Per la prima volta in oltre mezzo secolo, il bilancio tra chi lascia la Svezia e chi vi arriva risulta negativo: il dato, come ha affermato il Ministro per l’Immigrazione Maria Malmer Stenergard in una conferenza stampa dell’8 agosto, rappresenta un’inversione di tendenza rispetto ai modelli di immigrazione ormai “consolidati” del Paese e rispecchia le nuove politiche di riduzione della concessione dei permessi di soggiorno inaugurata dall’attuale governo di centro-destra.
Secondo le previsioni dell’Agenzia Svedese per le Migrazioni (Migrationsverket), la Svezia è sulla buona strada per registrare il numero più basso di richiedenti asilo dal 1997. Fino alla fine di luglio 2024 sono state registrate solo 5.600 domande di asilo, con un calo del 27 percento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
La Stenergard ha sottolineato che mentre il numero di richiedenti asilo nell’Unione Europea continua ad aumentare, quelle del suo Paese ora diminuiscono: “Questo sviluppo verso un’immigrazione sostenibile è necessario per poter rafforzare l’integrazione e ridurre l’esclusione“.
Nonostante l’obiettivo del governo, incluso nel concetto di “integrazione”, sia appunto quello di attrarre manodopera straniera di un qualche livello, la Svezia ha approvato il 20% in meno di permessi per lavoratori altamente qualificati nel periodo gennaio-maggio 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Nel 2023, l’emigrazione dalla Svezia è aumentata notevolmente tra gli individui nati in Iraq, Somalia e Siria, anche se non sembra si tratti di un effetto direttamente collegabile ai progetti di “remigrazione” che Stoccolma sta ancora valutando come la maggior parte degli esecutivi conservatori europei.
Oltre questo la Svezia come Paese dovrebbe anche rivedere e abolire alcune leggi fatte da Femministe radicali(tossiche).
Addirittura l’O.N.U e amnesty international e contro alcune leggi fatte da alcune femministe in quel paese e in altri scandinavi.