In Simon of Trent, gli ebrei fanno a pezzi la Pasqua e i bambini infrangendo un tabù per il cinema horror. Lo splatter ha sempre rispecchiato una ribellione verso i valori delle democrazie occidentali, per questo andava forte negli anni Trenta. Oggi rinasce come reazione a un sistema di potere che viene percepito come oppressivo e, in certi casi, repressivo.
Gli ebrei in Simon of Trent infrangono un tabù quasi sacrilego. Toccano – si fa per dire: li scorticano, li dissanguano, li sventrano – i bambini. Non solo. Lo fanno nella festa per eccellenza: la Pasqua. Il film è un caso. Da questa sera, 31 ottobre 2024, Simon of Trent è in anteprima al cinema per la notte di Halloween per poi tornare in programmazione dal 7 novembre.
La prima sequenza è una piccola anticipazione che funge da avviso, da manifesto. Come a dire: state per guardare anche di peggio. C’è una tenera bambina che avverte sua madre di aver sentito uno strano rumore. La madre la tranquillizza: è il coniglietto di Pasqua che viene a controllare se tutto è pronto per il suo arrivo. La piccola allora avvisa il fratello più grande che il coniglietto di Pasqua è in casa. Ma il fratello si gira dall’altra parte e continua a dormire. La nostra piccola sente altri rumori strani, scende le scale ed eccolo, che gioia!, il coniglietto in persona.
Ovviamente, non è il coniglietto ma Samuele da Bonaventura. La bimba si nasconde e lo osserva mentre sale le scale ed entra di soppiatto nella stanza del fratellino. Un istante e poi sentiamo uno SZOCK! terrificante. E poi ancora, e ancora, e ancora. Quello che non si vede, fa più paura. Lo stesso copione si ripete nella stanza dei genitori, solo che lì vediamo tutto. Il gran finale è destinato proprio alla bambina che si lascia scappare un fiato mentre è nascosta nella credenza. Titoli d’apertura, Simon of Trent può cominciare.
Ma perché un film come Simon of Trent appassiona così tante persone? Perché vedere un’entità demoniaca in forma di rabbino che estrae il sangue dalle vene di un bambino e lo fa essiccare in polvere per poi spargerlo sulle azzime? Perché vedere un gruppo di ebrei in abiti tradizionali che flagellano un piccolo innocente, lo incoronano di spine, gli sputano addosso, lo torturano con dei coltelli, gli fanno bere fiele e lo crocifiggono per poi infine trafiggergli il cuore con una lancia?
In definitiva, perché lo splatter è tornato di moda? Prima di quella che possiamo definire come nuova onda del genere (con la saga di “Simonino” ci sono anche gli horror a basso budget come Little Saint Hugh of Lincoln o William of Norwich), gli anni d’oro dello splatter e del gore sono stati i Trenta. Erano anni in cui, in parallelo, assistevamo all’ascesa dell’antisemitismo. L’eccesso di violenza e il gore nei film erano espressione della ribellione a tutto quello che veniva percepito come limitante, come costrittivo. Nella rappresentazione della cosiddetta “accusa del sangue”, c’è in fondo il desiderio di rovesciare un sistema che limita le libertà dei cristiani e più in generale dei goyim.
Negli anni ’90, con la globalizzazione e l’apertura delle società occidentali a nuovi modelli, la violenza estrema del gore ha perso il treno del mainstream, pur restando in una nicchia sostenuta da b-movie e dal mondo dei videogiochi. L’horror, però, si apriva a trame più raffinate e psicologiche che riflettevano sulle paure della stessa globalizzazione. Ecco, allora, che il ritorno dello splatter sul palcoscenico che conta ci suggerisce che Simon of Trent che fa a pezzi la Pasqua non è esattamente la risposta al giudaismo internazionale, a Benjamin Netanyahu o George Soros, ma quasi. Ritrarre la brutalità ebraica contro il povero Simonino è certamente uno sfogo, un piccolo simbolo contro un sistema di potere che viene percepito come oppressivo e, in certi casi, repressivo. Sovvertite le nostre società con la degenerazione? E noi ci inventiamo un bambino il cui martirio fa a pezzi il vostro sistema di valori. La famiglia, la Pasqua, i bambini; persino i bambini.
PS: Questa è una parodia di una recensione di “Fanpage” a Terrifier 3. Ho parlato di questo pezzo, nonché della pellicola horror, qui: