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L’insegnante decapitato in Francia era nel mirino dei servizi francesi per “attentato alla laicità”

Una nota del 12 ottobre segnalava la “polemica” nata dopo il corso di Samuel Paty, l’insegnate decapitato nella periferia di Parigi da un diciottenne ceceno. Un ispettore avrebbe dovuto ricordargli le “regole della laicità e della neutralità”.

In quella nota c’era già tutto: la “vivace polemica” nata dal corso di Samuel Paty sulla libertà di espressione, nell’ambito del quale ha mostrato le famigerate vignette di Charlie Hebdo contro Maometto; il desiderio di tranquillizzare gli animi del preside del collegio; le e-mail di protesta da diverse famiglie; l’ispettore inviato a ricordare al professore “le regole della laicità e della neutralità”; i maneggi di Brahim Chnina per far credere agli inquirenti che sua figlia avesse preso parte al corso -il che è falso- e fosse rimasta “danneggiata nella sua integrità psicologica”.

Il 12 ottobre gli agenti locali del Renseignement Territorial (RT), avevano registrato tutto in quella nota per l’intelligence francese: col titolo Episodio riguardante i principi della laicità nel collegio Bois d’Aulne a Conflans-Sainte-Honorine, il documento ripercorre, giorno dopo giorno, il conflitto scoppiato nella scuola.

Lunedì 5 ottobre, Samuel Paty tiene un corso sulla libertà di stampa mostrando agli studenti le caricature pubblicate da Charlie Hebdo. Secondo i servizi, l’insegnante si era premurato di chiedere ai suoi studenti se alcuni fossero di fede musulmana, e li aveva invitati, qualora infastiditi, a lasciare la classe o chiudere gli occhi per qualche secondo.

Il giorno successivo, una madre ha contattato il preside, sostenendo che sua figlia era stata esclusa dalla lezione in quanto musulmana. L’insegnante era stato invitato a spiegarsi con la famiglia e “scusarsi per il suo comportamento inopportuno [maladroit]”, cosa che Samuel Paty effettivamente fece. La situazione peggiora, però, con l’arrivo di diverse email nella casella del preside, una delle quali accusatoria: “Di fronte al clima di islamofobia che si è instaurato in Francia, perché volete creare divisioni tra i più giovani?”, si legge.

Brahim Chnina (la cui figlia non era presente in classe, contrariamente a quanto ha fatto credere sui social) si presenta quindi assieme a un certo imam Abdelhakim Sefrioui, vecchia conoscenza dei servizi (schedato da almeno quindici anni), il quale si definisce “responsabile della comunità musulmana francese”. I due uomini definiscono l’insegnante un “delinquente”, rifiutano di incontrarlo e annunciano che manifesteranno davanti alla scuola.

Venerdì 9 ottobre il provveditorato decide allora di nominare un ispettore dell’équipe “Laicità e Valori della Repubblica” allo scopo, in particolare, di ricordare al professore “le regole della laicità e della neutralità”. L’ispettore avrebbe dovuto anche occuparsi di organizzare l’incontro programmato tra l’insegnante, il preside e i genitori degli alunni.

La nota della divisione locale dei servizi segnala anche la pubblicazione su Facebook di un video in cui Brahim Chnina accusa il professore di “seminare odio”.

Nonostante ciò, la nota dei servizi conclude che il dialogo tra direzione e famiglie aveva “allentato le tensioni” causate “principalmente alla famiglia Chnina”, dato che i rappresentanti della comunità musulmana locale non avevano partecipato alla manifestazione.

Gli agenti dei servizi segreti hanno poi aggiunto che “all’interno dell’istituto non è palpabile nessuna tensione, sia da parte della comunità educativa che dei genitori, che pur riconoscendo l’inopportunità dell’insegnante, non chiedono la sua rimozione”.

Brahim Chnina è una delle nove persone messe sotto custodia nell’ambito delle indagini sull’assassinio del professor Paty, decapitato per il solo fatto di aver insegnato la libertà di espressione. Quale seguito è stato dato a questa nota? Perché non è stato trasmesso ai vertici della gerarchia giudiziaria? L’indagine dovrà determinarlo.

Fonte: Enseignant assassiné : la note explosive du renseignement territorial (Le Point, 17 ottobre 2020)

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