La violenza sì-vax in Italia

Nonostante politici e media tentino di fomentare una sorta di guerra civile tra vaccinati e non vaccinati, la questione non riguarda soltanto la medicina o la “scienza”, ma è appunto principalmente politica; dunque è tempo di identificare una nuova categoria nel panorama italiano: il sì-vax.

Il sì-vax è colui che è disposto a sacrificare la propria (ma soprattutto l’altrui) libertà in nome di una cosa che definisce “scienza”, un feticcio o idolo nel quale a suo parere si dovrebbe “credere” o “avere fiducia”: in sostanza chiede al prossimo suo di approcciarsi agli argomenti scientifici con atteggiamento irrazionale e fideistico, cioè in ultima analisi non scientifico.

In questi mesi l’apparato politico-mediatico di cui sopra ha denunciato regolarmente le “violenze dei no-vax”; tuttavia, la vera violenza è sempre giunta da chi aveva il coltello dalla parte del manico, cioè i sì-vax. Una violenza verbale, fatta di minacce e insulti, che poi si è tradotta in violenza fisica attraverso restrizioni e persecuzioni contro chi ha deciso di non farsi iniettare quello che loro definiscono “vaccino”.

Gli esempi sono innumerevoli: l’assessore alla sanità della regione Lazio Alessio D’Amato (ex rifondarolo) ha minacciato di far pagare le cure ai non vaccinati che si fossero ammalati di covid, mentre la viro-star (in realtà laureata in medicina veterinaria) Ilaria Capua (ex montiana) vorrebbe mettere loro in conto anche le lenzuola, la biancheria e la mensa; l’assessore alla Cultura dell’Emilia Romagna Mauro Felicori ha proposto vagoni separati per i non vaccinati; due infermiere della Asl Toscana Nord Ovest hanno scritto sui social network (con nome e cognome) che se troveranno un non vaccinato in corsia gli “bucheranno una decina di volte la solita vena facendo finta di non prenderla” oppure ritarderanno volontariamente gli interventi per punire chi non ha creduto nel siero; l’ex sindacalista Giuliano Cazzola (dalla CGIL a Monti e ora a Più Europa) ha evocato Bava Beccaris contro le piazze dei manifestanti anti Green Pass; un’altra virostar, Roberto Burioni, li ha definiti “sorci”, un giornalista del Corriere li ha accusati di voler far “estinguere l’umanità”; il costituzionalista Alfonso Celotto ha auspicato l’introduzione di “una sanzione per far pagare le cure a chi non si vaccina e si ammala di covid”, avvalorando in una trasmissione della tv pubblica la divisione degli italiani in cittadini di “Serie A” e di “Serie B” tramite certificato verde.

Queste sono soltanto alcune delle sparate che posso ricordare, tralasciando ovviamente quanto sostenuto dall’attuale premier Mario Draghi, che ha ridotto i non vaccinati al rango di untori, se non assassini tout court (“Fai morire: non ti vaccini, ti ammali, contagi, qualcuno muore”) e ha poi vidimato la loro esclusione dalla società (“Spero che coloro che da oggi saranno oggetto di restrizioni possano tornare a essere parte della società con tutti noi”).

Nell’ultimo periodo mi sono appuntato un’altra spiacevolissima affermazione da parte del sottosegretario alla sanità Pierpaolo Sileri che in un talk show di La7 tra le righe ha augurato il cancro a un senatore della Repubblica, Mattia Crucioli, poiché reo di aver espresso scetticismo sulle facoltà salvifiche dei sieri anti-covid. Questo Sileri non è nuovo a tali exploit (complice senza dubbio anche la provenienza grillina: certi figuri sono giunti al potere a suon di “vaffa”) ma mi pare che ora stia raggiungendo nuovi limiti di impertinenza: “Questi vaccini a mRna aprono degli scenari futuri anche per il contrasto al cancro: […] caro Crucioli, questi vaccini che si conoscono da più di dieci anni consentiranno domani di combattere il cancro, e ti garantisco che, nel momento in cui avrai un problema, chiederai in ginocchio un vaccino di questo tipo per essere curato. Fidati del medico”.

Sono affermazioni agghiaccianti che non hanno suscitato reazione adeguate nemmeno nell’interessato, che avrebbe almeno potuto esibirsi in qualche plateale gesto scaramantico, anche in ottemperanza allo stile comunicativo di Sileri. Sembra tuttavia che quest’ultimo sia da tempo entrato in qualche segreta lista di “intoccabili” se, giusto per fare un altro esempio, a fine agosto 2021, sempre in tema di cancro, era riuscito ad affermare che “oggi è più facile morire di covid che di cancro”: una boutade che non vale nemmeno la pena di smentire, ma che risulta ancora più sconcertante al cospetto della catastrofe sanitaria delle mancate cure e diagnosi a persone affette da malattie infinitamente più letali del covid (uno studio inglese ha stimato un aumento della mortalità da tumore nei prossimi cinque anni tra il 5% e il 16%, mentre la Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia ha calcolato in oltre 180mila i morti per cancri e tumori nel 2020, molti dei quali causati anche dal rinvio o dalla mancata erogazione delle cure, sempre per le politiche pandemiche di cui stiamo parlando).

Peraltro è difficile “fidarsi” di medici del genere, quando affermano tra le altre cose che i vaccini a mRna “si conoscono da più di dieci anni”: in realtà sono stati oggetto di ricerca negli anni ’90 ma mai approvati per l’uso prima del 2020, e probabilmente solo a causa del clima di panico istituzionale. Gli effetti a lungo termine sono talmente poco noti che, per parlare dei meno inquietanti, al momento non è neppure chiaro a quanto ammonti la durata della protezione (un anno? sei mesi? tre mesi?), mentre “in corso d’opera” il governo stesso ha dovuto modificare i toni della propaganda passando da “vacciniamoci per gli altri” a “vacciniamoci per noi stessi”. Ancora Sileri dixit, con la nuovissima aggiunta del bonus bambini: “Credo che sia impreciso dire che vacciniamo i bambini per proteggere i più anziani. Noi dobbiamo vaccinare i nostri figli in primis per proteggere loro” (in Italia i bambini morti di covid nella fascia di età 5-11 di covid sono ufficialmente… nove). Forse non ha tutti i torti il senatore Crucioli a sottolineare la “facilità nel mentire” del suo collega.

Al di là però delle polemiche ad personam, in conclusione va ribadito un punto: qualsiasi violenza novax è solo una risposta a una violenza molto più grave di quelli che dall’alto lo accusano di essere un untore, un nemico pubblico, una minaccia per la società e che lo vorrebbero vedere in mezzo a una strada, senza più un soldo, se non direttamente morto: di covid o, perché no, anche di cancro.

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