La persecuzione dei Testimoni di Geova in Russia

Cinque testimoni di Geova nella Repubblica dei Komi, ad ovest degli Urali, sono stati accusati di aver preso parte alle attività di un “gruppo estremista”, in accordo con la legge che ha bandito l’organizzazione religiosa dal Paese nel 2017.

Il 4 marzo un tribunale della città di Syktyvkar ha ordinato che un sospettato nel caso fosse posto in custodia cautelare. Due Testimoni di Geova sono stati posti agli arresti domiciliari e ad altri due è stato ordinato di non lasciare la città mentre era in corso un’indagine sul caso. La polizia ha perquisito almeno 14 case di membri della congregazione a Syktyvkar.

L’annuncio è arrivato pochi giorni dopo che un tribunale della Khakassija ha condannato due testimoni di Geova, la 69enne Valentina Baranovskaja e suo figlio 46enne Roman Baranovskij, rispettivamente a due e sei anni di carcere.

Gli Stati Uniti hanno condannato la continua repressione nei confronti dei testimoni di Geova e di altre minoranze religiose. Il gruppo cristiano è noto per la predicazione porta a porta, per l’interpretazione fondamentalista della Bibbia, per il rifiuto del servizio militare e di celebrare feste nazionali e religiose o compleanni.

Da quando il culto è stato dichiarato fuorilegge in Russia, molti testimoni di Geova sono stati condannati per estremismo religioso in Russia e Crimea.

Nel settembre 2019, Washington ha vietato a due alti ufficiali regionali del Comitato investigativo russo di entrare negli Stati Uniti per la presunta tortura di sette testimoni di Geova.

Il Memorial Human Rights Center con sede a Mosca ha riconosciuto decine di testimoni di Geova accusati o condannati per estremismo come prigionieri politici.

La “persecuzione” dei geovisti rientra nelle conseguenze della cosiddetta Legge Jarovaja, un insieme di norme atte a contrastare il fondamentalismo religioso. I Testimoni di Geova, a differenza di altre confessioni, hanno rifiutato di firmare un’intesa col governo e per questo è stato vietato loro di avvalersi della denominazione di “cristiani”. All’abituale accusa di “estremismo religioso” si aggiunge quella di plagio dei propri adepti tramite opinioni e credenze anti-scientifiche (per esempio, il rifiuto delle trasfusioni di sangue).

Secondo un sondaggio del Centro Ricerche sull’Opinione Pubblica Russa condotto su un campione di 1200 persone, il 76% dei russi condivide il divieto di proselitismo imposto ai Testimoni di Geova, considerati dalla Corte Suprema “organizzazione estremistica” e banditi da tutto il territorio russo a partire dall’aprile del 2017.

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