Sembra che tra Stati Uniti e Iran dovesse scoppiare la Terza guerra mondiale, invece è stata perlopiù una guerriglia a colpi di meme: Donald Trump ha iniziato a twittare in persiano e un mullah ha indicato come bersaglio SpongeBob.
È stato comunque affascinante -anche se un po’ cringe– osservare come le autorità iraniane se la siano raccontata, a cominciare dal trailer di un film d’azione inesistente (Hard Revenge), nel quale un commando di pasdaran assalta la Casa Bianca uccidendo Trump (e già che c’erano anche Netanyahu, lo riconoscete?). Il video è stato diffuso dal canale Telegram Bisimchi Media, legato alle Guardie della Rivoluzione.
Più efficace la propaganda indirizzata ai social, con le immagini del volto del Presidente americano “schiaffeggiato” dai missili
e uno strano gesto (la mano sinistra in posizione orizzontale perpendicolare a quella destra) lanciato dal leader di Hezbollah Hassan Nasrallah, che ha spopolato nel web iraniano ma la cui interpretazione è il motivo per cui ho impiegato così tanto tempo a segnalare queste due boiate.
Non masticando il farsi (anche se è nella lista di lingue da imparare) e ancor meno l’arabo levantino (più per delusioni sentimentali che il resto), sono dovuto andare a tentoni: sarà un tradizionale gesto persiano, come quello di coprirsi con le mani gli occhi per invitare l’interlocutore a camminarci sopra in segno di rispetto? Oppure una parodia del noto time-out, che pare gli yankee non facciano più dagli anni 70-80?
No, invece era soltanto un meme che prende vita: la stilizzazione di una nota gif nella quale i soldati americani attraversano la bandiera a stelle e strisce si ritrovano in una bara. Dunque il significato è “voi arrivate in piedi (mano sinistra) e noi vi rimandiamo stesi (mano destra)”. Vale la pena uccidere il generale Soleimani per avere così tanti nuovi meme? Ai pasdaran l’ardua sentenza.