Israele corre in soccorso dei curdi dopo il ritiro degli Stati Uniti dalla Siria

Israeli official: Jerusalem providing aid to Kurds since US pullout in Syria
(Times of Israel, 7 November 2019)

Come appena dichiarato dal vice-ministro degli Esteri israeliano Tzipi Hatovely alla Knesset, Tel Aviv sta fornendo aiuti ai curdi nella Siria settentrionale da quando gli Stati Uniti hanno deciso di ritirarsi dalla regione, anche per evitare che la sconfitta del “popolo senza stato” possa in qualche modo aumentare l’influenza iraniana nell’area.

“Israele ha ricevuto molte richieste di assistenza, soprattutto dal punto di vista diplomatico e umanitario. Comprendiamo il timore dei curdi e abbiamo deciso di assisterli attraverso i nostri canali speciali”, queste le dichiarazioni della Hatovely come riportate dalla Reuters.

Hotovely non ha fornito ulteriori dettagli sul tipo di assistenza fornita, ricordando solo che “nel dialogo con gli americani confermiamo la nostra posizione ferma sui curdi e siamo orgogliosi di schierarci al loro fianco”. Queste parole sono la prima conferma del rispetto, da parte di Israele, dell’impegno assunto dal Primo Ministro Benjamin Netanyahu il 10 ottobre nei confronti dei curdi: “Israele condanna fermamente l’invasione turca delle aree curde in Siria e mette in guardia contro la pulizia etnica dei curdi da parte della Turchia e dei suoi alleati”, aveva detto Netanyahu in una dichiarazione rilasciata dal suo ufficio stampa. “Israele è pronto ad estendere l’assistenza umanitaria al coraggioso popolo curdo”.

Il mese scorso gli Stati Uniti hanno annunciato il ritiro dalle aree occupate dai curdi nella Siria nord-orientale, consentendo a Damasco, Ankara e Mosca di spartirsele. La Turchia e i suoi alleati oltreconfine il 9 ottobre hanno lanciato un attacco contro le aree occupate dai curdi, prendendosi una striscia di 120 chilometri di terra siriana lungo la frontiera. L’incursione ha causato centinaia di vittime e costretto 300.000 persone a fuggire dalle loro case: l’ennesimo disastro umanitario di una brutale guerra che ormai dura da otto anni.

La Turchia e la Russia hanno poi stretto un accordo a Sochi affinché altre forze curde si ritirino dalla frontiera su entrambi i lati dell’area turca sotto la supervisione delle forze russe e siriane.

Hotovely ha affermato che Israele teme che le forze sostenute dall’Iran possano estendere la loro influenza nella regione. Israele ha a lungo combattuto per sradicare la presenza militare iraniana in Siria.

“Israele ha un enorme interesse nel preservare i curdi e le altre minoranze moderate e filo-occidentali della Siria settentrionale”, ha detto Hotovely. “L’eventuale crollo del bastione curdo rappresenta uno scenario fosco e pericoloso per Israele. È evidente che un evento del genere provocherebbe un rafforzamento degli elementi negativi nell’area capeggiati dall’Iran”.

La Reuters non ha potuto ancora contattare i curdi siriani per un commento alla notizia.

Poche settimane fa un ufficiale delle forze democratiche siriane ha invitato Israele ad agire contro l’incursione militare turca nella Siria settentrionale. L’ufficiale, che ha voluto rimanere anonimo, ha anche espresso fiducia che il popolo ebraico non trascurerà i curdi nel nord della Siria, rievocando la sua storia di persecuzione.

“Lo Stato di Israele deve impegnarsi a porre fine a questa guerra che sta uccidendo donne e bambini e cacciando i civili dalle loro case”, ha dichiarato l’ufficiale al Times of Israel. “Sono certo che il popolo ebraico può capire meglio di tutto la situazione del popolo curdo, avendo rischiato di venire annientato per gran parte della sua storia. Sono sicuro che non resterà a guardare la nostra terra travolta dal terrore turco”.

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