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La rivoluzione non ha prezzo… per tutto il resto c’è Mastercard!

Vado sul sito “Contropiano” (sottotitolo: giornale comunista online) e mi si apre in automatico il banner della campagna di raccolta donazioni:

Nonostante sia un metodo molto diffuso per chiedere contributi ai lettori, finora non mi ero mai imbattuto in un banner che riportasse in bella mostra tutti i metodi di pagamento accettati (American Express! Maestro! MasterCard! PayPal! Visa!). Evidentemente i “comunisti online” non si vergognano di utilizzare gli strumenti offerti da quel capitalismo assassino contro il quale fingono di combattere: d’altro canto sono certo che in loro viga l’inconscia sicurezza che, ad onta delle pose barricadere, nessuno si permetterà mai di chiudergli il sito, bloccargli il conto bancario, la carta di credito e l’account di PayPal.

Questo invece è ciò che accade ormai da tempo a qualsiasi opinionista in odore di “destra”: per esempio, nel settembre dell’anno scorso PayPal ha depennato Alex Jones per ragioni così smaccatamente faziosa da beccarsi una denuncia dallo stesso; a febbraio la J.P. Morgan ha chiuso il conto al leader afro-cubano dei Proud Boys, gruppo etichetta come “neo-fascista” anche se ispirato dall’ex fondatore di “Vice” Gavin McInnes; l’account di Carl Benjamin (“Sargon of Akkad”) è stato rimosso dal sito di crowfunding Patreon per hate speech, ultimo di una serie di youtuber conservatori.

Nonostante esiste un pregiudizio nei confronti della destra come “omogenea” all’establishment, è un dato di fatto che gli unici “ribelli” a cui non verranno mai a sfondare la porta a calci per aver scritto qualcosa su internet (prima o poi accadrà) saranno probabilmente solo quelli che si atteggiano a comunistelli. In conclsione: se la rivoluzione non ha prezzo… per tutto il resto c’è Mastercard!

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