Site icon totalitarismo.blog

Investire in rocce o in bacche?

Consigli su come investire da un lettore:

«Il vero problema delle cryptos è riconvertirle a denaro vero e possibilmente senza troppe pastoie fiscali. Impresa piuttosto complessa, per chi volesse provarci.

Le “rocce” (metalli preziosi) sono un investimento bizzarro: è vero che l’oro porta con sé il suo valore (e quindi in caso di crash del sistema finanziario e di euro e dollaro, l’oro varrà ancora in quanto è “oro”), ma l’oro fisico è difficile da rimediare se non sei un capocosca degli zingari. Al massimo l’oreficeria ti vende un “certificato” di proprietà di oro (che fisicamente starebbe “al sicuro” nelle loro casseforti), cioè – in caso di crash della società – ti ritrovi un pezzo di carta difficilmente esigibile. Tutti gli asset in voga adesso presumono che la società resti stabile. Mi tornano in mente i Rohingya: hanno usato il telefonino per coordinarsi perché presumevano che la rete cellulare fosse un diritto naturale acquisito e inalienabile, salvo poi svegliarsi un mattino e scoprire che non era così. Anche il segnale GPS di tanto in tanto viene “spento” per determinate aree del mondo.

Le “bacche” dovevano essere i beni deperibili, anche se nel video allude a Ethereum, che dopo la truffa hackers alla The DAO ebbe un hard fork, cioè un cambio di standard per recuperare i soldi truffati, col risultato che entrambe le versioni (Eth classic ed Eth aggiustata) sono crollate di prezzo. Anche altre crypto super sicurissime come Monero hanno poi stentato a decollare perché qualche ingegnoso cinese aveva architettato il modo di fare più mining e quindi di inondare il mercato (cioè spennare vecchi e nuovi polli).

In estrema sintesi, Bitcoin e tutti i suoi cloni e tutte le criptomonete sono nel migliore dei casi gioco d’azzardo, nel peggiore pura truffa piramidale, entrambe le cose gradite alle solite entità finanziarie che vedono come fumo negli occhi qualsiasi scambio che non transiti attraverso i loro canali».

Exit mobile version