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Jake Angeli, lo sciamano di QAnon: “Non sono un antifa, guardate i miei tatuaggi nazisti”

Is the ‘QAnon Shaman’ From the MAGA Capitol Riot Covered in Neo-Nazi Imagery?
(Kim Kelly, Rolling Stones, 8 gennaio 2021)

Un attimo dopo che una folla di sostenitori di Trump ha preso d’assalto il Campidoglio, costringendo il Congresso a evacuare e inscenando un tentativo di colpo di stato, la macchina della propaganda di destra si è attivata. La portavoce repubblicana Sarah Palin, l’avvocato Lin Wood (bandito da Twitter per incitamento alla violenza), l’estremista di destra della Florida Matt Gaetz e innumerevoli profili social pro-Trump hanno iniziato a diffondere teorie complottiste secondo le quali dietro l’irruzione ci fossero infiltrati “antifa”. Tra le principali “prove” le foto di Jake Angeli, lo “sciamano” di QAnon proveniente dall’Arizona, protagonista della rivolta già noto da tempo come attivista ai raduni pro-Trump e alle proteste contro il lockdown, che si è indignato per esser stato scambiato per un antifa, rispondendo a Lin Wood per le rime (“Sono un QAnon e un soldato digitale”).

Una testimonianza ancora più evidente che Angeli non sia “antifascista” è rappresentata dai tatuaggi presenti sul suo torso nudo, immortalati in centinaia di immagini, simboli a lungo utilizzati dal movimento suprematista bianco. A partire da tre simboli odinisti: un mjöllnir (o martello di Thor) sullo stomaco (apprezzato dagli autoproclamati “pagani” allineati alla destra razzista), un’immagine dell’Yggdrasil, o albero della vita, intorno al capezzolo e, proprio sopra al cuore, un valknut, o “nodo dei caduti”, antico simbolo runico norvegese anch’esso molto diffuso tra i suprematisti bianchi.

La presenza dell’Yggdrasil, e anche del mjöllnir, non sarebbe di per sé motivo di allarme, data la loro popolarità tra i pagani moderni e i fan della mitologia norrena; ma il valknut è più ambiguo. C’è un certo dibattito sul suo significato originario: il nome stesso è un neologismo, una moderna combinazione dell’antico norvegese valr (“caduto in battaglia”) e knut (“nodo”). Sebbene sia utilizzato in alcuni loghi aziendali europei (come la Svenska Cellulosa o la Lega calcio tedesca), per i neopagani esso indica la disposizione a morire da guerriero, da prescelto di Odino.

Molti neopagani inorridiscono davanti all’appropriazione dei loro simboli religiosi da parte dei suprematisti bianchi. Talia Lavin, nel suo recente volume Culture Warlords, afferma che il feticcio vichingo evoca l’ossessione per le rappresentazioni tradizionali europee della mascolinità e della whiteness. “I simboli neopagani esprimono l’allure ipermascolina del vichingo, ma anche il desiderio di dotare l’ideologia suprematista di un’origine mitica, la volontà di un ritorno a una perfezione ‘bianca’ anacronistica e astorica, rimandando così le loro violenze a un passato idealizzato”.

Questi simboli ispirati alla mitologia norrena hanno subito nel tempo numerose “appropriazioni indebite”: i nazisti facevano ampio uso di rune nordiche e germaniche, così come i loro seguaci moderni come il Movimento di Resistenza Nordica, i Soldati di Odino e il Partito Neonazista Americano, che ha adottato la runa othala. I membri della Aryan Brotherhood amano tatuarsi rune e simboli vichinghi accanto a svastiche e croci celtiche; un ramo esplicitamente suprematista del paganesimo moderno chiamato Odinismo o Wotanismo e sostenuto dall‘Asatru Folk Assembly (il cui fondatore, Stephen McNallen, ha partecipato alle manifestazioni di Charlottesville) continua a proliferare in parallelo con le ideologie fasciste (anche il terrorista David Lane, implicato nell’assassinio del conduttore radiofonico Alan Berg, era un suo seguace); le rune dilagano all’interno della scena black metal (mi sono imbattuto per la prima volta nel valknut dopo essere incappato in una band nazista chiamata, beh, Walknut). È simile a quanto accaduto alla svastica, antico simbolo religioso che i nazisti hanno rovinato per sempre. Esistono movimenti desiderosi di “rivendicare la svastica”, ma alcune cose semplicemente non si possono essere cancellare, non importa quanto sia ingiusto per le persone i cui simboli sacri sono stati rubati e pervertiti.

Questo è il punto più controverso della questione, perché ci sono naturalmente molti neopagani e metallari che non sono affiliati al suprematismo bianco (o addirittura sono antifascisti). Pensiamo ai Thorr’s Hammer, band death-doom degli anni Novanta molto apprezzata sicuramente non fascista, con i suoi testi sulla mitologia norrena e una cantante norvegese (Runhild Gammelsæter), e ai Thor’s Hammer (con una “r” in meno), band black metal neo-nazista polacca di spicco nella scena internazionale. Al di fuori delle nicchie sottoculturali, non tutti quelli che hanno un tatuaggio con una runa o un simbolo norreno comprendono appieno il suo significato, soprattutto da quando la Marvel ha riportato la leggenda di Thor nel mainstream. C’è persino una tendenza crescente da parte dei pagani a riprendersi questi simboli, rappresentata da organizzazioni come Heathens Against Hate e Heathens United Against Racism (“Pagani Contro l’Odio” e “Pagani Uniti contro il Razzismo”).

Se lo stesso Angeli non fosse evidentemente allineato all’estremismo di destra, i suoi tatuaggi non avrebbero così tanta importanza. Ma visto che lo è, il messaggio di quei triangoli intrecciati è un chiaro “lasciapassare” per i suprematisti bianchi con cui ha scelto di marciare. Il tentativo della destra di dipingerlo come “antifa” è dunque tragicomico e completamente avulso dalla realtà.

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