Ieri i giornali di orientamento conservatore riportavano le parole di cordoglio del presidente israeliano Isaac Herzog per la scomparsa di Papa Francesco, come a dire: “Eh, avete visto, Bergoglio faceva l’amico dei palestinesi ma lo Stato ebraico è talmente democratico e liberale da non lanciargli addosso alcuna maledizione talmudica“.
Oggi, come una doccia fredda (absit iniura verbis), giunge però la decisione -scandalosa- da parte del Ministero degli Esteri dello Stato sionista di far cancellare i tweet ufficiali su X delle ambasciate israeliane di TUTTO il mondo, un messaggio nel quale peraltro si affermava semplicemente “Riposa in pace”. Secondo Ynet, sembra che ai diplomatici sia stata persino imposto l’obbligo di non firmare i libri delle condoglianze presso le ambasciate vaticane.
A queste prese di posizione seguono quelle altrettanto dure di alcuni esponenti della comunità ebraica in Italia: l’ex ambasciatore Dror Idar ha intimato di non inviare nessuna delegazione israeliana al funerale perché il Pontefice avrebbe più volte “incitato all’antisemitismo”, mentre l’attuale rabbino capo di Trieste, Eliahu Alexander Meloni (parente?) ha dichiarato al Tg Rai del Friuli Venezia Giulia che Bergoglio “è stato un Papa estremamente problematico per il mondo ebraico perché ha risvegliato certe estensioni (sic) nel rapporto tra ebraismo e cristianesimo di cui abbiamo risentito molto, soprattutto dopo il 7 ottobre, nelle sue prese di posizione”.
La comunità ebraica continua a raggiungere vette inesplorate di vittimismo. Tanto per ricordare, il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, oggi così contrito, a inizio 2025, direttamente dalla Pontificia Università Lateranense dove era ospitato, aveva tacciato Bergoglio, per le sue condanne “monolaterali e monotematiche” della condotta di Israele nei confronti dei palestinesi, di voler “spogliare il cristianesimo delle sue origini ebraiche”, di “cedere di nuovo alla tentazione di tagliare i ponti con l’ebraismo“, di aver “rovinato il dialogo” tra le due fedi eccetera eccetera.
L’unico aggettivo che mi viene per commentare tale atteggiamento è: osceno. Alla faccia di qualsiasi cesaropapismo, gli ebrei strumentalizzano la loro religione (che a quanto pare sarebbe incentrata solo sul rilevare quanto odio provano verso di essi le altre religioni) per buttare in caciara qualsiasi critica “laica” allo Stato d’Israele.
Il problema è che Papa Francesco non è Pio XII e tanto meno Benedetto XVI, quindi la solita sceneggiata da “piagnoni” (cit.) gli è riuscita piuttosto male, considerando soprattutto la “cratofobia” di un Bergoglio che avrebbe voluto “deteritorializzare” qualsiasi Stato (dal Vaticano all’Italia fino agli Stati Uniti), e naturalmente non avrebbe potuto porsi in modo diverso nei confronti di Israele, considerando che era pur sempre un Papa e non un Rabbino.
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