Khalid Albaih a Brescia: l’immigrazionismo come Arte di Stato

Per questo mese è possibile visitare gratuitamente al Museo di Santa Giulia a Brescia la mostra di Khalid Albaih La stagione della migrazione a Nord, patrocinata da Comune e Fondazioni varie.

Ora, io non voglio essere eccessivamente caustico, e non solo per timore di querele, però non riesco in alcun modo a osservare da una prospettiva “estetica” tali iniziative, nemmeno considerando il gusto della pura e semplice provocazione, visto che il “messaggio” così sovversivo proposto da Albaih è lo stesso strombazzato a tutte le ore dai media.

Una omogeneità che mi fa assimilare questi “disegnini digitali” alla propaganda e al reclamismo, che del resto è rispecchiato dall’utilizzo degli stilemi grafici della cosiddetta corporate art, per giunta in un contesto non ironico (ha mai sentito parlare di meme, il buon Khalid?). Il sindaco di centro-sinistra della città ha giustamente commentato: “L’Africa è a Brescia”. Con buona pace dei bresciani, se ne sono rimasti ancora.

La biografia di questo Khalid Albaih del resto parla da sé: figlio di un diplomatico sudanese, è nato a Bucarest, ha vissuto in Danimarca, poi in Qatar (dove ha lavorato per l’emirato anche lì come “artista contro il potere”), è passato per gli Stati Uniti aggregandosi -ça va sans dire- a Black Lives Matter, si è fatto assumere dal Goethe-Institut di Khartum, infine lo si è visto a New York e ora è di stanza a Oslo (chissà quante altre città ho dimenticato).

Si definisce “vignettista islamico” (ma l’immigrato crocifisso per lui è uno dei profeti o anch’egli una “controfigura” di Cristo come nel Corano?), ma più che il ruolo auspicato di agit-prop per il “Sol dell’Avvenire” di riferimento mi pare detenga la posizione da ultimo apparatčik del globalismo.

I suoi “capolavori” sulla Palestina, che non riporto per eccesso di cringe nonostante potrebbero risultare attuali, mi pare riflettano una mancanza assoluta di ispirazione: senza i fondi tedeschi, bresciani o qatarioti, è chiaro che Khalid non farebbe nemmeno 10 visualizzazioni su X.

Più che rimettersi al passo coi tempi e andarsi a studiare quegli oggetti misteriosi chiamati “meme”, gli consiglierei di comprarsi qualche libro di Giorgio Forattini lol.

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