In Memoriam Roger Scruton

Se ci fate caso, di Thomas Stearns Eliot si celebra regolarmente l’anno di morte, non quella nascita: vorremmo crederla un’allusione a Little Gidding, l’ultimo dei Quattro Quartetti

We are born with the dead:
See, they return, and bring us with them.
The moment of the rose and the moment of the yew-tree
Are of equal duration. A people without history
Is not redeemed from time, for history is a pattern
Of timeless moments. So, while the light fails
On a winter’s afternoon, in a secluded chapel
History is now and England.

In questi versi, secondo il filosofo Roger Scruton venuto a mancare oggi, è racchiuso il senso di qualsiasi “conservatorismo” (cfr. Manifesto dei conservatori, 2007, p. 236).:

«Quei versi ci riportano alla convinzione che è il nucleo del conservatorismo moderno, alla credenza nel contratto à la Burke tra i vivi, i defunti e chi non è ancora nato; e, come Burke, sottintendeva, solo chi ascolta la voce di chi non c’è più è in grado di proteggere chi non è ancora venuto al mondo. La complessa teoria della tradizione proposta da Eliot dà senso e forma questa idea, poiché rende chiaro che la cultura […] è depositaria di un’esperienza che è al contempo in un luogo e ovunque, presente e senza tempo; è l’esperienza di una comunità santificata dal tempo. […] Solo in una comunità religiosa tali momenti fanno parte della vita quotidiana: per noi, nel mondo moderno, religione e cultura devono essere conquistate con un’opera di sacrificio, dal quale tutto dipende» 

R.I.P.

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