Le Maldive hanno annunciato domenica 2 giugno la chiusura delle loro frontiere ai cittadini israeliani. Il divieto è stato presentato come inziativa nazionale di solidarietà con la Palestina.
Questa nuova misura, di cui non è ancora nota la data di entrata in vigore, è stata decisa sotto la pressione dei partiti di opposizione e degli alleati del governo delle Maldive come segno di protesta contro la guerra a Gaza.
Il presidente Mohamed Muizzu, eletto sei mesi fa, ha anche annunciato il lancio di una campagna nazionale di raccolta fondi per aiutare la Palestina. In passato, negli anni ’90, le Maldive avevano già imposto il divieto d’ingresso ai cittadini israeliani, prima di intraprendere la via della normalizzazione dei rapporti con Tel Aviv (iniziata nel 2010 ma presto interrotta).
L’arcipelago dell’Oceano Indiano si aggiunge quindi all’elenco di 12 paesi, tra cui Algeria, Iran e Arabia Saudita, che avevano già chiuso le frontiere agli israeliani prima dell’attuale conflitto a Gaza.
Secondo le statistiche ufficiali, nei primi quattro mesi dell’anno hanno visitato la piccola repubblica islamica solo 528 turisti israeliani, con un calo dell’88% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il Ministero degli Esteri israeliano ha invitato i suoi cittadini a evitare di soggiornare alle Maldive e ha raccomandato a quelli già presenti di andarsene.