L’affaire Imane Khelif è una questione di politica internazionale

La presenza dell’atleta algerin* Imane Khelif alle Olimpiadi di Parigi non smette di rappresentare uno scandalo internazionale, soprattutto perché risulta ancora impossibile imbastire una discussione minimamente razionale sulla questione nel momento in cui il discorso pubblico è controllato da una cupola pseudo-sinistroide la cui posa perenne è quella di Saturno che divora i suoi figli.

Vediamo di chiarire qualche punto: in primo luogo, il/la Khelif è stata esclusa dai Campionati mondiali di pugilato femminile del 2023 in quanto in possesso di cromosomi XY. I test dell’International Boxing Association (IBA) non sono stati presi per buoni dal Comitato Olimpico Internazionale (CIO) per ragioni prettamente politiche, in quanto l’IBA è guidata da un ex pugile russo che sarebbe “in combutta” con Vladimir Putin per obiettivi piuttosto oscuri. Il CIO ha inoltre divulgato la fake news che l’esclusione sarebbe stata comminata per “alti livelli di testosterone”, consentendo così alla stampa mainstream di sollevare una cortina di fumo parascientifica fatta di “intersessualità”, “iperandroginia” o “ipersessualità” (sic!) allo scopo di nascondere quella che forse è l’unica verità, e cioè che Khelif è biologicamente maschio.

Angela Carini è diventata un’icona internazionale della battaglia contro i transessuali negli sport femminili


Ad ogni modo, non è stata solo l’Italia a presentare le proprie rimostranze: la Federazione Turca di Boxe ha formalmente protestato col CIO per la presenza di Khelif, mentre a livello politico lo storico leader della destra kemalista Ümit Özdağ ha proposto di “inviare i nostri pesi massimi al posto delle atlete, così da far capire all’algerino cosa sia la concorrenza sleale”.

Ora in prima fila c’è l’Ungheria, la cui rappresentante olimpionica sarà la prossima avversaria della Khelif: l’atleta magiara, che nonostante il nome (si chiama Luca Hamori, ma nella loro lingua è l’equivalente di “Lucia” e si pronuncia quasi allo stesso modo) è obiettivamente una delle boxeuse più femminili (assieme ad Angela Carini) presenti alla competizione, ha già protestato sui suoi social, affermando in un video su TikTok “Domani dovrò combattere contro un uomo“. Anche la Federazione Ungherese ha ovviamente inviato una richiesta formale al CIO di rivedere le proprie decisioni, richiesta altrettanto ovviamente rispedita al mittente.

 

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La Hamori ha dovuto comunque cancellare gli attacchi a Khelif dai propri profili perché denunciata dal Comitato Olimpico algerino (e dunque a rischio esclusione per comportamenti antisportivi): tra le altre cose, su Instagram aveva condiviso il meme di un follower in cui una pugilessa doveva affrontare una creatura muscolosa e con le corna sul ring olimpico.

Un altro dato politico interessante è che Emmanuel Macron nel 2022 durante un viaggio diplomatico in Algeria sui 45 atleti della nazione che avrebbero partecipato alle Olimpiadi aveva voluto incontrare precisamente Imane Khelif, promettendo con sorrisi tanto smaglianti quanto imbarazzanti che se fosse arrivata in finale avrebbe “tifato per lei”.

Un atteggiamento davvero poco sportivo, al pari del comportamento delle varie federazioni di Algeri che stanno lanciando comunicati di fuoco e insulti gratuiti contro l’Italia (e Angela Carini), forti dello smarrimento delle camarille woke occidentali che da una parte affermano che il Paese nordafricano è omobitransfobico ai massimi livelli (sostenendo bufale come il fatto che sia vietato il cambio di sesso), e dall’altra siccome a loro parere Khelif sarebbe al 100% donna perché “nata con una vagina” (ora gli organi genitali stabiliscono il genere?) riescono paradossalmente a presentare l’Algeria come nazione all’avanguardia in materia di “diritto sessuale”.

Con questo teatrino si è fatto un passo avanti verso la piena accettazione di atleti transessuali nelle competizioni femminili, e non solo (chissà se un giorno la prospettiva complottista sui presunti scheletri nell’armadio della coppia Macron troverà una qualche conferma a partire dal loro tifo sfegatato per Khelif). Concludo perciò con le considerazioni di un lettore:

«La questione apre infinite altre questioni. Sarebbe forse meglio astrarsi del tutto e ritirarsi in Carelia, ma analizziamone alcune:
1) In un paio di giorni, ci hanno infilato in bocca termini utilizzati dalla militanza arcobaleno (“intersessuale” ecc).
2) Il genetista Novelli riscrive la semantica relativa alla genetica, dicendo che i cromosomi non bastano a definire il sesso (indipendentemente dai cromosomi del pugile, che non si è capito quali siano). Non dice cosa serva a definirlo però, aprendo infinite finestre di Overton.
3) Adesso pare che le femministe misandriche (Rowling ecc) si stiano scontrando violentemente con le transfemministe (che comunque sono molto più numerose), dicendo che gli uomini negli sport femminili sono frutto del Patriarcato. Chissà perché ho il sospetto che a prenderlo di dietro siamo sempre noi uomini alla fine».

 

11 thoughts on “L’affaire Imane Khelif è una questione di politica internazionale

  1. Di tutto questo affare delle olimpiadi alla fine io non ci ho capito niente.
    Riguardo la riflessione del lettore il mio punto di vista e che gli attivisti e In ogni caso il mondo LGBTQ+ e transfemminista mi sembra più aperto comunque alla tematiche riguardo alla liberalizzazione sessuale, porno, pornografia, pensione anticipata se da uomo ti dichiari donna solo dal punto di vista burocratico, legalizzazione di sex working ecc, quindi meno pericolose dal mio punto per lo status quo europeo e americano (almeno al momento) per le persone che si divertono liberamente.

      1. Sì, ancora con ‘sta provocazione del cazzo (peraltro mutilato). Un conto è un regime improntato alla sharia (o qualsiasi sistema giuridico decente) che abolisce lo sport femminile tout court, un altro è proseguire sulla scia della rivoluzione nell’eventualità di vedere due maschioni con le treccine e il rossetto prendersi a pugni su un ring. Chiaramente la confusione favorisce la possibilità di un cambiamento radicale, ma non penso si possa procedere su questa strada. Tra una generazione potremmo avere androgini o esseri geneticamente modificati, ma non per questo mi metterò a sostenere il transumanesimo perché un ibrido uomo-polpo, oppure un androide, sta massacrando un trans in arena (anche se lo spettacolo sarebbe obbiettivamente divertente).

  2. Ti ringrazio per aver citato il mio commento e ti ringrazio per le indormazioni che raccogli. Comunque aggiungo che sempre più gente si è bevuta il cervello, compresa la manosfera italiana che si riscopre più o meno tacitamente transessualista (ho avuto un diverbio con tale “Essere uomo” -che comunque non è mai sembrato una cima- su Facciadilibro). Una gabbia di matti questo pianeta

  3. Si ma la prova che quest* algerin* abbia la vagina esiste o no?
    Io sono del parere che se è nat* con la vagina è una donna e basta. Al massimo si poteva escluderl* perché non rispettava i livelli di testosterone (immagino che succeda lo stesso agli atleti con valori alterati da steroidi e doping).
    Se invece ha il pisello, stiamo veramente vaneggiando e non c’è fuffa piddinprogressista che tenga.

    1. Appunto. Adesso il nostro totalitarista è diventato anche un esperto sessuologo, e sì che il 90% degli sproloqui di questo blog derivano dal fatto di non aver mai visto una passera. Quindi scopriamo che avere la passera o il pisello non è rilevante per definire il genere. Bah. Naturalmente se ha il pisello, o se l’aveva, il discorso è chiuso. Oh, badate bene, io l’avrei esclusa comunque, in linea di principio. Ma fare tutta questa gazzarra e dichiarare finito lo sport femminile e compiacersi del fatto che la cosa stia diventando “una questione di politica internazionale” (sic) fa veramente ridere. Devo dire che sarebbe tutto più comprensibile se il vostro amico totalitario ricevesse pure lui qualche prebenda da Mosca (sì sì lo so, russofobia ecc. ecc.).

      1. Devo scusarmi con te, “Alfeo”, per aver parlato male della tua fidanzata, immaginavo tu fossi un appassionato di “donne XY” ma non tanto da toccare i livelli più alti dell’erotismo alternativo e segnare un nuovo record in tale disciplina.

          1. Sei tu che hai detto che non ho mai visto una passera, e non sono stato così scortese da citare qualche tua parente. Ad ogni modo è inevitabile che l’eccezione diventi la regola, visto che lo è diventata sempre quando si è trattato di conferire “nuovi diritti” alle minoranze sessuali. Ho citato la politica internazionale perché i test dell’IBA sono stati respinti in quanto guidata da un russo, decisione che ora sta facendo insorgere altri appartenenti all’organizzazione (comunque autorevole) la quale annovera oltre ad ex atleti anche scienziati di tutto rispetto che non hanno alcuna voglia di essere screditati come “filo-putin” (cosa che stai facendo anche tu, e sinceramente non capisco perché ci tieni così tanto a ridurre la polemica a questi livelli).

            1. Ok, allora questo sito è il ritrovo dei maschi alfa stracciamutande, mi sarò sbagliato io, chiedo venia. Quanto all’IBA, che i siano ingerenze putiniane mi pare abbastanza evidente, ma se anche così non fosse, non è che sia tutto così chiaro e trasparente rispetto ai test cui sarebbe stata sottoposta la pugile…

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