La guida all’America di Hitler

 

Il governo del Canada si è aggiudicato a un’asta una guida alla popolazione ebraica degli Stati Uniti appartenuta ad Adolf Hitler, un volume che raccoglie dati su piccole e grandi città americane, sui quartieri newyorchesi, sulle comunità meno conosciute dell’Arizona, dell’Arkansas e del Minnesota, nonché numerosi dettagli sulle più importanti organizzazioni ebraiche dell’epoca (come il B’nai B’rith o la Anti-Defamation League), insieme ai nomi delle personalità di spicco e i loro recapiti.

Il rapporto di 137 pagine, Statistik, Presse und Organisationen des Judentums in den Vereinigten Staaten und Kanada (“Statistiche, stampa e organizzazioni del giudaismo negli Stati Uniti e in Canada”), fu steso nel 1944 da Heinz Kloss, linguista tedesco che si specializzò nello studio delle minoranze e visitò gli Stati Uniti nei primi anni ’30. Come molte pubblicazioni dell’era nazista, il rapporto Kloss, stampato su carta economica e altamente acida, è fragile e deteriorato. Sulla copertina appare un’aquila appollaiata su un ramo di quercia che stringe una svastica con corona di alloro nei suoi artigli e in grassetto la scritta Ex Libris Adolf Hitler.


Il libro venne trafugato, assieme a migliaia di altri, da un soldato americano dal celebre Nido dell’Aquila nella primavera del 1945. Il bottino è poi finito in soffitte, scantinati e scaffali di tutta l’America: il mercato antiquario pullula di questi “trofei di guerra” e talvolta li offre a un prezzo accessibile (qualche centinaio di dollari). Uno degli esemplari più pregiati è invece la copia personale di Hitler delle opere di Shakespeare, dieci volumi rilegati in marocchino con una svastica e le lettere AH in rilievo sul dorso.

Per gli studiosi questo volume sembra detenere un particolare valore storico in quanto testimonierebbe la volontà dei nazisti di affrontare la “questione ebraica” anche negli Stati Uniti. D’altro canto è noto che Hitler fosse un avido lettore di tutto ciò che riguardasse gli Stati Uniti: dalle avventure di cowboy e indiani Karl May ai libelli antisemiti di Henry Ford (il Führer conservava alcune copie di The International Jew. The World’s Foremost Problem su un tavolino fuori dal suo ufficio e addirittura lo inserì in un elenco di libri che “ogni nazionalsocialista dovrebbe leggere”), fino ad America in the Battle of the Continents, una denuncia del bellicismo di Franklin D. Roosevelt vergata dall’esploratore norvegese Sven Hedin, che Hitler ringraziò personalmente con una lettera di tre pagine per aver fatto chiarezza sul punto.

Il libro più apprezzato di Hitler sull’America fu The Passing of the Great Race di Madison Grant (nella traduzione tedesca del 1925), avvocato e convinto eugenetista  che sosteneva che il ceppo nordico dell’America fosse stato contaminato dal sangue inferiore di razze immigrate. Hitler citava apertamente Grant nei suoi discorsi e si dice che gli abbia inviato una lettera nel quale parla del volume come della sua “bibbia”.

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