Le madri che allattano e fanno uso di marijuana potrebbero esporre i loro bambini al THC? Un nuovo studio rileva che è altamente probabile. Il tetraidrocannabinolo, il componente psicoattivo della cannabis comunemente noto come THC, è stato rilevato nel latte materno delle donne che consumano cannabis. I risultati sono preoccupanti in particolare perché gli autori dello studio ammettono che non esistono ricerche approfondite sugli effetti di tale droga sui neonati.
I ricercatori della Washington State University, nel loro studio appena pubblicato (maggio 2024) sulla rivista “Breastfeeding Medicine”, hanno riscontrato che, a fronte di una quantità di THC comunque bassa nel latte materno, non esiste al momento un metodo per stabilire in quanto tempo i livelli della sostanza potrebbe diminuire: anche dopo 12 ore, il THC continuava a essere rilevabile.
La cannabis è diventata una droga sempre più diffusa specialmente negli USA in quanto molti Stati americani ne hanno legalizzato l’uso “a scopo ricreativo”. Lo studio ha stabilito che i bambini delle madri risultate positive al THC nel latte materno avrebbero ingerito una media di 0,07 milligrammi di THC al giorno. Per fare un riscontro, la dose minima presente negli alimenti a base di cannabis (molto in voga appunto negli Stati americani dove è stata liberalizzata) è di circa 2 milligrammi di THC.
“I genitori che allattano [breastfeeding parents] devono essere consapevoli che se usano cannabis, i loro bambini probabilmente assumeranno cannabinoidi attraverso il latte che producono, e non sappiamo se questo abbia qualche effetto sullo sviluppo del bambino”, ha dichiarato l’autrice dello studio Courtney Meehan.
La diffusione del consumo di cannabis, specialmente tra le giovani donne occidentali (fascia d’età 15-34 anni), è giunto a livelli sempre più elevati, con le italiane a occupare i primi posti nelle classifiche europee (seconde solo a quelle della Repubblica Ceca). Difficile invertire tale tendenza, anche in un contesto in cui per fare figli bisogna possedere un’altissima motivazione, a fronte di tutta la propaganda anti-natalista rivolta alla stessa fascia d’età.