Ringrazio per la mega-donazione questo lettore, che mi chiede di parlar male delle donne (indicate con slang incel d-parola). So che alcuni di voi invece non sarebbe d’accordo perché a quanto pare “sposto i termini del problema” o “nego le colpe dei maschi”, ma sapete che io obbedisco solo a chi dona di più.
D’altro canto, parlar male delle donne lascia sempre quel vago senso di amarezza, perché basterebbe davvero un alito di vento per far cadere il castello di carte rappresentato da questa sorta di pseudo-matriarcato in cui ci è dato di vivere.
Una cosa che sostengo per ogni dove è che avere a che fare con il femminismo come forza collettiva è simile ad avere a che fare con una singola donna: lo sclero sempre pronto, non una giornata che non sia all’insegna delle contraddizioni, il ciclo che sta arrivando, il vittimismo perenne comparabile solo all’insoddisfazione sempiterna, eccetera.
Essere una donna è un inferno che forse solo un uomo psicopatico o completamente demente può intuire. Queste hanno il diavolo nella mente che continua a stuzzicarle su qualsiasi cosa: “Ehi puttana, ti piace il sushi? Ma non vedi che quella al tavolo accanto è più figa di te, guarda che bei capelli… e le scarpe… e poi il suo uomo sembra amarla davvero. Guarda invece il coglione che hai davanti: ti ha portato qui solo perché si era rotto di ascoltare le tue lamentele sui piatti da lavare… A proposito, ma c’è ancora quel bicchiere nel lavello? L’avrai lavato? Ma è quello in cui hai bevuto la pastiglia effervescente di Vitamina666! Se non l’hai lavato entro oggi, puzzerà per sempre! Che serata di merda, fai vomitare, ma tornatene a casa a strapparti i capelli!”.
E quando comprano un paio di scarpe: “Belle le scarpine, vero? Beh, stronza, sui tuoi piedi disgustosi e pelosi sembrano comunque ciabatte. Guarda invece quella ragazza più giovane, più magra e, ovviamente, più carina di te, che sta entrando ora nel negozio: i suoi piedi su OnlyFans valgono milioni. E pensi che qualcuno le dica quaclosa? Guarda il culo, ora! Guardale il culo bello sodo, ma non farti beccare. A proposito: lui dov’è? Ah, la merdaccia sta scegliendo proprio un paio di ciabatte! Pensa di andare al mare o in piscina con te, il cazzone! Mentre quella figa laggiù si accoppia con i migliori stalloni selezionati, tu sei qua con un imbecille che non guadagna nulla e pensa che comprarti un paio di scarpe possa in qualche modo regalarti la felicità! Ma tu lo sai, mia cara, che non potrai mai essere felice, tu devi odiare e incazzarti sempre e in qualsiasi momento, è Satana nel tuo cervello che te lo ordina! Tu non sei nata per la felicità, la sfortuna ti perseguita, il mondo è un posto ostile e tra poco perderai ancora sangue dalla vagina! Fallita! Sfigata! Non hai avuto neanche il coraggio di fare la troia e ora pensi che un paio di scarpe possano restituirti tutti i brividi che non hai provato ad accoppiarti casualmente con maschi dalla carnagione scuretta! Sei tu la vera scarpa, una scarpa vecchia e consumata, puzzolente…!”
Sul posto di lavoro: “Ciao vacca, sono il tuo cervello, l’accusatore, il principe delle tenebre, il serpente antico… Volevi stare a casa a fare un cazzo, e invece ti hanno mandata a lavorare. Lo sai cosa mi sembri ogni volta che entri in [luogo di lavoro]? Mi sembri sempre la stessa bimba deficiente che alla recita scolastica di vent’anni fa fece una figura di merda DAVANTI A TUTTI perché al suo vestito si era staccato una spallina. Te la ricordi, quella performance? Tutti se la ricordano, persino quelli che non vi hanno assistito e nemmeno immaginano che si sia verificata. Sei dannata a vita, e le altre donne lo intuiscono benissimo. E anche gli uomini di bell’aspetto capiscono quello che sei veramente: ecco perché ti sorridono solo i colleghi inchiavabili. Come fai a uscire di casa in queste condizioni? Sei un cesso ambulante! Come dici? Alla fine la vera fatica è più mentale che fisica: beh, è vero, zoccola! Infatti io non vado a tormentare gli uomini in miniera, loro mi vedono sorridere nelle viscere della terra ma non gli importa nulla, anzi essi possiedono come una gioia interiore che li rende più impenetrabili dei santi! Tu invece sei qua come una sgualdrina fancazzista e io ho tutto il diritto a tormentarti… Come dici? Forse dovresti fare qualcosa di più faticoso? Ahahah, ma lo capisci che io ci sono sempre, starò con te fino alla fine dei tuoi giorni. Io sono te, sono Satana, la tua anima è mia, non potrai MAI e dico MAI essere felice! E adesso sono passati solo cinque minuti da quando hai iniziato a lavorare (si fa per dire!)… sarà lunga fino alla pausa pranzo, BUAHAHAHA…”
Durante una giornata di sole, in un bel parco pubblico, passeggiando: “Ehi, ma lo sai che tutti ti guardano perché sei patetica? Appena volti le spalle, le altre ridono di te! Gli uomini (quelli scopabili, intendo), nemmeno ti degnano di un’occhiata, con tutta la cellulite che sta morendo soffocata in quei pantaloni dozzinali che indossi! Del resto, la cretina sei tu, perché hai scelto un uomo che non può nemmeno offrirti dei vestiti degni di una regina. Per lui vali meno della carta igienica con cui si pulisce l’uccello o il culo (ma si pulirà bene poi? So che cerchi sempre di beccarlo con una scusa qualsiasi mentre si alza dalla tavoletta e già noti che sicuramente ha lasciato qualche goccia in giro, ma è colpa di quella troia succhiacazzi di sua madre morta che non gli ha insegnato l’educazione, che uomo di merda che hai trovato!), il tuo maschio ti calpesta, non sei stata capace di trovare un uomo attraente, intelligente e interessante, e adesso lui pensa che con una passeggiata possa sanare tutti gli oltraggi arrecati dal suo sudiciume e alla sua indifferenza…. Guarda il sorrisetto sulla sua faccia da pezzente! Ride, il coglione! Di che starà ridendo, poi? Starà pensando a qualche figa che ha visto sui gruppi Whatsapp dei suoi amici o alle troiette del liceo che non se lo cagavano di striscio… te lo sei dovuta scegliere tu, questo pezzo di merda! Perché non muore? Perché non ti libera? Mi dispiace, mia cara adepta, io non posso farlo morire, perché gli uomini appartengono a chi sta lassù: a me, Satana, sono state lasciate le creature inferiori, sulle quali posso inferire quanto voglio, sempre però con la consapevolezza che non trionferò mai. Continua la tua passeggiata, così da far ridere tutta la città con le tue chiappe flaccide… Fai schifo, puttana!”
Eccetera eccetera. Va bene così? Mi date altri soldi? Grazie.
Stai dicendoci che sei un uomo psicopatico o completamente demente?
Fai una donazione, invece di parlare per il cazzo
La cosa non sarebbe comunque incompatibile con la gestione dell’unico periodico telematico che valga la pena leggere…
Spassosissimo pezzo di Satira suprema.
Consiglio René Girard e il desiderio mimetico.
(Possibile che i neuroni specchio delle D. sparino maggiormente rispetto a quelli dei Maschi, del resto Esse sono generalmente piú sensibili)
Io vorrei un post su tutto quello che ha fatto Burioni per salvarci dal COVID.
https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/12/05/congo-malattia-sconosciuta-morti-giovani-epidemia-oms/7793302/
Non abbastanza contro le d-parola per i miei gusti
Magistrale esempio di satira, anzi, semplicemente magistrale.