Nel 2019 il governo canadese si è aggiudicato all’asta una guida alla popolazione ebraica degli Stati Uniti appartenuta ad Adolf Hitler, volume che raccoglie dati su piccole e grandi città americane, sui quartieri newyorchesi, sulle comunità meno conosciute dell’Arizona, dell’Arkansas e del Minnesota, nonché numerosi dettagli sulle più importanti organizzazioni ebraiche dell’epoca (come il B’nai B’rith o la Anti-Defamation League), insieme ai nomi delle personalità di spicco e i loro recapiti.
Il rapporto di 137 pagine, Statistik, Presse und Organisationen des Judentums in den Vereinigten Staaten und Kanada (“Statistiche, stampa e organizzazioni del giudaismo negli Stati Uniti e in Canada”), fu steso nel 1944 da Heinz Kloss, linguista tedesco che si specializzò nello studio delle minoranze e visitò gli Stati Uniti nei primi anni ’30. Come molte pubblicazioni dell’era nazista, il rapporto Kloss, stampato su carta economica e altamente acida (dunque poco resistente alle inguire del tempo), è fragile e deteriorato. Sulla copertina appare un’aquila appollaiata su un ramo di quercia che stringe negli artigli una svastica in una corona di alloro, racchiusa nella scritta in grassetto Ex Libris Adolf Hitler.
Il libro venne trafugato, assieme a migliaia di altri, da un soldato americano dal Nido dell’Aquila nella primavera del 1945. Il bottino poi si sparse tra soffitte, scantinati e scaffali d’oltreoceano: il mercato antiquario pullula di questi “trofei di guerra” e talvolta li offre a un prezzo accessibile (qualche centinaio di dollari). Uno degli esemplari più pregiati è invece la copia personale di Hitler delle opere di Shakespeare, dieci volumi rilegati in marocchino con una svastica e le lettere AH in rilievo sul dorso.
Per alcuni studiosi questa Guida detiene un particolare valore in quanto testimonierebbe la volontà dei nazisti di affrontare la “questione ebraica” anche negli Stati Uniti. D’altro canto è noto che Hitler fosse un avido lettore di tutto ciò che riguardasse l’America: dalle avventure di cowboy e indiani di Karl May ai libelli antisemiti di Henry Ford (il Führer conservava alcune copie dell’International Jew su un tavolino fuori dal suo ufficio e addirittura lo inserì in un elenco di libri che “ogni nazionalsocialista dovrebbe leggere”), fino ad Amerika im Kampf der Kontinente, una denuncia del bellicismo di Franklin D. Roosevelt vergata dall’esploratore svedese Sven Hedin, che Hitler ringraziò personalmente con una lettera di tre pagine per aver fatto chiarezza sul punto (in seguito Hedin emendò alcune sue posizioni a favore del nazismo soprattutto alla luce del tradizionale filosemitismo scandinavo).
Il libro più apprezzato di Hitler sull’America fu The Passing of the Great Race di Madison Grant (nella traduzione tedesca del 1925, Der Untergang der großen Rasse), avvocato e zoologo newyorchese che sosteneva che il ceppo nordico dell’America fosse stato contaminato dal sangue inferiore di razze immigrate. Hitler citava apertamente Grant nei suoi discorsi e in una lettera inviata all’Autore descrisse il suo volume come una “bibbia”.