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Le grandi multinazionali hanno dichiarato guerra alla famiglia (Tucker Carlson)

Tucker Carlson: big business is now at war against your family
(J. Van Maren, “LifeSiteNews”, 15 luglio 2019; trad. it. di Gog&Magog)

Alla conferenza dei Conservatori Usa, il presentatore tv si scaglia contro il potere “da brividi” delle multinazionali: “Stanno letteralmente cercando di far sparire le idee avverse, di cambiare il linguaggio…dai biscottini gender della Oreo alle interferenze politiche di Google”.

Di seguito l’intervento integrale, tenutosi alla National Conservatism Conference a Washington il 15 luglio 2019:

Tucker Carlson a iniziato il suo discorso con qualcosa che dice spesso: non è un intellettuale, ma solo un osservatore di ciò che sta accadendo in America (lo dice chiaramente nel suo libro del 2018, Ship of Fools). Carlson presenta tre osservazioni chiave, tutte piuttosto indigeste ai circoli conservatori. Negli ultimi due anni, Tucker ha usato il suo show su FOX News per attaccare sia la sinistra che la destra, e ha ammesso al pubblico di non avere più un’ideologia definita e di non potere più identificarsi con alcuna etichetta — ora ha semplicemente “reazioni” alle cose.

La sua prima osservazione è stata forse la più controversa:

La principale minaccia per le persone che vogliono vivere la propria vita nel modo che ritengono opportuno non è più il governo federale, ma il settore privato.

“Non posso credere di averlo detto!”, ha aggiunto. Ma a Carlson, questo oggi sembra ovvio. Perfino le aziende di biscotti come Oreo, ha notato, ora impongono degli spot in cui si chiede ai bambini di “creare il loro pronome” — spingendo la propaganda transgender tra i più piccoli. Si tratta di una corporation che promuove l’idea di un superamento della biologia e che le divisioni di genere non abbiano più senso. La risposta libertaria a ciò, dice — e gli oratori di questa conferenza punzecchiano costantemente il libertarismo come ideologia fallimentare, del tutto inadatta alle sfide di oggi — sarebbe “Beh, apri la tua propria azienda di biscotti!”. Tutti i presenti ridono. I libertari non sono popolari alla conferenza nazionale dei conservatori, in netto contrasto con altri raduni di destra come il CPAC (l’ultima volta — anni fa — Ron Paul venne accolto come una rock star.)

Oggi, ha sottolineato Carlson, Google controlla praticamente tutte le informazioni disponibili, formando uno snodo focale che solo essa possono controllare. È la concentrazione di potere più ampia di tutta la storia degli Stati Uniti. Ciò, ha osservato Carlson, dovrebbe far paura. Google potrebbe silenziare “interi punti di vista, e ci sono prove che stanno progettando di farlo”. E non c’è alcuna reazione da parte dei politici eletti “perché sono corrotti”. Il “think tank antitrust” di Washington, nota Carlson fra le risate, “è finanziato…da Google”.

La sinistra non è minimamente preoccupata, perché di fatto tutto ciò significa che soggetti ad essa vicini finiscono per tenere in pugno lo spazio pubblico digitale. La destra, secondo Carlson, è completamente impreparata e riluttante ad affrontare questa situazione, perché resta legata ad un modo antiquato di concepire il libero mercato e lo spazio pubblico: non possiede gli strumenti per rispondere ad una nuova era, in cui i vecchi presupposti non hanno più senso. I conservatori non possono realisticamente creare un proprio “Google”, e ciò significa che corrono il rischio di vedere le loro idee censurate o infine bandite da potenti corporation, che possono potenzialmente cambiare il corso della storia.

Ci sono molti lati negativi in Trump, ha osservato Carlson, ma il lato positivo è che la sua elezione è stata così scioccante che dovremmo fermarci tutti un momento e chiederci cos’altro potrebbe accadere: “Se il mostro di Loch Ness si è rivelato esistere, che diremo allora dello Yeti?”

Quando Donald Trump è diventato presidente degli Stati Uniti, dice Carlson, “ho dovuto fare un grosso sforzo per superare le menzogne e la propaganda e osservare semplicemente ciò che stava accadendo intorno a me”. Una delle cose che ha scoperto costituisce la sua seconda osservazione-chiave:

Gran parte del progressismo è una proiezione freudiana. Qualunque cosa dicano che stai facendo tu, lo stanno in realtà facendo proprio loro.

Un esempio per tutti? Gli “Antifa”: “Ragazzi in maschere nere con mazze d’acciaio che chiamano gli altri ‘fascisti’”. Questo non è orwelliano, ha insistito Carlson, questo è proprio un transfer freudiano.

Si arriva così alla terza osservazione di Carlson:

la sinistra progressista non è interessata alla convivenza pacifica.

L’esempio di Carlson ha di nuovo scatenato l’ilarità del pubblico (anche di giornalisti a lui avversi): se tu andassi in Alabama e chiedessi a qualcuno cosa ne pensa delle pratiche sessuali della gente di Brooklyn, notò Carlson, ti guarderebbe come se tu fossi pazzo. La realtà è che un abitante dell’America conservatrice non ci pensa. Se gli chiedi se sia favorevole al divieto di tali pratiche, ti riderebbe in faccia. Ma se dicessi a una dell’élite di Brooklyn che un’enorme percentuale di persone in Alabama si oppone al “matrimonio” gay, otterresti in risposta un’esplosione di indignazione. Gli elitari di Brooklyn direbbero degli abitanti dell’Alabama: “Stavo giusto pensando a questo stamattina! Dovremmo ucciderli!”.

I progressisti, ha notato Carlson, se ne stanno là digrignando i denti al pensiero che “qualcuno, da qualche parte, non sia in linea col programma”. Anche se qualcuno semplicemente non è d’accordo nel profondo del suo animo, deve essere affrontato e deve essere rieducato. Questo perché il progressismo è una fede evangelica: anche se si può rimuovere la religione, non si può rimuovere l’impulso religioso. “Se pensate che la risurrezione non sia plausibile, aspettate fino a quando non sentite parlare della politica petalosa [woke politics]…”, ha scherzato.

Carlson ha concluso confessando ancora una volta di avere molti spunti e riflessioni, ma senza soluzioni immediate: “Spero proprio che questa conferenza spieghi cosa significa essere nazionalisti e conservatori, perché non ne sono più nemmeno più sicuro.”

In conclusione, Carlson ha posto alcune questioni. In risposta a una domanda su quale fosse il pensiero più importante che non siamo più autorizzati a pensare o a dire ad alta voce, Carlson ha articolato ciò che molti di noi hanno pensato: “Lo stato naturale dell’uomo non è il progresso. Non c’è motivo di credere che la nostra società sia impermeabile ad un crollo, e i nostri leader sono stupidi come capre perché non stanno svegli di notte per trovare il modo di tenere insieme l’America, per trovare qualcosa che abbiamo in comune e tale da radunare tutti i cittadini in qualcosa di comune. Ha preso piede l’idea che “la diversità è la nostra forza”. È vero questo nel vostro matrimonio? Se sposassi qualcuno che non sa parlare inglese e odia tutto quel che penso e dico, come andrebbe a finire?”

Infine, ha avvertito Carlson, dovremmo renderci conto che la vittoria non è assicurata. Non sappiamo chi prevarrà nella guerra dei progressisti contro l’America. In realtà, ha osservato, i conservatori potrebbero perdere — e “letteralmente mi alzo la mattina con questo pensiero”. Molto è stato distrutto nel corso degli ultimi decenni, non da ultimo la famiglia americana, quel “canarino nella miniera” che avverte sullo stato di salute della nazione. Su ciò, il pubblico si è ritrovato pienamente d’accordo con lui.

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