«For the future, let those who come to play with me have no hearts»
(Oscar Wilde, The Birthday of the Infanta)
Leggo su varie testate (anche italiane) che “Salsiccia” (Λουκάνικος), uno dei tanti cani randagi che accompagnano le proteste greche, sarebbe morto di arresto cardiaco a causa dei gas lacrimogeni inalati in tanti anni sulle barricate.
Il decesso sarebbe avvenuto nel maggio 2014, ma la notizia è stata comunicata soltanto qualche mese fa, anche perché pare che il nome Loukánikos si riferisse a più cani, o forse a un animale-totem invocato durante le sommosse (come i longobardi quando chiamavano i cinocefali in battaglia):
L’argomento “cagnolini e animali pucciosi vari” è estremamente impegnativo, poiché si corre il rischio sia di far commuovere il popolo del web che di passare per uno di quegli insopportabili “amici degli animali” (che sarebbe meglio venissero tutti sbranati da un orso).
Per fortuna qui la questione non è sentimentale, ma politica: a vedere questo cane che affronta le cariche, addenta lacrimogeni e continua a correre in una nube di spray urticante vincendo -non si sa come- il proprio istinto, si prova un po’ di vergogna, più per la specie che per l’individuo: è possibile che un uomo venga superato in coraggio da una bestia? In questa Europa, evidentemente sì.