tedesco n. 697.424 riguardante la farina di soia: l’inventore, probabilmente il dottor László Berczeller, chiede di non essere nominato. Poco dopo l’ascesa al potere di Hitler, la I.G. Farben (che controlla la maggior parte dell’industria chimica in Germania) acquisisce la licenza dei brevetti Berczeller per la farina di soia: ciò significa che Hitler sta preparando la guerra anche sul fronte alimentare.
1938 – L’Alto Comando della Wehrmacht pubblica un libro di 71 pagine intitolato Speisenzusammenstellung unter Mitverwendung von Edelsoja mit Kochanweisungen [Istruzioni per la preparazione dei pasti con la farina Edelsoja]. La farina di soia integrale della Edelsoja sarà parte integrante nella dieta dei soldati nazisti durante Seconda guerra mondiale, come fonte di proteine. Nel 1941 il volume viene tradotto in inglese da H.V. Johnson dell’Office of Foreign Agricultural Relations.
1940 – Il Times di Londra pubblica un articolo intitolato Una risorsa tedesca vitale: il fagiolo magico. Soia per uomini e bestie, nel quale si afferma che “per quanto riguarda l’aspetto alimentare, uno dei maggiori punti di debolezza della Germania è la scarsezza di prodotti alimentari di origine animale (carne, latte, uova). I tedeschi stanno affrontando questa mancanza ricavando dalla soia un farina chiamata Edelsoja, che, per il suo alto contenuto proteico (40-45%), di grassi e carboidrati, può sostituire completamente la carne o altri alimenti di origine animale”.
1936-1945 – Prima e durante la Seconda guerra mondiale i tedeschi coltivano e importano grandi quantità di soia dall’Europa orientale, principalmente dalla Romania, ma anche da Bulgaria, Jugoslavia, Ungheria e Grecia, sotto l’egida della I.G. Farben. In Romania l’area coltivata a semi di soia è aumentata da 1.500 ettari nel 1934 a 111.100 nel 1937, fino a un picco di 136.900 ettari nel 1940. Successivamente è diminuita drasticamente, a soli 25.000 ettari nel 1941, aumentando gradualmente fino a 62.000 nel 1944.
1941 – La Hensel-Werke di Stoccarda lancia sul mercato alimenti a base di soia. A maggio la Seconda guerra mondiale si conclude con la resa incondizionata della Germania nazista.
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