Qualche anno fa, nel 2018, in Polonia scoppiò uno scandalo legato al “programma internazionale” Euroweek, un’iniziativa che fa ancora capo -perché è più attiva che mai- all’associazione omonima sorta dalla Euroweek School of Leaders dell’Università di Economia di Katowice (animata da un amico di George Soros, il filosofo Zbigniew Pełczyński), il quale mirava a formare (indottrinare?) gli studenti polacchi tramite conferenze e seminari con politici e rappresentanti pro-UE.
In seguito, da un blando europeismo ci si è spinti fino a includere tematiche come la “diversità”, l’immigrazione e l’integrazione, passando dall’organizzare seminari con eurocrati bianchicci a invitare direttamente degli “ospiti globali” che sembrano incarnare i “valori internazionali” più da prospettive etnico-religiose-epidermiche che non “culturali”.
Le notizie sono piuttosto, vaghe soprattutto perché lo scandalo è rimasto tutto interno al Paese est-europeo, seppur con grande risalto di media e con conseguente putiferio politico (ricordo però che il ministro della giustizia dell’allora governo Morawiecki, Joachim Brudziński, si limitò ad annunciare chissà quali provvedimenti senza far seguire i fatti alle parole).
Da quel che ho potuto capire, sembra che nel 2018 siano stati organizzati dei “seminari per l’integrazione” mascherati da “corsi di inglese” nei quali hanno partecipato delle studentesse piuttosto giovani (forse anche della primaria?) assieme a dei presunti “insegnanti di lingue” (forse solo a scopo di fomentare la rabbia si evoca la presenza di qualche “rifugiato”), a quanto pare molto esperti in baci, abbracci e strusciamenti…
La miccia che infatti ha fatto esplodere il caso sono state le immagini pubblicate sui social, anche con un certo orgoglio, sia dagli organizzatori dei workshop sia da “protagonisti” stessi dello scambio interculturale, il cui contenuto “innocente” è stato messo in dubbio dalle reazioni di alcune studentesse, che evidentemente da tali “corsi di inglese” hanno imparato solo espressioni come “sexy” e “love” (particolarmente attivo, almeno dalle foto, sembra essere un “docente” sudamericano di nome Angel).
Indipendentemente da come la pensiate (cioè se ci siete o ci fate), le immagini riproducono atteggiamenti assolutamente equivoci e inopportuni da parte di tali “insegnanti” (ai quali apprendo che è stato dato un compenso di 200 euro al mese a fronte di una conoscenza dell’inglese solo “auto-attestata”). Per giunta, anche le reazioni delle studentesse sui social paiono testimoniare una qualche forma di adescamento o almeno manipolazione, che alcuni siti polacchi (di orientamento che potete intuire) attribuiscono direttamente ai contenuti di questi “incontri”, orientati all’idealizzazione di uomini adulti di origine straniera.
Per concludere, lo skandal si è sgonfiato piuttosto presto, nonostante un anno dopo l’EuroWeek siano emerse anche delle chat decisamente imbarazzanti tra le ragazzine e questi “professoroni esotici” in modalità Pajeet (senza offesa per nessuno, ma l’estrazione era quella). Ne trovate una testimonianza in una delle prime immagini di questo post in polacco (“Vorrei conoscerti meglio”, “Sei Romantica?”, “Posso chiamarti la mia principessa” ecc…).
L’EuroWeek prosegue comunque a gonfie vele, come si evince dalle comunicazioni ufficiali, e già scalpitano nuovi Youth Leader dai 18 ai 35 anni per i “campi educativi” in cui si potrà “migliorare la lingua inglese” e promuovere “abilità interculturali” con balletti e palpatine. Comprendo che qualche italiano stia forse sognando di candidarsi, ma penso che nemmeno esser nati nella cosiddetta “Africa Italiana Settentrionale” (fondamentalmente tutto ciò che c’è sotto il Po) possa garantire un pedigree “internazionale”.
La Polonia basata è una stronzata e lo dicevi già in tempi non sospetti