La più bella frase di Osho

Amato Maestro, desidero con molta avidità il denaro. Pensi che, in una vita passata, io sia stato un ebreo?

Suresh, perché in una vita passata? Tu sei un ebreo adesso! Il solo fatto di essere nato in India, in una famiglia hindu, non fa alcuna differenza. “Ebreo” non indica una razza, è un aspetto psicologico, è un aspetto metafisico. Il maharwari è un ebreo – è l’ebreo indiano. Di fatto, chiunque sia avido è ebreo – l’avidità è ebrea [il maharwari, o marwari, è l’appartenente a un’etnia tradizionalmente considerata come dedita al commercio, ndr].

Gesù non è ebreo, sebbene fosse ebreo per nascita – non è affatto un ebreo. Quando io uso parole come questa, ricorda sempre che non parlo di una razza. Non mi interessa il sangue. Il sangue ebreo e il sangue cristiano e il sangue indiano sono tutti uguali. Puoi prelevare qualche campione – qui puoi trovare ogni genere di campione – puoi portare alcuni campioni all’analista e chiedergli quale sia il sangue ebreo e quale il sangue hindu e quale il sangue buddhista: si sentirebbe perso. Non potrebbe trovare alcun sistema per stabilirlo – il sangue è sangue! Naturalmente esistono tipi diversi di sangue, ma le differenze non consistono nell’essere sangue di un ebreo o di un hindu o di un buddhista.

“Ebreo” è soltanto l’altro nome dell’avidità! In questo senso, il mondo intero è popolato da ebrei, fatta eccezione per alcune persone davvero speciali. Quasi tutti sono ebrei! O sei un Gesù o sei un ebreo – sono le uniche alternative. Se non vuoi essere un ebreo, allora devi diventare un Gesù. E non consolarti con il fatto che in una vita passata… Questi sono i trucchi inventati dalla mente umana: “Forse in una vita passata ero un ebreo”. Tu sei un ebreo adesso!

Gettare la responsabilità su una vita passata ti fa sentire intatto, e puoi continuare a essere come sei.

Un vecchio ebreo offre a una prostituta il doppio della tariffa da lei richiesta a patto che tenga entrambe le mani sulla testa di lui, durante il rapporto sessuale. Alla fine, la donna gli chiede quale emozione speciale abbia ricavato da questa posizione.
“Nessuna emozione,” egli risponde, togliendo dalla tasca un grande rotolo di banconote, “ma per due banconote extra, ero sicuro che le tue mani fossero sulla mia testa e non nella mia tasca!”

Un’altra storiella per te, Suresh.

Un uomo d’affari ebreo in pensione è prossimo alla rovina finanziaria a causa delle richieste di denaro da parte del figlio, che deve risarcire le ragazze che ha sedotto e messe incinte. Egli paga, per non veder cadere nel disonore il nome della famiglia.
Qualche giorno più tardi, sua figlia va da lui e gli confessa: “Papà, sono incinta!”
“Grazie a Dio, gli affari si stanno volgendo al meglio!” risponde il vecchio.

La terza storiella.

In una sala stracolma di ebrei, si discute su quali siano gli affari migliori. Finalmente un vecchio con la barba dice: “Smettiamola di raccontarci delle bugie. Il bordello è l’affare migliore: le donne hanno la merce, la vendono e dopo l’hanno ancora”.
“Cosa stai dicendo?” grida un altro vecchio, con orrore.
“Cosa sto dicendo? Dico: niente spese generali, nessun magazzinaggio, nessun inventario – cosa può essere meglio di un bordello? Ed è vero: è tutta vendita diretta, senza rese!”

L’avidità è ebrea e in questo senso ciascuno è un ebreo. E ricordate che l’avidità è una proiezione della paura. Un uomo diventa avido per colpa della paura. Ha talmente paura da voler accumulare per il futuro. Ha talmente tanta paura da sacrificare l’oggi per il domani, e il domani non arriva mai. L’uomo avido è l’uomo più stolto al mondo. Buddha lo definisce: “lo stolto” – lo stolto per eccellenza, poiché continua a sacrificare il presente per il futuro, che non arriva mai. Egli accumula denaro, ma non può usarlo e rimane povero.

L’uomo avido non diventa mai ricco: può essere padrone del mondo, ma rimane povero. Non riesce a godere le proprie ricchezze, l’avidità non glielo permette. Rimane un avaro. Vive con una tale paura del futuro da non riuscire a godere il proprio denaro. Continua ad accumulare, sciupa così la sua vita intera, poi un giorno muore. È stato un pover’uomo per tutta la vita – era arrivato a mani vuote e a mani vuote se ne va: ha buttato via tutta la sua vita senza darle alcun significato.

Non tentare di consolare te stesso pensando che in una vita passata sei stato un ebreo. Guarda dentro in tuo essere! Tu sei un ebreo adesso! […]».

(Osho, La Saggezza dell’Innocenza. Commenti al Dhammapada, il sentiero di Gautama il Buddha, II, Feltrinelli [Collana “Urra”], Milano 1997, pp. 219-220; ed. or. The Dhammapada. The Way of the Buddha by Osho, 1979).

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