Fino a oggi la stampa italiana ha pubblicato circa quarantamila articoli intitolati La natura si riprende i suoi spazi. I protagonisti delle cronache sono perlopiù cinghiali, coniglietti, delfini, gabbiani, formiche, caprioli, camosci, orsi, rondini, papere, squali, ibis, rospi smeraldini, meduse, cavallucci marini e cavedani (lol).
Anche noi, lo ammettiamo, abbiamo ceduto alla tentazione postando su Youtube il video di un’invasione di un parcheggio di un supermercato del Texas da parte di centinaia corvi, che finora ha ottenuto oltre 20.000 visualizzazioni e suscitato un acceso dibattito: è causato dal 5G, dalla quarantena o dall’apocalisse? Nulla di tutto questo, perché il video risalirebbe alla fine del 2018 e rappresenterebbe un fenomeno piuttosto frequente che si verifica all’esterno dei Walmart americani.
Inoltre gli uccelli non sarebbero nemmeno corvi, ma grackles (gracchi/gracole), un errore da parte nostra che ha suscitato l’indignazione di una ridda di ornitologi d’oltreoceano (questa nobile attività è da sempre ad appannaggio delle civiltà superiori):
“I gracchi sono grossi merli neri con gambe e code lunghe. Non attaccano gli esseri umani!!! Sono solo alla ricerca di qualcuno che dia loro da mangiare, uno spettacolo magnifico. Succede in tutta Houston ogni anno, niente di nuovo!!!”
Chiediamo venia. Per rimediare abbiamo deciso di mettere assieme una rassegna stampa: La natura si riprende i suoi scazzi. Per solidarietà con la Spagna colpita dalla nostra stessa sciagura (il coronavirus, non la naturaleza que recupera su espacio) traduciamo anche in castellano.
“For the future, let those who play with me have no hearts”
«De ahora en adelante procura que los que vengan a jugar conmigo no tengan corazón»
(Oscar Wilde, The Birthday of the Infanta)
Elefanticidio
Il 16 marzo 1819 a Venezia la gendarmeria austriaca abbatte un elefante indiano che aveva ucciso il suo giovane domatore e generato il panico tra i veneziani, riuscendo a sfondare la porta di una chiesa. Due libri si riferiscono a questa tragedia, L’elefanticidio a Venezia dell’anno 1819 di Pietro Bonmartini e L’Elefanteide di Pietro Buratti.
El elefante derribado
El 16 de marzo de 1819 en Venecia la gendarmería austriaca derribó a cañonazos un elefante indio que había matado a su joven domador y había provocado una ola de pánico entre los venecianos, alcanzado a derribar la puerta de una iglesia. A esta tragedia se refieren dos libros, L’elefanticidio in Venezia dell’anno 1819 de Pietro Bonmartini y L’Elefanteide de Pietro Buratti.
La cagna di Putin
Konni [Конни] (1999-2014), nota anche come Connie, era un Labrador Retriever appartenente a Vladimir Putin autorizzata a partecipare agli incontri tra il presidente russo e i leader mondiali. Il 21 gennaio 2007, il cane entrò nella stanza in cui si stavano svolgendo le trattative tra Putin e Merkel spaventando a morte la cancelliera (è nota la sua cinofobia). Molti osservatori hanno accusato Putin di aver violato le leggi internazionali che vietano la lotta tra cani.
La perra de Putin
Konni [en ruso Конни] (1999-2014), también conocida como Connie, fue una hembra de Labrador Retriever perteneciente a Vladimir Putin que fue autorizada a participar en las reuniones entre el presidente ruso y los líderes del mundo. En el 21 de enero de 2007 la perra entró en la habitación donde se llevaban a cabo las negociaciones entre Putin y Merkel y la canciller le tuvo miedo (ya que sofre de cinofobia). Muchos acusaron Putin de haber violado las leyes internacionales que prohíben las peleas de perros.
Piccioni fotografi
All’argomento abbiamo già dedicato uno speciale tempo fa:
Las palomas fotógrafas
En 1907 el boticario alemán Julius Neubronner acomodó una cámara de luz miniatura en el pecho de una paloma con ayuda de una coraza de aluminio. Esas palomas tomaron las primeras fotografías aéreas de la historia durante la Primera Guerra Mundial. La CIA intentó un nuevo experimento en los años 70, pero sin éxito.
En 1907 el boticario alemán Julius Neubronner acomodó una cámara de luz miniatura en el pecho de una paloma con ayuda de una coraza de aluminio. Esas palomas tomaron las primeras fotografías aéreas de la historia durante la Primera Guerra Mundial. La CIA intentó un nuevo experimento en los años 70, pero sin éxito.
Véanse: Las palomas fotógrafas del boticario Julius Neubronner (“Agencia Sinc”, 23 agosto 2014), Palomas fotógrafas, los insólitos drones espía de la Primera Guerra Mundial (“El Diario”, 22 agosto 2014), Pigeons in aerial photography y Fotografía con palomas (“Wikipedia”).
Salsiccia (Λουκάνικος)
“Salsiccia”, in greco Λουκάνικος, era uno dei tanti cani randagi che accompagnavano le proteste greche affrontando le cariche, addentando lacrimogeni e continuando a correre in una nube di spray urticante: sembra sia morto per un attacco cardiaco causato proprio dai gas. In realtà, non è ancora chiaro se “Salsiccia” sia un nome riferito a un singolo cane o a un “cane collettivo”, un animale totem (sul modello dei cinocefali che combatterono a fianco dei longobardi). In ogni caso, è sorprendente che in questa Unione Europea gli animali mostrino più valore degli uomini.
Salchicha
Salchicha, en griego Λουκάνικος, era uno de los muchos perros callejeros que acompañen a las protestas griegas: parece haberse muerto de un ataque al corazón causado por los gases lacrimógenos (cf. “The Guardian”, “Euronews”). En realidad, no se sabe si “Salchicha” es un nombre referido a un solo perro, o a un “perro colectivo”, un tótem animal. De todos modos, es sorprendente que en esta Unión Europea los animales muestren más valor que los hombres.
Niente parto coi delfini
Dal Corriere della sera del 13 settembre 1992:
Il parto assistito dai delfini è una pratica diventata di moda verso la fine degli anni ’70: secondo gli esperti tuttavia essa è probabilmente la peggiore idea possibile, perché i delfini sono una specie piuttosto aggressiva. Il mito della fratellanza umano-delfina nacque dalla controcultura americana: per esempio, lo “psiconauta” John C. Lilly sostenne di poter comunicare con i delfini assumendo LSD (ma i suoi esperimenti, finanziati dalla NASA, non ebbero successo).
Delfines parteros
El tribunal supremo israelí prohíbe a seis mujeres inglesas de dar a luz en el parque marino de Eilat (septiembre de 1993). El nacimiento humano asistido por delfines es una moda desarrollada en los últimos años. Según los científicos, esta es probabilmente la peor idea posible, porque los delfines son una especie muy agresiva. El mito del “delfín amigo” nació en los años de la contracultura americana: por ejemplo, el “psiconauta” John C. Lilly decía que hablaba con los delfines tomando LSD (pero sus experimentos, financiados por la NASA, no tuvieron éxito).
I lupi parlanti
Un gruppo di scienziati americani (sempre gli stessi) ha classificato l’ululato dei lupi in 21 “dialetti”. Secondo il coordinatore del gruppo di ricerca Arik Kershenbaum dell’Università di Cambridge, i lupi parlano come i delfini: “Se si rallenta il fischio di un delfino, suona esattamente come l’ululato di un lupo”.
Los lobos hablantes
Un grupo de cientificos americanos (siempre los mismos) ha clasificado los aullidos de los lobos en 21 “dialectos”. Según el coordinador del grupo de investigación, Arik Kershenbaum de la Universidad de Cambridge, los lobos hablan como los delfines: «Si reduces la velocidad del silbido de un delfin, eso suena come un aullido de lobo».
Uno scoiattolo ubriaco
Qual era il filosofo che sosteneva che gli dèi e gli animali vivono in perfetto equilibrio e perciò non hanno bisogno di ricercare l’ebbrezza? Non ricordo, ma mi sembra che questo concetto emerga spesso nella storia del pensiero occidentale (Epicuro, Hume, Nietzsche: uno di questi tre sicuramente l’ha detto). In parole povere, gli animali non si ubriacano perché non ne hanno alcuna necessità: la tendenza a intossicarsi e alterare la propria coscienza è esclusiva dell’essere umano. Poi salta fuori il video di uno scoiattolo che si ubriaca con frutta fermentata, e ogni preconcetto crolla all’istante. A questo aggiungiamo anche i 5000 bovini del Kansas che vengono soppressi ogni anno perché quando scoprono le erbette inebrianti diventano tossicomani (l’ho letta su Focus), oppure i pettirossi americani che mangiano le bacche del caprifoglio fino a stordirsi, o ancora le formiche sanguinee che “mungono” gli afidi (gorgoglioni) per gustare la loro inebriante essudazione, una specie di latte talmente tossico che finisce per distruggere l’intera vita del formicaio (sempre Focus). Alla maggior parte delle persone le immagini di una scimmia o un elefante che barcollano provocano un attacco di risa irrefrenabile. I motivi sono tanti e del resto l’uomo ride anche del suo simile che inciampa o si dà una martellata sulle dita. Tuttavia nel caso degli animali la risata dovrebbe esser mista a un senso di tristezza, nel constatare come la creazione tenda tutta intera verso l’auto-distruzione. Se nemmeno un essere di puro istinto può resistere a questa spinta, allora ci restano pochissime speranze. Aveva forse ragione Cornelio Fabro a commuoversi per le bestie che «senza loro colpa pagano la conseguenza del peccato originale».
La ardilla borracha
Hay muchos vídeos de ardillas borrachas en YouTube: generalmente se embriagan con fruta fermentada. Pero no son los únicos animales que se intoxican: cada año 5000 bovinos de Kansas se sacrifican porque han contraído una dependencia da hierbas alucinógenas; los petirrojos se comen las bayas de la madreselva; las hormigas sanguinas que “ordeñan” los áfidos para disfrutar de una especie de leche excitante. El psicofarmacólogo Ronald K. Siegel (en Intoxication: Life in Pursuit of Artificial Paradise, 1989) enumera diversas categorías de animales en riesgo de toxicomanía: babuinos que saquean las plantaciones de tabaco, los renos que adoran la amanita muscaria y los elefantes que comen la fruta fermentada del árbol de marula. Constatamos que toda la creación, por alguna razón misteriosa, tiende a l’autodestrucción; como decía un filósofo italiano: «Pobres bestias, que sin culpa pagan las consecuencias del pecado original».
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Rifacendoci a quest’ultimo punto, e per concludere con l’animale da cui abbiamo iniziato: nel marzo scorso un gruppo di elefanti è entrato in una piantagione dello Yunan (Cina) in cerca di cibo e approfittando della quarantena si è ubriacato con trenta litri di liquore di mais.