Harvard chemistry chief’s arrest over China links shocks researchers
(Nature, 3 febbraio 2020)
La comunità scientifica è rimasta scioccata dall’arresto di Charles Lieber, eminente chimico dell’Università di Harvard e pioniere delle nanotecnologie, accusato di aver reso dichiarazioni false al governo degli Stati Uniti in merito alla ricezione di finanziamenti per la ricerca dalla Cina.
Lieber, noto per la progettazione di nuovi nanomateriali e sviluppo di applicazioni in medicina e biologia, è stato arrestato il 28 gennaio. Due giorni dopo, un giudice federale ha approvato la sua scarcerazione su cauzione da un milione di dollari.
Le accuse si concentrano sul presunto coinvolgimento di Lieber nel Piano dei Mille Talenti in Cina, un programma prestigioso progettato per reclutare accademici nel Paese. L’accusa a Lieber è che abbia ricevuto centinaia di migliaia di dollari dalla Wuhan University of Technology e accettato di gestire un laboratorio per essa, in aggiunta al fatto che quando le agenzie governative statunitensi hanno chiesto delucidazioni sul suo coinvolgimento nel programma, egli ha negato qualsiasi affiliazione formale con l’Università di Wuhan.
L’arresto arriva nel contesto delle indagini da parte della giustizia statunitense sui legami internazionali delle proprie università, nel timore che i governi stranieri possano rubare proprietà intellettuali o influenzare la ricerca statunitense.
Professore di Harvard accusato di aver collaborato segretamente con l’Università di Wuhan
L’Università di Harvard, dove il laboratorio di Lieber ospita una decina di studenti laureati e ricercatori post dottorato, ha posto Lieber in congedo amministrativo retribuito, lo ha escluso dal campus e ha sospeso i suoi ruoli di ricerca e insegnamento. “Le accuse mosse dal governo degli Stati Uniti contro il professor Lieber sono molto serie”, ha dichiarato un portavoce dell’università. “Harvard sta collaborando con le autorità federali, incluso il National Institutes of Health, e sta conducendo le proprie indagini sulla presunta cattiva condotta”.
I dettagli dei presunti reati di Lieber compaiono nell’atto di accusa presentato dall’FBI in relazione al suo arresto: per un periodo di tempo tra il 2012 e il 2017, Lieber ha accettato di ricevere uno stipendio di 50.000 dollari al mese, oltre a circa 150.000 dollari all’anno per spese personali, dall’Università di Wuhan, e gli sono stati dati più di un milione e mezzo di dollari per istituire un laboratorio di ricerca lì. Secondo un contratto citato nel documento, Lieber avrebbe lavorato presso o per Wuhan per almeno nove mesi all’anno. Lieber ha anche accettato di ospitare scienziati in visita per due mesi nel suo laboratorio americano: secondo l’FBI un accordo di cui l’Università di Harvard non era a conoscenza.
Al contempo Lieber ha proseguito il suo mandato presso l’Università di Harvard e ha richiesto finanziamenti dalle agenzie statunitensi, ricevendo almeno 15 milioni di dollari in sovvenzioni federali dal Dipartimento della Difesa (DOD) e dal National Institutes of Health (NIH) dal 2008. Le politiche dell’Istituto richiedono che i ricercatori rivelino qualsiasi finanziamento ricevuto da governi stranieri o università al di fuori degli Stati Uniti. A Lieber è stato chiesto della sua partecipazione al Piano dei Mille Talenti nell’aprile 2018 dagli investigatori del DOD e da Harvard alla fine del 2018 in risposta a un’indagine del NIH. In entrambi i casi, dice l’FBI, ha negato di farne parte.
Il piano cinese dei “Mille Talenti” della Cina è stato al centro delle indagini americane contro le interferenze straniere nella ricerca. Nel novembre 2019 alcuni senatori hanno ipotizzato che il programma possa essere un mezzo con cui il governo cinese si impossessa delle proprietà intellettuali statunitensi. Michael Lauer, vicedirettore del NIH, ha dichiarato che i contratti incoraggiavano i partecipanti a creare “laboratori ombra” in Cina e replicare quanto facevano presso le istituzioni statunitensi.
Gli scienziati cinese-americani hanno sollevato preoccupazioni sul fatto che queste misure inducano i ricercatori di origine cinese a essere ingiustamente presi di mira e che un maggiore controllo danneggerà anche le collaborazioni che seguono le regole.
William Jorgensen, un chimico computazionale della Yale University di New Haven, nel Connecticut, afferma di essere preoccupato che lo scandalo Lieber pregiudichi la reputazione dei ricercatori americani tra quelli cinesi: “Non confondiamo il governo cinese con la qualità delle sue accademie”, ha affermato precisando che la sua esperienza di lavoro di ricercatori cinesi è stata positiva.
Lieber non è il primo scienziato americano ad essere coinvolto nelle continue tensioni politiche tra gli Stati Uniti e la Cina. Il mese scorso, un ex scienziato del Los Alamos National Laboratory nel New Mexico, accusato di aver chiesto di partecipare ed essere stato dunque reclutato dal Piano dei Mille Talenti, si è dichiarato colpevole di aver rilasciato una dichiarazione falsa al governo degli Stati Uniti. E il Moffitt Cancer Center di Tampa, in Florida, ha recentemente riferito che sei dipendenti, incluso l’amministratore delegato, sono stati costretti a dimettersi per non aver reso noto il loro collegamento con il programma.