La missione Onu al confine del Libano, ha respinto la richiesta da parte di Israele di rimuovere i Caschi blu dall’avamposto di confine. La richiesta è stata inoltrata al quartier generale della Forza interinale delle Nazioni Unite in Libano (Unifil) per tutte le nazioni presente, ma il motivo per cui parlo di soldati irlandesi invece che di italiani è che il nostro Paese sta mostrando come al solito un atteggiamento tanto ambiguo quanto imbarazzante, lasciando ai portavoce delle Nazioni Unite la risposta ufficiale.
L’Irlanda invece ha manifestato meno incertezza nel respingere la richiesta ebraica: l’avamposto dei suoi soldati, presidiato da un singolo plotone responsabile del controllo del confine e della segnalazione delle incursioni, è stato teatro di numerose schermaglie tra l’esercito israeliano e Hezbollah all’inizio della settimana (alcuni dei combattimenti hanno avuto luogo a meno di 2 km dall’avamposto irlandese).
La richiesta di rimozione delle forze di peacekeeping dal confine fa intuire che Israele sia pronto a lanciare un’invasione su larga scala. Le incursioni fino ad oggi sono state di portata più limitata. Molti dei soldati irlandesi, preoccupati per i loro commilitoni, sono comunque impazienti di tornare in Libano nonostante il pericolo.
Il comandante del 124° Battaglione, il tenente colonnello Tom Fox, avrebbe dovuto tornare in Irlanda durante la rotazione: tuttavia, ha scelto di rimanere a, confine a causa del peggioramento della situazione. Restano inoltre dubbi sulle modalità in cui il suo battaglione potrà essere sostituito a novembre, come predisposto dagli accordi, perché il 125° potrebbe avere obiettive difficoltà a subentrare.
A Roma invece sembra si valuti il ritiro (tramite la diffusione di indiscrezioni calibrate alle stampa), anche se finora il fatto che nessun altro Paese abbia preso la decisione (che risulterebbe plateale) crea qualche titubanza nel governo Meloni. Chiaramente esiste una fazione interna al centro-destra (Tajani & Co.) favorevole al mantenimento della Missione, nonostante sia stata decisa dalla compagine di Romano Prodi, i cui rappresentanti nel 2006 vennero tacciati di essere “amici di Hezbollah” (evidentemente la politica italiana segue le stesse dinamiche dell’epopea di Gilgamesh, o di Dragon Ball).
Personalmente continuo a consigliare ai Caschi blu italiani di adottare una “risoluzione unilaterale” e disertare prima che gli ebrei uccida uno di loro per vendetta: non c’è più alcun onore o “pace” da difendere, solo riportare a casa la ghirba come un boomerone a una settimana dalla fine della Naja.