‘Paedophiles need help, not condemnation – I should know’
(BBC, 11 February 2017)
È da molto che non mi definisco più “pedofilo”. La pedofilia è un disturbo, un orientamento sessuale profondamente angosciante. Nel mio caso nasce da esperienze infantili traumatiche. Ormai ho circa sessant’anni, ma quando ero un bambino mia madre dopo il bagno mi teneva in grembo e mi accarezzava i genitali. Il suo comportamento non è mai stato sessualizzato ma, col senno poi, chiaramente lo era. Non riesco a ricordare esattamente quanto è successo, ma è passato molto tempo. Quando finì, ho iniziato a soffrire di autolesionismo.
Penso che la mia attrazione per i giovani sia nata da ciò che mia madre mi ha fatto. Mi sono reso conto per la prima volta della mia anomalia all’età di 15 anni. Fu allora che capii che non stavo diventando come gli altri ragazzi, che si interessavano alle donne (o, in un paio di casi, anche agli uomini). Io non l’ho fatto, mi sono fissato sui pre-adolescenti, l’età in cui ero rimasto traumatizzato dal punto di vista sessuale. Una cosa orribile.
Non ho mai pensato di abusare di un bambino, volevo essere un uomo normale. Speravo che col tempo il mio orientamento sarebbe diventato come quello di tutti gli adulti, ma era come se il mio sviluppo si fosse bloccato. È stata un’esperienza terrificante e mi sono sentito disgustato da me stesso.
Mi sono reso conto che avrei condotto una vita solitaria. Avevo paura che se le persone scoprissero i miei pensieri terribili, e magari farmi del male. anche fisicamente. Ho frequentato l’università, dove mi sono fatto degli amici ma ho impiegato anni a combattere contro il mio stato mentale. Non avevo avuto quasi nessuna esperienza sessuale in quegli anni.
Alla fine sono stato costretto ad affrontare il fatto che non stavo cambiando quando sono stato “smascherato” da un coinquilino. Immagino avesse notato che non appena iniziavamo a parlare di bambini cambiavo argomento, così come il mio disagio manifesto non appena vedessi una famiglia con bambini. Un giorno i miei amici erano in cucina e li ho sentiti parlare di me e dire cose come “Credo che Jack sia interessato ai ragazzini”. Mi sono messo il cappotto e sono andato via. Uscire da quella porta è stato come lasciare un mondo per un altro.
Il giorno dopo mi sono recato dal medico dell’università per dirgli: “Sono un pedofilo. Posso essere curato?”. La concezione tipica della pedofilia è che sia una malattia incurabile. Ma quel dottore si è messo a ridere: “Certo che è curabile!”. È stato un incredibile sollievo. Il dottore non ha contestato la mia identificazione con la pedofilia, l’ha semplicemente accettata e mi ha detto: “Nessun problema, sistemeremo tutto”.
Mi ha indicato la clinica Portman, che offre percorsi individualizzati per persone con comportamenti sessuali problematici. Sono andato a Londra per la mia valutazione poche settimane dopo. Era un giorno d’estate del 1972 e ricordo di aver camminato per Hampstead Heath guardando gli alberi, ascoltando gli uccellini e pensando: “Sto entrando in una nuova vita”.
I trattamenti della clinica Portman sono a lungo termine. Sono stato curato da loro per diversi anni. Ti lasciano parlare e costruiscono una mappa dei tuoi desideri inconsci. Dopo la terapia, ero una persona diversa. Ho persino sviluppato un interesse sessuale per le donne, che mi è sembrato straordinariamente liberatorio.
Ma ero ancora timido, inesperto e ingenuo. In un certo senso, ho dovuto fare esperienze adolescenziali anni dopo i miei coetanei. Avevo avuto un’esperienza sessuale minima, tutte le mie amicizie erano state rovinate dal mio odio per me stesso e non avevo alcuna autostima.
Ora sono fidanzato e sono stato a lungo con una donna che amo. Le ho detto sin da subito delle mie precedenti tendenze, perché è un qualcosa che porterò sempre con me. Nessun altro lo sa, nemmeno la mia famiglia. Da allora ho fatto cose di cui sono orgoglioso: nulla di grandioso, ma ho comunque raggiunto qualche traguardo. L’unico rimpianto è aver incominciato troppo tardi a difendere i pedofili.
Adesso collaboro a un’organizzazione benefica, la StopSO, per la prevenzione di reati sessuali, che offre terapia a chiunque si senta a rischio di commettere violenze.
La pedofilia non è compresa. Le persone pensano che essa sia sinonimo di abusi sessuali su minori. Ma io non avrei mai abusato di un bambino. La maggior parte dei pedofili hanno due pulsioni in guerra al loro interno: l’impulso di aggredire e l’impulso a comportarsi normalmente. La maggior parte dei pedofili è alla disperata ricerca di liberarsi di tali pulsioni.
Esistono comunità online in cui pedofili non violenti possono sostenersi a vicenda. Una volta ho scoperto una donna online che era esattamente come me. Era attratta dai bambini dell’età in cui era stata maltrattata. È stata sottoposta a una terapia per uscirne fuori.
La demonizzazione dei pedofili rende più difficile per i giovani non violenti che vorrebbero essere aiutati a non sviluppare questo orientamento sessuale. Penso che ogni città del paese dovrebbe avere una clinica come la Portman. Ma siamo molto lontani da questo: i fondi al campo dell’assistenza psichiatrica e della salute mentale sono stati progressivamente tagliati.
Sarebbe indispensabile identificare i pedofili potenziali e trattarli il prima possibile: questo è essenziale per interrompere il ciclo degli abusi sessuali. Il problema è che se sei un pedofilo che non ha mai fatto male a nessuno ma vuoi essere aiutato, è raro che il servizio sanitario nazionale faccia qualcosa per te. Il più delle volte, si viene aiutati solo dopo aver già aggredito qualcuno.
Io però ho avuto fortuna. Grazie all’aiuto che ho ricevuto, sono stato in grado di vivere una vita normale e affrontare i miei problemi in modi che altri non possono.