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Iran, la nazione del martirio

Continuano in Iran le celebrazioni per il generale Qasem Soleimani, ucciso proditoriamente dagli americani, al quale stiamo dedicando una serie di articoli.

Onore al generale Soleimani e alla Brigata Santa

Abbiamo ritrovato una bellissima citazione nell’originale persiano risalente al 2009, della quale finalmente possiamo offrire una traduzione “ufficiale”:

جبهه جنگ بهشت گمشده بشر است. بهشتی سرسبز همراه با حوریان زیبا روی… اما نوع دیگری از بهشت نیز وجود دارد و آن خط مقدم جبهه است که بهشت گمشده انسان است.

Il paradiso tipico rappresentato dall’umanità è fatto di ruscelli, bellissime urì e natura rigogliosa. C’è però un altro tipo di paradiso: il fronte di guerra, il vero paradiso perduto dell’umanità.

Un’altra citazione ricordata in questi giorni riguarda invece il discorso contro lo stralcio dell’accordo sul nucleare tenuto nel maggio 2018:

به شما میگویم آقای ترامپ قمارباز بدان در اونجایی که فکر نمی کنی ما در نزدیک شما هستیم
ما ملت شهادتیم؛
ما ملت امام حسینیم؛
مارا از چه میترسانی…

Mister Trump, giocatore d’azzardo, voglio solo dirti che ti stiamo col fiato sul collo, in posti che nemmeno immagini. Noi siamo la nazione del martirio, siamo la nazione dell’imam Hussein, di che cosa hai paura…

Infine, un episodio singolare, sempre nell’ottica del martirio: quando nel marzo 2019 l’Ayatollah Khamenei ha conferito a Soleimani la medaglia dell’Ordine dello Zolfaghar, la più alta onorificenza militare iraniana (dopo che è stato abolito l’Ordine del Pahlavi), egli gli ha augurato esattamente il martirio. Parole che il Financial Times ha interpretato come “un segnale che la guardia, composta da 120mila unità, sarebbe sopravvissuta anche dopo il generale”. Col senno di poi un vaticinio enigmatico, sia nel quadro geopolitico che teologico-politico della nazione…

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