Ha fatto scalpore il meme contro George Soros pubblicato dal figlio di Netanyahu su Facebook: originariamente postato da una pagina della destra alternativa israeliana (in seguito cancellata), la scenetta ritrae la “catena alimentare” che da Soros va ai rettiliani, ai massoni e infine agli oppositori laburisti dell’attuale governo.
In realtà si tratta della rielaborazione di un altro meme neo-nazista, “ripulito” dallo stilema antisemita dell’Happy Merchant (l’ebreo col nasone che si sfrega le mani, la cui paternità è discussa):
La notizia ha generato ilarità ed entusiasmo da parte dell’estrema destra americana; uno dei suoi rappresentanti ultimamente più gettonati, Andrew Anglin (in realtà considerato un agent provocateur), ha elogiato alla tv israeliana Yair Netanyahu perché “combatte con noi la nefasta influenza degli ebrei in Occidente”.
Il governo Netanyahu ha un “contenzioso aperto” con George Soros, la cui Open Society finanzia ong israeliane come B’Tselem, Breaking the Silence, Gisha e Adalah; l’ultima polemica in ordine di tempo, prima dell’exploit del rampollo, è stata sempre per una questione di “vignette”, quelle con cui Orbán ha tappezzato Budapest.
Non se tutto questo rappresenti un’evoluzione del classico jüdischer Witz, ma di certo è un episodio estremamente significativo per comprendere il genius saeculi (non dico “Zeitgeist” perché ormai l’espressione è finita anch’essa in mano ai giudeo-massoni).