La rivolta delle carceri vista dall’interno

Riferisco testimonianza di agente di polizia penitenziaria nonché sindacalista, a mia domanda su questo improvviso caos nelle patrie galere. Attribuisce le ragioni alle seguenti cause e circostanze, intervenute in situazione già precaria:

1. Un intenso lavoro di esponenti politici, in particolare radicali, che stanno battendo il territorio invocando amnistia e indulto, mentre il Ministero è afasico. Nelle carceri c’è piena consapevolezza dello stato di disordine e impunità che regna all’esterno.

2. Il pretesto per scatenare la violenza è in molti casi stato offerto dalle indicazioni per contenere il contagio in corso, che hanno generato problemi opportunamente cavalcati dai peggiori detenuti. Non era stata predisposta alcuna contromisura a questo prevedibile esito.

3. A quanto pare, a Modena i decessi non sono correlati alla violenza degli agenti, ma a casi di overdose, dovuti al fatto che detenuti sono entrati in infermeria e hanno assunto metadone e altre sostanze.

4. L’evasione di Foggia era stata accuratamente organizzata. Gli istituti interessati sono venti. Mi sono state mostrate le foto del carcere di Modena… una devastazione allucinante, un episodio di guerra

5. Arrivano poi pacchi bomba degli “anarchici”… Scatolette delle dimensioni di un libro, al cui interno sono posizionati rudimentali ordigni esplosivi. All’apertura sono in grado di lacerare mani e volto

6. I detenuti protagonisti sono tutti criminali comuni… no alta sicurezza, no 41 bis… che si mobilitano tramite telefonate “ponte” a casa, o tra padri e figli detenuti in carceri diverse. Soprattutto l’agente insiste su un aspetto
I telegiornali irresponsabilmente fanno da cassa di risonanza delle proposte di possibili concessioni, per cui si fa strada l’idea che sia il “momento giusto” per alzare la cresta nei confronti dello Stato.

In tutto questo lo stupisce l’afasia del ministero. Bonafede “forse parlerà mercoledì”.

(Relata refero: non sono in grado di verificare)

(@ReEurode, 9 marzo 2020)

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