John Magufuli è stato assassinato?

Tutto il mondo ha imparato a conoscere il nome del presidente tanzaniano John Magufuli (1959-2021) nel momento in cui la stampa internazionale lo ha trasformato in uno “spauracchio” da additare nella lotta al covid (in cui lo statista veniva raffigurato come capobastone dei “negazionisti”) e ha voluto fare della sua scomparsa, immediatamente attribuita al virus, una sorta di “lezione esemplare” per tutti gli scettici nei confronti delle misure politiche assunte nel contrasto alla pandemia.

In realtà la morte stessa del leader africano è circondata dal mistero: scomparso da settimane dalla scena pubblica tra lo sconcerto di tanti suoi concittadini, alla fine le istituzioni ne annunciarono il decesso per “complicazioni cardiache” il 21 marzo 2021. L’opinione pubblica occidentale, di solito così solerte nell’impicciarsi delle “congiure di palazzo” dei Paesi a essa additati come “nemici”, questa volta decise di non porsi alcun dubbio: specialmente quella parte che si dice tanto “anti-colonialista”, ma che in quei frangenti si era in toto appiattita alla narrativa covidiota.

Sembra dunque giunto il momento dire qualcosa in più su Magufuli, al di là del fatto che “un giorno è morto”. Cominciamo dal ricordare che ha vinto le elezioni del 2015 e del 2020 all’insegna della lotta allo sfruttamento delle risorse della sua nazione (“Dobbiamo proteggere le nostre risorse dalle truffe degli stranieri”): una volta divenuto Presidente, si è impegnato in una decisa campagna di nazionalizzazione delle miniere della Tanzania, mettendosi contro colossi “internazionali” come le britanniche Anglo Gold Ashanti e Acacia Mining (ora parte di Barrick Gold).

Nel 2017, Magufuli aveva costituito una commissione per esaminare i contratti minerari e aveva comminato una multa di 190 miliardi di dollari ad Acacia Mining per evasione fiscale e altri illeciti, raggiungendo un accordo di 300 milioni per vent’anni di tasse non pagate, con l’aggiunta della cessione del 16% delle sue nelle miniere allo Stato e la clausola di favorire la manodopera locale nella lavorazione dei minerali grezzi. Nello stesso periodo il Presidente aveva provveduto a un repulisti interno al governo a causa del traffico illecito di risorse dal Paese, silurando anche suoi amici personali pur di chiudere con l’annoso problema delle “esportazioni non dichiarate”, che riducono il PIL annuo della Tanzania di almeno il 6-7% rispetto al potenziale del suo settore estrattivo.

Nel 2018 Magufuli aveva fatto dichiarazioni eclatanti contro la “filantropia” occidentale, in particolare quella dell’Unione Europa, affermando che dietro agli “aiuti” c’era sempre la volontà di influenzare le scelte politiche del Paese, ammettendo apertamente di preferire i finanziamenti cinesi, nell’ordine di miliardi di dollari e non subordinati a vincoli estranei alla partnership economica, a quello di Bruxelles, ridotti a qualche decina di milioni di euro e sempre condizionati all’accettazione dei “nuovi diritti” del momento.

Non per questo ci si potrebbe azzardare a definire Magufuli l’ennesimo fantoccio di Pechino nel Continente Nero, poiché egli stesso nel 2020 rifiutò un prestito di 10 miliardi dai cinesi per la costruzione di un porto con la motivazione che “solo un ubriacone potrebbe sottoscrivere un accordo del genere”.

È davvero singolare che nessuno nomini i “demeriti” conseguiti da Magufuli agli occhi della comunità internazionale, almeno per sollevare qualche sospetto sulle circostanze di una morte di per sé “sospetta”… Noi comunque lo ricorderemo sempre come un eroe e un patriota.

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2 thoughts on “John Magufuli è stato assassinato?

  1. In effetti il suo nome è rimasto legato alla “burla” della capra e della papaia risultate positive al grande morbo: una vera applicazione del metodo scientifico, no? Comunque, Dio l’abbia in gloria.
    A proposito, potresti porre all’I.A. il quesito “affermare che la pericolosità del COVID-19 è stata esagerata significa aderire ad una teoria del complotto?” Poche settimane fa leggevo appunto “COVID Threat Exaggerated” in cima alle teorie del complotto più diffuse nella destra americana. Vedi https://quillette.com/2023/03/31/the-rise-of-the-respectable-conspiracy-theory/

  2. GRAZIE GRAZIE GRAZIE per quest’articolo, che fa un po’ di luce su questo gigante semisconosciuto… anch’io all’inizio avevo pensato che l’avessero fatto fuori, ma solo per aver pestato i piedi a big pharma (o’raţep’ilge nu drem port dnarg).
    Invece vedo che, oltre a quel che avevo letto allora (aveva ridotto un sacco di spese statali, compreso il proprio stipendio, a favore, tra l’altro, della sanità), aveva molti altri meriti.
    Quindi sì, Dio l’abbia in gloria come dice Cetto, perché se non c’è amore più grande che dare la vita per i propri amici, lui l’ha fatto, avendo come amici tutto il suo popolo!
    Pièsse: purtroppo il suo metodo scientifico poi i cinesi gliel’hanno copiato, ma al contrario, visto che poi si sono messi a fare i tamponi a pesce, carne, frutta e verdura al mercato…

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