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Le “donne cristiane” possono andare all’inferno

Sul settimanale cattolico australiano “Catholic Weekly” (For want of a lot of good men, 2 maggio 2019), compare la testimonianza di una 32-year-old single Catholic che si lamenta del fatto che non ci siano più good men da sposare (l’espressione Where Are All The Good Men? è un noto meme maschilista). Senza tema di ridicolo, la giovane devota delinea l’identikit del “buon uomo” che sta cercando disperatamente tra milioni di maschi debosciati:

«C’è una angosciante scarsità di uomini tra i 25 e i 35 anni che siano cattolici praticanti, single e “mondani” [worldly-wise]. La maggior parte degli uomini che conosco possiede in genere due su tre di queste caratteristiche, e a mancare spesso è proprio l’ultima. Se sono single che vanno in chiesa, di solito sono impacciati [awkward] e privi della minima sensibilità sociale (la qual cosa “spegne” l’interesse della maggior parte delle donne). Se sono “mondani”, in genere non sono né single né religiosi».

Risum teneatis amici? Sta chiedendo di essere worldly-wise (peraltro un’espressione ridicola che a noi italiani evoca l’ormai proverbiale “Sono uomo di mondo”…) a persone che hanno scelto di credere in un Tale che disse

“If the world hates you, keep in mind that it hated me first. If you belonged to the world, it would love you as its own. As it is, you do not belong to the world, but I have chosen you out of the world. That is why the world hates you.” (John 15:18-19)

Non so se l’andazzo delle “brave cristiane” che si lamentano della mancanza di “bravi cristiani” da sposare sia giunto anche in Italia (da quando c’è Bergoglio leggo pochissima stampa cattolica per non farmi venire l’orticaria), ma nei Paesi anglosassoni è piuttosto diffuso. Di contro, non troverete un solo articolo in cui un maschio cattolico possa esprimere lamentele simili sulla controparte femminile.

Non a caso lo stesso “Catholic Weekly”, nella necessità di istruire un contraddittorio dopo i numerosi commenti negativi, ha pensato bene di dare la parola a un’altra “brava cristiana” (It’s not hard to find Mr Right, just change your perspective, 8 maggio 2019), la quale dopo aver corretto il tiro su alcune castronerie (a volte rincarando inconsapevolmente la dose, come quando afferma che pure gli apostoli fossero socially awkward), sembra tuttavia aver capito l’antifona se alla fine suggerisce alle young ladies di trovarsi un gentleman “mondano” da convertire al cattolicesimo.

È desolante che anche in ambito cattolico il dibattito sia sceso a tale livello: la questione però ovviamente non riguarda solo la religione. La stessa mancanza di coerenza la ritroviamo in quelle “brave femministe” che si lamentano della scarsità di “bravi femministi” con cui accoppiarsi, quando poi sono le prime a scegliere il tipico maschio “patriarcale” (inteso dalla loro prospettiva). Nemmeno qualora istituissero un loro culto matriarcale, le donne si unirebbero a maschi che non le attraggono solo perché sono molto “devoti”: il problema del predicare bene e razzolare male (è proprio il caso di dirlo), nonostante cerchino sempre di accollarlo ai “maschi beta”, rimane tutto loro. In tal caso con l’aggravante che, mentre in altri ambiti (ideologico, politico, lavorativo, ludico) il fariseismo è contemplato, in campo religioso si dovrebbe “scherzare” di meno – pena l’inferno…

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